Type to search

Il destino dell’Agenda Draghi sia deciso dagli italiani

Share

di Giorgio Tonini

Il blitz del 20 luglio in Senato potrebbe rivelarsi la Pearl Harbor dei populisti italiani.

Colpendo e affondando il governo Draghi, pensano di aver colpito a morte il simbolo della migliore cultura politica italiana, il riformismo di matrice degasperiana, europeista e atlantista, meritocratico e solidale, innovatore e ambientalista, cultore dei diritti e custode dei doveri.

Potrebbero invece scoprire di avere risvegliato un gigante addormentato.

Lo si era intravisto, il gigante, nella vasta mobilitazione dei giorni scorsi: civile, sociale, culturale e politica, a sostegno della prosecuzione del governo Draghi.

Lo si deve vedere appieno ora, nella conversione di quel vasto movimento trasversale in un corale appello a Mario Draghi perché rimetta il suo mandato non solo nelle mani del Parlamento e in quelle del Presidente della Repubblica, ma anche in quelle del popolo sovrano.

Che siano gli italiani a decidere col loro voto il destino dell’Agenda Draghi.

Perché questo sia possibile, è necessario che gli italiani che vogliono votarla, quell’Agenda, insieme al leader che la incarna, la trovino sulla scheda elettorale.

Per il bene dell’Italia (e dell’Europa) si deve convincere Draghi a mettersi alla testa di una grande alleanza trasversale, di forze politiche, movimenti sociali, esperienze civiche, energie imprenditoriali, risorse intellettuali e morali, unite dall’obiettivo di proseguire l’azione e portare a termine il programma incompiuto del governo Draghi.

Se il gigante si alza, chi lo ha risvegliato si accorgerà di aver basato le sue anguste e grette ambizioni su calcoli del tutto sbagliati.

Fonte: Libertaeguale