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Il caffè Luckin vuole superare Starbucks in Cina per puntare a Wall Street

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Luckin, la popolare catena di caffè cinese, punta a detronizzare Starbucks in Cina e in Borsa. Il gruppo fondato a Pechino nel 2017 da Qian Zhiya, ex dirigente di una catena di autonoleggio, e da allora in rapida crescita, ha presentato domanda per essere quotato al Nasdaq, come parte del suo ambizioso piano di espansione, che entro la fine dell’anno prevede di aggiungere 2500 punti vendita a quelli che già gestisce sul territorio cinese. 

Luckin non ha specificato quando prevede l’ingresso in Borsa – che potrebbe avvenire a maggio prossimo, secondo fonti citate dall’agenzia Reuters – ma punta a raccogliere dall’Ipo tra i cinquecento e gli ottocento milioni di dollari. Luckin, che ha oggi un valore stimato in 2,9 miliardi di dollari, ha presentato la richiesta pochi giorni dopo la conferma dell’ultimo round di investimenti da 150 milioni di dollari, a cui ha partecipato anche il gruppo di asset management statunitense BlackRock.

Al ritmo di 200-300 nuove aperture al mese, la catena di coffe shop nata a Pechino punta a scalzare il primato di Starbucks in Cina entro la fine dell’anno, superando gli oltre 3300 punti vendita del gigante di Seattle, e rafforzandosi come punto di riferimento del caffè nel Paese asiatico. Dal primo punto vendita sorto nel giugno 2017, Luckin si è espanso in meno di due anni a quota 2370 in 28 città cinesi, secondo dati risalenti alla fine di marzo scorso, mentre la catena del caffè americana, che ha aperto il suo primo coffee shop in Cina nel 1999, rimane, per ora, al primo posto come presenza sul territorio, ed entro il 2022 intende quasi raddoppiare il numero di punti vendita esistenti, arrivando a quota seimila. Accomunate dal caffè, le due catene sono molto diverse sotto ogni altro aspetto.

I punti vendita di Luckin occupano una superficie molto inferiore rispetto a quella dei coffee shop della catena statunitense e puntano soprattutto sugli ordini on line e sul delivery. Per ordinare il caffè occorre scaricare una app sul proprio smartphone: i prodotti hanno prezzi più popolari di quelli di Starbucks, che mira a una clientela di ceto medio-alto, e sono focalizzati sui gusti dei millennials. Luckin si è anche espansa oltre il caffè, e attraverso la propria app è possibile acquistare altri prodotti, dal tè ai noodles.

Per stare al passo con la nuova tendenza, ad agosto scorso, il gigante del caffè di Seattle ha annunciato una partnership con Alibaba per la consegna a domicilio dei propri prodotti attraverso la piattaforma di food delivery Ele.me, gestita dal gigante dell’e-commerce fondato da Jack Ma. Nonostante il grande successo, Luckin è ancora in perdita: a fine 2018 ha segnato una perdita netta per 475,4 milioni di dollari e ricavi totali per 125,27 milioni di dollari, mentre nei primi tre mesi del 2019 le perdite hanno raggiunto quota 85,3 milioni di dollari.

La catena cinese, sostenuta anche dal fondo sovrano di Singapore Gic, punta sull’aumento del consumo di caffè nel Paese asiatico. Nel prospetto presentato alla Sec, la Securities and Exchange Commission statunitense, lo scorso anno in Cina sono state vendute 8,7 miliardi di tazze di caffè, quasi il doppio rispetto alle 4,4 miliardi del 2013: il loro numero è dato in continua crescita, ed è previsto a quota 15,5 miliardi alla fine del 2023.

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Fonte: estero agi


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