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Identificati i due vandali che hanno imbrattato la Scala dei Turchi

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AGI – La procura della Repubblica di Agrigento ha individuato gli autori del danneggiamento alla Scala dei Turchi, imbrattata con una sostanza rossa nella notte fra venerdì e sabato. L’inchiesta, in un primo a carico di ignoti, era stata aperta per danneggiamento di bene avente valore paesaggistico.

I carabinieri hanno acquisito le immagini del sistema di video-sorveglianza della zona e avviato accertamenti sulla vendita del prodotto usato per l’imbrattamento stringendo il cerchio in pochi giorni. Già domenica mattina la scogliera di marna è stata ripulita dai volontari: un gesto di straordinario civismo che era stato esaltato anche dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in uno dei suoi ultimi messaggi prima di morire a causa di una grave malattia.

Identificati i due autori del raid vandalico nella Scala dei Turchi, gioiello paesaggistico siciliano, imbrattato con della sostanza chimica rossa nella notte fra venerdì e sabato: la conferma arriva anche dalla procura della Repubblica di Agrigento. “A seguito di perquisizione domiciliare e del sequestro di cose pertinenti al reato”, spiega il procuratore Luigi Patronaggio, “i carabinieri della Compagnia di Agrigento hanno denunciato, in stato di libertà, alla procura della Repubblica di Agrigento D.Q. e F.G. entrambi di Favara, in quanto ritenuti responsabili del danneggiamento della Scala dei Turchi. Come prove a carico dei due denunciati – aggiunge – i militari dell’Arma hanno addotto le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza dei luoghi e l’esito delle disposte perquisizioni domiciliari”.

Uno dei due presunti responsabili sarebbe dunque Domenico Quaranta. Un “pluripregiudicato con diversi precedenti giudiziari e di polizia fra i quali annovera un attentato alla metropolitana di Milano e un altro alla Valle dei Templi di Agrigento“, “nonchè un’altra azione di danneggiamento ai danni della marna di Punta Bianca”, tra il 2001 e 2002, dopo una presunta conversione all’Islam in carcere. Lo stesso, in passato è stato sottoposto a misura di prevenzione e di recente è stata rigettata, da parte del tribunale, una analoga richiesta ma è sottoposto al divieto di avvicinamento ad Agrigento disposto dalla questura”.

Quanto alle motivazioni del gesto “si ipotizza – aggiunge il procuratore – un atteggiamento di generica e vaga contestazione nei confronti del sistema e delle forze dell’ordine, come è dato scorgere sulle pagine dei social dello stesso indagato”.

Poco meno di 48 ore, dunque. Tanto hanno impiegato i carabinieri della Compagnia di Agrigento a dare un volto – ricostruendo in maniera certosina quanto fosse accaduto la notte fra venerdì e sabato scorsi alla Scala dei Turchi di Realmonte – ai presunti autori del raid vandalico che ha deturpato, con polvere di ossido di ferro, la scogliera di marna bianca.

Due i denunciati alla procura della Repubblica di Agrigento per l’ipotesi di reato di danneggiamento di beni avente valore paesaggistico. I carabinieri della Compagnia di Agrigento sono riusciti a fare piena luce sull’identità degli autori del grave danneggiamento, avvalendosi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e di una raffica di perquisizioni e verifiche effettuate fra Realmonte e Favara, passando anche da Porto Empedocle e la città dei Templi. A coordinare il fascicolo d’inchiesta, inizialmente aperto a carico di ignoti, sono stati il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e il sostituto Chiara Bisso.

I filmati della videosorveglianza hanno permesso di accertare che un furgone, un Ford Transit, è giunto di sera alla Scala dei Turchi; poi da quel mezzo sono scese due persone trascinando dei misteriosi sacchi, quelli che contenevano la polvere di ossido di ferro. Dopo un’attenta e ripetuta analisi delle immagini, i Carabinieri sono riusciti ad acquisire il numero di targa del furgone.

Da quell’istante in poi, è stata corsa frenetica per mettere dei punti fermi nell’inchiesta su un caso che ha suscitato scalpore e indignazione a livello mondiale. I sospetti dei Carabinieri si sono subito concentrati su un uomo di Favara, già noto per danneggiamenti simili.

La sua individuazione a Favara e l’ispezione del furgone ha permesso di trovare tracce di polvere di ossido di ferro. Le successive perquisizioni hanno consentito di ritrovare, all’interno dei magazzini ispezionati, guanti sporchi della stessa polvere e ulteriori, inequivocabili, prove. Nel frattempo, la Scala dei Turchibene candidato a diventare patrimonio mondiale dell’umanità Unesco – è stata ripulita da un esercito di volontari.

La ferita al paesaggio e alla bellezza della Sicilia è stata infatti immediatamente rimarginata. Queste le dichiarazioni del colonnello Vittorio Stingo: “L’Arma dei carabinieri è intervenuta nell’immediatezza per individuare subito gli autori di questo crimine ad opera di scellerati che ha deturpato uno dei beni paesaggistici più importanti della Sicilia. L”rma non molla il territorio a difesa dei nostri cittadini e delle bellezze naturali”. 

Source: agi


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