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I partiti approvano il 'Cura Italia'. Purché sia solo l'inizio

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“Siamo un modello, vogliamo che l’Europa ci segua”. Al termine della lunga maratona cominciata una settimana fa con l’incontro con le parti sociali, un Giuseppe Conte provato ma soddisfatto appare nella sala dei Galeoni di Palazzo Chigi per la prima conferenza stampa in video collegamento. I giornalisti, infatti, sono sistemati nella solita sala delle conferenze al piano terra del Palazzo del Governo e comunicano con premier e ministri attraverso il circuito chiuso.

Una soddisfazione motivata anche dalla portata economica del dispositivo dal nome quanto mai paradigmatico: Cura Italia. È quello che vuole fare il decreto appena emanato anche se nella stessa maggioranza non ci si nasconde che si tratta di un primo passo, che la terapia – insomma – non è che all’inizio. D’altra parte il Coronavirus rischia di intaccare, oltre che il Sistema sanitario nazionale, anche e soprattutto il tessuto produttivo ed economico.

E a ricordarlo, ancora prima della conferenza stampa è il vice segretario del Partito Democratico: “Credo che noi dobbiamo sapere che a una situazione come questa non si risponde semplicemente con un intervento. Sarà necessario, nel corso del tempo, reintervenire”, dice Andrea Orlando: “Dovremo fare via via i conti con gli effetti economici che si verranno a determinare”. Ad esempio, aggiunge Orlando, “sugli autonomi bisognerà fare di più. Ma ora siamo di fronte a un intervento di primo soccorso per evitare il collasso”.

A conferenza stampa in corso, poi, è il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, a dire che si tratta di “una prima manovra di 25 miliardi, un intervento fondamentale e necessario”. Ma poi aggiunge: “Credo che lo stesso presidente del Consiglio Conte ed il ministro dell’economia Gualtieri siano consapevoli che serviranno altri interventi radicali per rimettere in moto il sistema Paese, ed onorare l’impegno che tutti conservino il lavoro”. 

Marcucci fa parte della vecchia guardia renziana rimasta nella casa madre, ma la consapevolezza che non ci si trovi di fronte a una cura miracolosa è presente in tutto il Partito Democratico, come dimostrano le parole di Franco Mirabelli, vice capogruppo al Senato: “Il dl approvato dal Consiglio dei ministri è uno sforzo gigantesco, un primo passo importante per aiutare famiglie e imprese”. Un primo passo, dunque, al quale farne seguire degli altri. E i dem sono già al lavoro, fa sapere Emanuele Felice, responsabile economia del partito: “Nessuno sarà lasciato solo e siamo già al lavoro per tutti gli interventi che saranno necessari in base all’evoluzione del contagio del virus”, aggiunge.   

Dello stesso avviso sono anche i Cinque Stelle che, con il capo politico Vito Crimi, plaudono al lavoro del Governo per poi sottolineare: “Quello di oggi era un intervento necessario e fondamentale: siamo tutti consapevoli che ne dovranno seguire altri ai quali stiamo già lavorando. Continuiamo a lottare senza sosta e compatti per difendere la salute dei cittadini e sostenere l’intero sistema Paese”, conclude Crimi.

Ad indicare qualcuno dei punti su cui concentrarsi ancora è il vice ministro dello Sviluppo Economico, per il quale occorre “sostenere ancora di più chi non ha vere tutele, ovvero le migliaia di partite iva e chi in generale svolge lavoro autonomo. Sono sicuro che ce la faremo e che nessuno verrà lasciato indietro”, aggiunge Buffagni.

Su autonomi e partite iva si sofferma anche Italia Viva: “Le misure che oggi il Governo approva sono un primo passo. Ma serve molto altro, a cominciare dallo sblocco dei cantieri con il Piano Shock”, dice Matteo Renzi seguito poco dopo dal coordinatore nazionale Ettore Rosato: “Lavoreremo per un ulteriore sforzo nel prossimo provvedimento o in fase di conversione del decreto” varato oggi dal Consiglio dei ministri, per dare un maggior sostegno ai lavoratori autonomi e alle partite Iva. ​

Cosa chiede il centrodestra

Più critiche le opposizioni, anche se in un momento tanto delicato per il Paese nessuno sembra volere ingaggiare una battaglia all’ultimo sangue con l’avversario politico. Per Giorgia Meloni, il Cura Italia è “un decreto ‘cerotto Italia’. Spero che il governo se ne renda conto. Sono misure insufficienti per rimettere in piedi l’Italia. Se è il primo di una lunga serie, allora va bene, ma vorrei avere rassicurazioni su questo, sul fatto che servano molte altre risorse”, spiega la leader di Fratelli d’Italia.

Matteo Salvini rilancia le proposte qualificanti della Lega per migliorare il decreto in Parlamento: “Stipendi, affitti, mutui, versamento di Iva e contributi, cassa integrazione, sostegno ad autonomi e partite Iva, bonus a famiglie e imprese. Stiamo lavorando per migliorare un decreto che può e deve aiutare tutti a rialzarsi. Non ci possono essere Italiani di Serie B”.

 ​​”​Avevamo chiesto di sospendere, come legittimamente richiesto dalle categorie economiche e professionali, i versamenti fiscali a tutte le imprese e ai lavoratori autonomi almeno per tutto il 2020, ma il governo ha deciso diversamente”, sottolinea infine Silvio Berlusconi.

Il governo, aggiunge, “ha rinviato i versamenti solo per le attività chiuse per decreto mentre ha mantenuto le imprese di medie dimensioni nella pienezza dei loro obblighi fiscali. Prendiamo atto della volontà del governo di voler preparare un nuovo decreto per sostenere i lavoratori e ci impegniamo sin da ora a migliorare in Parlamento l’attuale decreto con la serietà e la determinazione che sono la cifra distintiva del nostro lavoro parlamentare”.

Vedi: I partiti approvano il 'Cura Italia'. Purché sia solo l'inizio
Fonte: politica agi


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