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I palaghiaccio italiani potrebbero non riaprire

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Alcune strutture hanno già fermato le attività per il caro energia, come l’‘Alvise De Toni’ di Alleghe, lo stadio di Pieve di Cadore, e la struttura di San Donato Milanese, altri che stanno meditando di chiudere, tra questi Chiavenna e persino Bolzano

AGI – È allarme per i palaghiaccio italiani a seguito del caro energia. Ci sono impianti già chiusi – l’‘Alvise De Toni’ di Alleghe, lo stadio di Pieve di Cadore, e la struttura di San Donato Milanese – altri che stanno meditando di chiudere, tra questi Chiavenna e persino Bolzano.

Infine, ci sono palaghiaccio che hanno già annunciato un aumento dei costi di gestione da suddividere alle singole società e quindi che andranno a ripercuotersi sulle famiglie. Non va meglio in altre Nazioni europee, tra esse la Germania.

Il costo per produrre e mantenere costante la pista ghiacciata nell’estate 2022 è triplicato, in alcuni casi le cifre sono quadruplicate. Gli impianti che restavano aperti avevano un costo di energia tra i 10 ed i 12mila euro che quest’anno è arrivato anche a 40mila.

Ad Alleghe, località di montagna ai piedi del massiccio del Civetta nel Bellunese, dove il palaghiaccio è stato teatro di tante epiche battaglie delle ‘civette’ nell’hockey su ghiaccio ma anche luoghi di svago per turisti (pattinaggio artistico) nei mesi invernali, il sindaco ha deciso di chiudere lo stadio: la bolletta del mese di agosto è stata di 53 mila euro.

“Per gli sport del ghiaccio chiudere gli impianti è terribile, deleterio per il nostro movimento. Per le piscine è diverso. Nelle città ci sono più piscine e chiuderne una o due non va ad inficiare sull’attività – dice all’AGI un preoccupato presidente della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, Andrea Gios –. A San Donato Milanese ci sono tanti tesserati, siamo a ridosso di Milano quindi con un grande bacino di utenza e purtroppo la struttura resta chiusa. Sono in continuo contatto con Sport e Salute e il Ministero al fine di un decreto finalizzato a trovare un fondo per il ghiaccio: il problema è che siamo una realtà minore. Ai primi di settembre ho inviato una lettera al Governo e a tutti gli enti per segnalare il problema che è molto delicato”.

A Bolzano, capitale degli sport del ghiaccio in Italia, il sindaco Renzo Caramaschi ha già fatto capire che le tariffe saranno aumentate mentre il vicesindaco Luis Walcher si chiede, “il costo del Palaonda (palaghiaccio, ndr) ci costava 740 mila euro l’anno, ora la cifra è destinata a raddoppiare, possiamo ancora permettercelo?”.

Anche a Chiavenna c’è preoccupazione. Il direttore del Centro Polisportivo locale, Massimiliano Scordamaglia parla di “costi esplosi, non solo dell’energia che è quello più elevato ma anche alle sostanze chimiche che vengono utilizzate, non possiamo fronteggiare questa situazione da soli”.

Scordamaglia ha poi aggiunto, “San Donato Milanese ha già chiuso, il PalaTazzoli di Torino nel prossimo futuro potrebbe fare altrettanto, ci sono piste chiuse e bar inattivi, a Sesto San Giovanni sono stati ritoccati i costi dell’affitto orario della pista”.