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I benefici delle lezioni in presenza superano i rischi legati al Covid

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AGI – La scuola tra i banchi, con le opportune precauzioni, fa bene ai bambini e supera i rischi legati al Covid-19. A sostenerlo un gruppo di ricercatori guidati dallo studioso Shamez N. Ladhani e il team di indagine sKIDs in uno studio prospettico pubblicato dall’ American Association For The Advancement Of Science (AAAS).

Chiusure non hanno colpito solo l’educazione

Le chiusure scolastiche dall’inizio della pandemia hanno colpito non solo l’educazione dei bambini, scrivono gli autori, ma anche il loro benessere sociale ed emotivo.

Le chiusure hanno anche limitato il loro accesso ai servizi sociali e assistenziali e ai pasti scolastici. Gli autori evidenziano diversi studi intrapresi dal 2020 che mostrano che il rischio di contrarre SARS-CoV-2 a scuola rimane molto basso, così come il rischio di casi nelle scuole che portano a focolai nella comunità.

Le ragioni per una minore trasmissione da parte dei bambini rispetto agli adulti rimangono incerte, osservano gli autori, ma includono tassi più elevati di infezione asintomatica, capacità polmonare ridotta e durata più breve della diffusione virale rispetto agli adulti.

Sebbene il rischio di una infezione grave da Covid-19 nei bambini e nelle loro famiglie sia basso, permangono preoccupazioni per il long Covid nei piccoli e l’emergere di varianti più trasmissibili di preoccupazione pone ulteriori sfide per gli ambienti educativi.

La vaccinazione degli adulti, tuttavia, proteggerà il personale e i membri della famiglia contro il Covid-19 e il conseguente minor tasso di infezione della comunità dovrebbe conferire una protezione indiretta (del branco) che contribuirà a ridurre il rischio di infezione nei bambini, affermano gli autori.

“Ora l’attenzione deve essere rivolta alla valutazione e all’implementazione di mitigazioni basate sull’evidenza per ridurre il rischio di infezione nelle scuole non solo per proteggere gli studenti e il personale ma anche per ridurre al minimo l’interruzione dell’istruzione e l’accesso a servizi aggiuntivi”, concludono gli autori.

Source: agi


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