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Fenomenologia-Freak di Bela Lugosi, il primo Vamp-Attore. È un progetto-ricerca che si svilupperà in due momenti teatrali distinti. Il primo consiste nella rappresentazione inedita di un Dracula solo: un dialogo con l’assenza in Teatro, il luogo ideale e reale – par excellence – della trascendenza apparente del Soggetto. In scena venerdì 26 agosto nella Corte del Castello Ursino a Catania, nell’ambito della rassegna “Catania Summer Fest 2022”. Pubblichiamo le note di regia dell’attore-autore Alessandro Ferrari

di Alessandro Ferrari

Nel secondo momento, che vedrà la luce più avanti, si porrà l’accento soprattutto sull’aspetto antropologico-attoriale e verterà sul rapporto indissociabile tra il personaggio vampiresco creato dall’irlandese Bram Stoker, “Dracula”, e la personalita’ fuori dal comune di Bela Lugosi, la sua prima e definitiva incarnazione artistica, attore ungherese autenticamente semi-transilvano che interpreto’ dapprima in teatro a Broadway (nel 1927) e successivamente al cinema ad Hollywood (nel 1931) il mito collettivo del vampiro, così come lo conosciamo sino ad oggi (finanche l’aspetto esteriore). Lugosi, con la sua personalissima interpretazione, fatta di magnetismo, portamento, espressività, vocalità, gestualità, mimica ed estetica, codificò per sempre l’immagine classica del vampiro, creando un qualcosa di assolutamente nuovo e, al contempo, definitivo; un personaggio ed uno stile di comportamento sottilmente romantico, affascinante, raffinato, ma anche tenebrosamente ambiguo, perverso e mefistofelico, indipendente ed antitetico rispetto al modello letterario originale creato dall’irlandese Bram Stoker, connotato, invece, da una mostruosa brutalità e da una sgradevolezza complessiva, priva di qualsivoglia appeal.

Il mattatore draculesco (il “Vamp-Attore”, figura che abbiamo qui teorizzato) è innanzitutto un vampiro psichico che si tiene in vita dissanguando energie, passioni e sentimenti altrui, dominato interiormente da un’ossessiva e compulsiva mania affascinatrice, che lascia rovine al suo passare. Un istrionico “morto non morto” che si incarna nei suoi fantasmi, cui dona parvenza vitale, ed esso stesso ridotto a spettro di uno s-progetto di “ex-sistentia”. Dracula, da vampiro (poeta) maledetto svuotato di senso e condannato irrimediabilmente alla vita eterna in solitudine, cercando invano la liberazione, vorrebbe sfumarsi, o meglio, “polverizzarsi” nella propria tragicomica (non)morte volontaria per “auto-impalettamento”, non essendoci più nessun Van Helsing vivente a perseguitarlo… In “I AM DRACULA!”, le maschere facciali apotropaiche, le “prese mistiche”, l’influsso magnetico, i gesti rituali delle mani e i movimenti ritmici e controllati del corpo, comporranno nella loro complessità, una sorta di codice di comunicazione antichissimo e ultraterreno di un grande officiante, atto a ripristinare il ruolo fondante dell’immaginazione e dell’emozione nell’arte.
Quasi a voler rivendicare e ribadire una vita propria dei personaggi immaginari nati dalla penna di un autore (do you remember Pirandello?), memori di ciò che rammentava Lugosi a tutti quelli che gli chiedevano che fine avrebbe fatto il suo tirannico personaggio, Dracula, che aveva, sì, fatto la sua fortuna, ma che lo aveva anche reso schiavo, imprigionandolo e fossilizzandolo per sempre in quel ruolo, egli ammoniva gli scettici uditori, pronunciando, in tono lapidario, la seguente sentenza: “Dracula non muore mai”…

L’aspetto che mi aveva attratto di più in Bela Lugosi, sin dalla più tenera età, era una vaga affinità di tipo antropologico, un misterioso e sorprendente retaggio di antica memoria, qualcosa di tipico in lui, nella sua praxis e nella sua figura che mi era stranamente “familiare” e che credevo di ritrovare anche in me. Qualcuno (più di una persona) che ha visto le mie e le sue foto oggi, confrontandole, invece, ha ravvisato persino una certa qual somiglianza somatica…

Ho voluto non solo idealmente, ma anche materialmente, rinsaldare il legame con i discendenti della famiglia di Bela Lugosi, oggi a capo della “Lugosi Enterprises”, l’impresa di famiglia (con a capo il figlio di Lugosi, Bela Jr e la nipote, Lynne Lugosi Sparks) che si occupa di gestire il “brand” del loro grande progenitore, promuovendo iniziative culturali e commerciali in tutti i paesi. Ebbene, la “Lugosi Enterprises”, mi ha rivolto queste belle parole: “Caro Alessandro, stai davvero aiutando la famiglia Lugosi a estendere l’eredità di Bela Lugosi alle prossime generazioni! Noi apprezziamo il tuo profondo studio dello stile di recitazione di Bela Lugosi”. (Lynne Lugosi Sparks, nipote di Bela Lugosi, CEO di Lugosi Enterprises, California, USA).

Probabilmente a furia di guardare, e studiare (la mia tesi di laurea era un omaggio a Lugosi e agli attori come lui), ed anche insegnare (avendo io tenuto da docente di recitazione, dei laboratori per gli studenti universitari); e pensare sempre a una stessa cosa, e concentrarmi, perseverando, sul mio obiettivo principale (auto-affermarmi come attore), mi ha modificato… Questa magica e misteriosa evenienza pare sia stata scientificamente dimostrata…