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Gnoseologia di Democrito

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di Gianni De Iuliis

Democrito (Abdera 460 ca – 360/350 ca) riprende la distinzione di Parmenide tra realtà e illusione e la distinzione di Eraclito tra desti e dormienti.
Per Democrito il filosofo deve andare al di là dell’apparenza, della superficie per giungere alla profonda realtà delle cose.
Pur distinguendo tra una conoscenza della ragione che è genuina e una conoscenza dei sensi che è oscura, non giunge a una netta contrapposizione tra sensibilità e ragione, ma ritiene che queste due facoltà siano in un rapporto di reciprocità, d’integrazione:
• La conoscenza parte dalla constatazione del reale per mezzo dei sensi;
• Si sviluppa mediante un’elaborazione intellettuale dei dati che provengono dai sensi;
• Giunge a spiegare ciò che i sensi si limitano a mostrare.
Non possiamo ancora parlare dello schema metodologico della scienza moderna, perché manca la nozione di esperienza, di esperimento e di verifica. Possiamo però già notare una differenza rispetto a Parmenide: mentre per gli eleati si poteva arrivare alla conoscenza solo con la ragione, ignorando i sensi, con Democrito la ragione deve lavorare su una materia fornitale dai sensi e darne conto.
(52. Continua)