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Gli investimenti di Huawei in Italia non cambiano con l'emergenza

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Huawei cresce ancora, ma rallenta e segna l’incremento più basso di crescita degli utili degli ultimi tre anni. È quanto emerge dai rapporto sui risultati finanziari 2019, presentato questa mattina in streaming da Shenzhen dal gigante tecnologico cinese.

Secondo i dati, Huawei ha chiuso il 2019 con un fatturato globale di 858,8 miliardi di yuan (123 miliardi di dollari), un incremento del 19,1% su base annua e un utile netto di 62,7 miliardi di yuan, pari a 9 miliardi di dollari. Un aumento però del 5,65% rispetto allo scorso anno, il più basso in termini di crescita degli utili, rispetto al 25% registrato nel 2018 e del 28% nel 2017.

Un risultato reso possibile anche dalla vendita di smartphone, che ha superato i 240 milioni di unità, con entrate che hanno raggiunto 467,3 miliardi di yuan: un aumento su base annua del 34%. A pesare nella flessione della crescita, le restrizioni imposte alla società negli Stati Uniti (in Cina le vendite sono aumentate del 36,2 per cento.

I ricavi dalla regione Asia-Pacifico, esclusa la Cina, sono diminuiti del 13,9%, mentre in Europa e in Medio Oriente le vendite sono cresciute solo dello 0,7%), mentre gli effetti dell’emergenza coronavirus non sono al momento calcolabili.  

La presentazione del report annuale è stata l’occasione per fare il punto sulle strategie di sviluppo per Italia delle reti 5G, e non solo, in un contesto reso complesso dalla presenza di Huawei nella cosiddetta “entity list” (la lista pubblica al cui interno sono elencate tutte le aziende per fare affari con le quali le società americane devono ottenere una speciale licenza) in corso negli Stati Uniti e dall’emergenza coronavirus. Proprio nel giorno, inoltre, in cui viene lanciata la nuova piattaforma (anche ecommerce) della compagnia. 

“Abbiamo sempre rimandato al mittente le accuse sulla nostra tecnologie e rapporti tra il gruppo Huawei e il Governo cinese – ha spiegato Luigi De Vecchis, Presidente di Huawei Italia – il Governo italiano ha risposto con una legge sul perimetro cibernetico, questo non vuol dire risolvere il problema, ma vuol dire prendere atto di un problema grande degli attacchi hacker”.

A proposito della “entity list”, De Vecchis ha sottolineato: “Non siamo stati ad aspettare il rinnovo di tre mesi in tre mesi della lista, ma abbiamo investito molto in ricerca di chip che ci consentissero di continuare a realizzare i prodotti. Al momento siamo abbastanza tranquilli di soddisfare le richieste che arrivano dal mercato”. Il lancio della nuova piattaforma di Huawei, va, ha spiegato De Vecchis, nella direzione della creazione di “un ecosistema che sarà importante per il futuro anche per la connessione di oggetti collegati in Rete. Il tema è investimenti e sviluppo”.

Un lancio che risponde anche ai divieti di mobilità imposti dall’epidemia. “L’obiettivo è aiutare i nostri partner a semplificare le relazioni con noi”. Sul futuro, De Vecchis ha anche detto a proposito dei 3,1 miliardi del piano di investimenti per l’Italia. “Gli investimenti che sono stati pensati restano inalterati. In Italia vogliamo soprattutto rafforzare il rapporto con le università perché pensiamo che la ricerca sia l’essenza della crescita economica“. In questo, la situazione con gli Stati Uniti e soprattutto l’emergenza coronavirus “ci obbligano a lavorare in modo diverso”. 

Vedi: Gli investimenti di Huawei in Italia non cambiano con l'emergenza
Fonte: economia agi


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