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Gli insulti hanno colpito anche un'omonima di Silvia Romano

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Si chiama Silvia Romano ma non è quella Silvia Romano appena rientrata in Italia, liberata dopo un rapimento durato 18 mesi. Si tratta di un’omonima, una ragazza che di mestiere fa l’assistente di Anastasio, il rapper che ha vinto la dodicesima edizione di X-Factor.

Le sue stories su Instagram, che solitamente arrivavano a 900 views, come racconta in un tweet, improvvisamente sono state seguite e visitate da oltre 6 mila utenti. È poco dopo sono cominciati ad arrivare messaggi, tanti messaggi, alcuni di sostegno, come “bentornata a casa” corredati da emoticon affettuose, poi però, probabilmente con il montare della polemica sulla conversione all’Islam e sul riscatto pagato, cominciano ad arrivare anche messaggi carichi d’odio.

“Ci ridarai i 4 milioni per riportarti in Italia?”, “Ma vergogna! 4mln per tornare indietro incinta, vestita da musulmana e sposata con uno dei rapitori…scandaloso!” scrive destraconservatricelombardia, “eh certo! 4 mln di euro anche miei per riportarti indietro…ma pensa te” fa eco giovanieuropeisti.

Send help pic.twitter.com/vX1Qxc8bSz

— itssil (@itssilsil)
May 10, 2020

 

Eppure il profilo della ragazza è evidentemente quello di un’omonima, non bastassero le numerose foto in cui il fatto che non si tratti della stessa persona è inequivocabile, in bio la sua attività è raccontata in maniera divertente ma chiara: “Nella vita cerco di sopravvivere ad @anastasio_ quello (malamente)” e sono numerose anche le foto insieme all’artista, che magari poteva anche piacere alla Silvia Romano volontaria, figuriamoci, ma resta il fatto che per capire che si trattava di un’altra persona non ci voleva questo granché.

Ma tanta era la furia degli haters che, è evidente, la loro ricerca non è andata oltre nome e cognome. Così la povera Silvia Romano, l’assistente di Anastasio, ha scoperto sulla sua pelle cosa vuol dire stare al centro di un dibattito in Italia.

A niente sono servite le risposte pubbliche, anche dello stesso Anastasio, mai sgarbate, anzi, sempre abbastanza ironiche, sul fatto che fosse palese che non fosse lei la volontaria appena liberata, in un’ultima storia che si può trovare sul suo profilo viene addirittura accusata di essersi fatta una non precisata pubblicità sfruttando questa omonimia.

Ragazzi questa storia non avrà mai fine, ora siamo passati direttamente agli insulti a me. pic.twitter.com/jLcYisRfPz

— itssil (@itssilsil)
May 12, 2020

 

Vedi: Gli insulti hanno colpito anche un'omonima di Silvia Romano
Fonte: cronaca agi


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