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Gestione dell’emergenza sanitaria. Ranieri Guerra, indagato a Bergamo per false informazioni al PM, si difende

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di redazione

La notizia, ormai ampiamente di dominio pubblico, è che la Procura di Bergamo ha avviato, già dall’autunno del 2020, un’indagine per accertare fatti e responsabilità relativi alle modalità della gestione dell’emergenza sanitaria da coronavirus in Lombardia nelle settimane a cavallo fra i mesi di febbraio e marzo del 2020.
In particolare l’inchiesta ha riguardato la mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, la riapertura, considerata anomala, del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo e l’elevato numero di morti nelle Rsa della provincia di Bergamo.
A seguito delle indagini, la procura di Bergamo ha avviato un procedimento penale nei confronti di cinque dirigenti della sanità lombarda per avere reso false dichiarazioni al pubblico ministero . Si tratta dell’ex direttore generale della sanità della Lombardia, Luigi Cajazzo e l’allora suo vice, Marco Salmoiraghi, di Aida Andreassi, dirigente dell’assessorato alla salute della regione Lombardia, Francesco Locati e Roberto Cosentina, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario della Asst di Bergamo).
Con la medesima ipotesi di reato il procedimento è stato aperto anche nei confronti di Ranieri Guerra, ex direttore generale dell’ufficio di Prevenzione del ministero della Salute ed attuale direttore vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il nostro giornale ha ricevuto da parte del Dottor Ranieri Guerra, tramite l’Avvocato Marco Rago, una lettera con la quale si richiede “di garantire adeguato spazio alla ricostruzione dei fatti contenuta nella memoria difensiva” del Dottor Guerra.
Nella lettera si legge che il Dott. Ranieri Guerra ha deciso di “sciogliere la riserva del silenzio stampa sinora serbato su aspetti, circostanze, fatti e documenti che sono indispensabili per la sua difesa giudiziaria e dinanzi l’opinione pubblica nazionale ed internazionale” e per questo “la suddetta memoria difensiva viene messa a disposizione dei principali organi di stampa e televisivi affinché venga ripristinata la verità”.
Sulla dolorosa e complessa vicenda, al centro di un grandissimo clamore mediatico, il “Quotidiano dei Contribuenti” ha scelto di non commentare, limitandosi a riportare le notizie diffuse dalle agenzie di stampa. Per offrire alle nostre lettrici e ai nostri lettori un quadro più ampio d’informazione, pubblichiamo tanto le ipotesi di reato formulate dalla procura di Bergamo a carico di Ranieri Guerra, tratte dalla rogatoria con richiesta di informazioni all’OMS, quanto la memoria difensiva prodotta dai legali del Dottor Guerra.
La rogatoria
La procura di Bergamo ha inviato per via rogatoria, una “richiesta di Assistenza Giudiziaria in materia penale nel confronti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)”, nella quale chiarisce che si procede (oltre che per le cinque persone sopra richiamate) nei confronti del Dott. Ranieri Guerra, in base all’art. 371 bis del codice penale “perché, sentito (a Bergamo il 5 novembre 2020. N.d.r.) come persona informata sui fatti” nell’ambito del procedimento penale sulla gestione della pandemia nel territorio bergamasco “richiesto dal pubblico ministero di fornire informazioni ai fini delle indagini, rendeva dichiarazioni false ed, in particolare
1) riferiva che il piano di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale (piano pandemico) adottato nel 2006 “non doveva essere aggiornato ‘perché non ci sono state variazioni sostanziali epidemiologiche, tantomeno indicazioni da parte dell’OMS di variazione del piano’ e che ‘sino a quando sono stato direttore generale il piano è stato rivisto annualmente e confermato in validità. L’ufficio V della Direzione generale della Prevenzione rivedeva ed istruiva annualmente il predetto piano sulla base delle indicazioni provenienti dall’OMS”, quando invece risulta che
a) ci sono state le pandemie A(HINI), detta influenza suina del 2009 e Mers-CoV nel 2012 che hanno cambiato il quadro epidemiologico;
b) il piano non è stato rivisto e doveva essere aggiornato secondo le linee guida di OMS del giugno 2013, maggio 2017, con le linee guida della Commissione Europea del gennaio 2009 e con la Decisione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2013 n 1082/2013/UE;
2) riferiva di “aver lasciato tra le varie comunicazioni al ministro, prima di concludere il mio incarico di direttore generale, una comunicazione scritta con la quale evidenziavo che avevamo avuto conoscenza da OMS che sarebbero cambiate le classificazioni delle varie fasi di una pandemia. Cambiando la classificazione delle fasi ad opera dell’OMS vi era chiaramente necessità di adeguare il piano del 2006 al mutato quadro complessivo”, quando invece la classificazione delle fasi era stata modificata dalle linee guida del 2013 sopra citate, poi confermate nel 2017;
3) riguardo il report “An unprecedented challenge Italy’s first response to COVID -19” riferiva che:
a) il dottor Francesco Zambon (l’ex funzionario dell’OMS che scrisse il rapporto, poi ritirato, in cui definiva ‘improvvisata’ la prima risposta italiana all’emergenza Covid. N.d.r.) lo aveva informato “attorno all’11 maggio 2020 che non era ancora pervenuta l’approvazione del report già predisposto”, mentre risulta che il report sia stato approvato il 7.5.2020, da parte della dott.ssa Catherine Smallwood, l’8.5.2020 da parte della dottoressa Dorit Nitzan, entrambe dell’ufficio OMS di Copenaghen e l’11.5.2020, anche da parte dell’ufficio di Ginevra diretta dallo scienziato capo dottoressa Soumya Swaminathan;
b) “Anche l’ufficio regionale di Copenaghen mi ha chiesto il testo del report in quanto non l’avevano ancora ricevuto”, mentre risulta che il testo sia stato inviato il 2.5.2020 alla dott.ssa Smallwood, IMST manager dell’ufficio di Copenaghen;
c) “Non mi convincevano diversi aspetti. In particolare il report sopra indicato non prendeva in considerazione il piano pandemico antinfluenzale del 2006, persistendo in quella che a me è sembrata una considerazione di fondo; in particolare, il rapporto di Zambon evidenziava che non vi era un piano pandemico” mentre risulta a pag. 2 del report che l’Italia si era dotata di un piano pandemico nel 2006, reconfirmed in 2017;
d) “Altra circostanza che non condividevo è che il report non considerava i provvedimenti adottati dal CTS, tra cui un piano per far fronte alla pandemia, risalente al febbraio 2020, che, ancorché non divulgato, si sapeva tuttavia che esistesse e che era alla base delle decisioni che venivano adottate in quella fase”, mentre risulta dal verbale del CTS del 4.3.2020 che il piano qui citato era stato tenuto riservato e quindi non a conoscenza di Zambon;
e) “Quando ho interloquito con Zambon, ho domandato se nella predisposizione del report avesse avuto un confronto con la ‘controparte’, ossia il Governo italiano; Zambon mi disse che avrebbe recepito alcune mie osservazioni, ma che non riteneva opportuno dal suo punto di vista contattare lo Stato italiano”, mentre risulta che nella mail 14.4.2020, il dott. Guerra scriveva al dott. Zambon che il “Ministro Speranza e Ministra Pisano pronti a dare ok su supplì per medici di base. Più tradi invio loro le specifiche tecniche che possono essere poi da guida per chi farà il procurament. Ti ho aperto un’autostrada sulla narrazione, ma bisognerebbe condividere con Speranza un indice più aggiornato di quello che volete fare così che benedica anche questa parte”; risulta anche che, con l’invio di quanto richiesto, lo stesso Zambon ringraziava Guerra “per la tuta intermediazione con il Ministro”. Infine ulteriore conferma di ciò emerge dal contenuto della chat tra BRUSAFERRO e ZAMBON del 14.5.2020, alle ore 9.32, allorquando quest’ultimo scriveva: “Sentiamoci più tradi per piacere. Guerra mi ha chiesto l’outline ancora un mese fa e mi ha promesso che ne avrebbe parlato col ministro e con te. Poi ti giro la email. Ti puoi immaginare che non volevo certo creare problemi al mio paese. Anzi tutti i commenti che ricevo stamattina sono di ammirazione per l’Italia. Per piacere sentiamoci dopo”;
f) “Sono a conoscenza del fatto che il Ministro della Salute Speranza abbia manifestato disappunto circa la publicazione del report senza una preventiva comunicazione alle autorità italiane. Ricordo che quando il documento è stato pubblicato, il Ministro della Sanità Speranza mi ha contattato, dolendosi del fatto che nessuno della sanità italiana era stato contatto. Io mi misi in contatto con Kluge, responsabile regionale dell’OMS, al quale rappresentati le doglianze, condividendole, che mi erano pervenute dal Ministro Speranza ed evidenziando che il rapporto era stato pubblicato da ZAMBON senza il visto e la revisione della sua diretta superiore Dorit Nitzan, così come riferitomi dalla Nitzan medesima”, mentre risulta che la dott.ssa Dorit Nitzan abbia autorizzato la pubblicazione del report l’8.5.2020.
g) “Inoltre ritengo che il report non sia stato più pubblicato, nenache successivamente, in quanto, nel frattempo, l’ufficio regionale di OMS aveva stabilito una differente politica che prevedeva pubblicazioni relative alle reazioni all’epidemia dei vari stati secondo un modello comune che vi esibisco. Per tali ragioni ritengo che il documento venne ritirato dal Direttore Regionale dell’OMS e non più pubblicato”, mentre risulta, dal documento titolato “Country Covid-19 Intra-Action Review (IAR) 22 September 2020” ed esibito dallo stesso indagato, che le nuove linee guida sono del 22.9.2020;
h) “Tengo a precisare che quando viene pubblicato un documento OMS questo prevede tutta una serie di valutazioni che, nel caso di specie, a mio giudizio non erano state rispettate”, mentre, come già detto, il report aveva ricevuto le approvazioni previste il 7, l’8 e l’11 maggio 2020;
i) “Per tali ragioni ritengo che il documento venne ritirato dal Direttore Regionale dell’OMS e non più pubblicato”, mentre risulta che lo stesso GUERRA si sia adoperato personalmente alla rimozione dal sito di OMS del report in trattazione. Infatti, dall’esame della chat tra lo stesso GUERRA e BRUSAFERRO emerge quanto segue:
– 14.5.2020, alle 15.42, GUERRA scrive a BRUSAFERRO: “Sono stato brutale con gli scemi del documento di Venezia. Ho mandato scuse profuse al ministro e ti ho messo in cc di alcune comunicazioni. Alla fine sono andato su Tedros e fatto ritirare il Documento. Sto ora verificando il paio di siti laterali e di social media dove potrebbe essere ancora accessibile per chiudere tutti i canali. La ritengo comunque una cosa schifosa di cui non si sentiva la mancanza. Spero anche di far cadere un paio di incorreggibili teste. Grazie”
– 14.5.2020, alle 15,42, BRUSAFERRO scriveva a GUERRA: “Grazie molte. Io sono inesperto ma mi pare che sia proprio una situazione critica”;
– 14.5.2020, alle 15.57, GUERRA scriveva a BRUSAFERRO: “Hanno fatto una sciocchezza. Gli è stato detto in tutti i modi. Hanno bypassato il percorso autorizzativo solo per uscire con un rapporto e mettere una firma”;
– 14.5.2020, alle 16.01, GUERRA scriveva a BRUSAFERRO: “hanno messo in dubbio un percorso di costruzione di fiducia e confidenza che sono riuscito con la fatica che sai a proporre e consolidare: ci ho messo la faccia e moto di altro in un ambiente fatto non solo di amici. In più, stanno mettendo a rischio una discussione molto seria che è stata impostata anche in prospettiva di G20 e di una relazione speciale tra Tedros e l’Italia. Se fossi il ministro ci manderei tutti all’inferno…”.

La rogatoria continua a riportare la chat tra Guerra e Brusaferro, attuale portavoce del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), che conferma la posizione di Ranieri Guerra, numero due di OMS, rispetto al report sull’Italia scritto dai ricercatori dell’OMS di Venezia. La rogatoria prosegue dunque con la specificazione delle richieste di chiarimento sulle “questioni tecniche rientranti nel novero delle competenze” dell’OMS, con la premessa che per la procura di Bergamo “rivestono particolare rilevanza le questioni relative all’odozione, all’aggiornamento ed all’efficace implementazione, da parte delle autorità preposte alla tutela della salute pubblica, del c.d. piano pandemico nazionale”.
“In tale contesto veniva escusso – dice la rogatoria della procura di Bergamo – il 5 novembre u. s., il Dott. Raniero Guerra, il quale rendeva dichiarazioni che, alla luce degli ulteriori elementi in atti, ne hanno imposto l’iscrizione nel registro degli indagati in ordine al reato di cui all’art. 371 bis c. p. (“False informazioni al pubblico ministero)”.
Il Dott. Guerra ci ha fatto pervenire una ponderosa documentazione che contiene una rassegna stampa sul caso in questione, una serie di note che afferiscono all’attività da lui svolta nella veste di direttore generale dell’ufficio di Prevenzione del ministero della Salute in relazione al piano pandemico nazionale, circolari, raccomandazioni, esercitazioni e piani di intervento e prevenzione in materia di malattie epidemiche, e poi esercitazioni, note ed e-mail, comunicazioni del periodo successivo, che testimoniano l’impegno assiduo di Ranieri Guerra su questo versante.
Dopo aver fatto comprendere, attraverso ampi stralci del testo della rogatoria, le ipotesi accusatorie della procura di Bergamo, per dare il giusto spazio anche alle argomentazioni portate dal Dott. Ranieri Guerra a propria difesa, riportiamo di seguito il testo della memoria difensiva depositata dal suo avvocato, con la quale si chiede l’archiviazione del procedimento a carico del numero due dell’OMS.
MEMORIA EX ART. 367 C.P.P.
Il sottoscritto avv. ROBERTO DE VITA del Foro di Roma, difensore di fiducia, come da nomina in atti, del dr. Raniero Guerra, indagato nell’ambito del procedimento penale in oggetto indicato, rappresenta quanto in prosieguo.
PREMESSO
– In data 9 aprile 2021 veniva pubblicata su numerose testate giornalistiche (sia cartacee che, soprattutto, on line) la notizia relativa alle indagini svolte dalla Procura di Bergamo nei confronti del dr. Guerra, perché indagato per il reato di “false informazioni al PM”, in relazione alla sua deposizione come persona informata sui fatti avvenuta il 5 novembre 20201(All. 1).
– Particolare risalto alla notizia veniva dato dalla trasmissione di Rai 3 Report (la quale aveva già dedicato alcune puntate sulla c.d. “inchiesta sul piano pandemico e l’epidemia nella bergamasca”), che alle ore 12:38 del 9 aprile riferiva di poter “rivelare che Ranieri Guerra, numero due dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e in passato direttore generale prevenzione al ministero della salute, è indagato a Bergamo per aver fornito informazioni false al procuratore quando è stato convocato come persona informata dei fatti”
– Contattato da numerosi giornalisti, il dr. Guerra apprendeva così di essere stato iscritto nel registro degli indagati da parte della Procura di Bergamo e che quest’ultima avesse già inoltrato per via rogatoriale all’Organizzazione Mondiale della Sanità una articolata richiesta di informazioni: rogatoria il cui contenuto era già singolarmente noto ai numerosi giornalisti (ma non al dr. Guerra) e di cui, infatti, qualche giorno dopo verrà data ampia e dettagliata evidenza nelle trasmissioni televisive “Non èl’Arena” trasmessa su La7 e “Report”su Rai 3.
– Del tutto all’oscuro di tali informazioni, il dr. Guerra pertanto chiedeva formalmente all’Ufficio Legale dell’OMS di ricevere notizie in merito a tale presunta rogatoria che veniva trasmessa con mail del 9 aprile 2021delle 21.32 (All. 2).
– La lettura di quanto riportato nella rogatoria –il cui contenuto nei giorni successivi è stato interamente reso pubblico dai principali organi di informazione (sia di stampa che televisivi/radiofonici) –fa emergere tuttavia un quadro ben diverso dalla realtà dei fatti e, soprattutto, impreciso e non aderente nelle ricostruzioni rispetto a quanto dichiarato dal dr. Guerra in sede di sommarie informazioni al PM in data 5 novembre 2020.
– Sul punto è bene evidenziare anzitutto come – nonostante il suo status di funzionario internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (agenzia ONU) e, quindi, soggetto ad immunità diplomatica – e pur a fronte di un invito a comparire del tutto irrituale rispetto alle normali procedure previste dagli artt. 727 e ss. c.p.p., il dr. Guerra abbia offerto la più ampia disponibilità e collaborazione, ritenendo di non aver nulla da nascondere ma, anzi, di poter offrire il proprio contributo alla ricostruzione degli eventi utili per le attività di indagine in corso(e relative all’accertamento di eventuali responsabilità sulla gestione della crisi da Covid 19 nei nosocomi del territorio di Bergamo).
– Tale era la trasparenza e lo spirito di collaborazione che hanno mosso le intenzioni del dr. Guerra che lo stesso – a differenza di quanto insistentemente insinuato dai mass media – non ha neppure informato preventivamente l’Organizzazione di appartenenza né ha chiesto o ricevuto alcuna “autorizzazione” di sorta. Tuttavia, la sua buona fede è stata evidentemente travisata fin dall’origine della vicenda atteso che il 5 novembre 2020, al termine del compimento dell’atto e proprio all’uscita dagli uffici della Procura di Bergamo, ha trovato ad attenderlo proprio due giornalisti di Report, i quali hanno utilizzato tali immagini nelle successive ricostruzioni,distorte e gravemente incomplete, diffuse nei giorni successivi (cfr. Report Rai 3 – puntata del 7.12.2020, “La sempre più consapevole foglia di fico”, dal minuto 10:126).
– Pertanto, al fine di fornire una ricostruzione dei fatti oggettiva, completa epuntualmente riscontrata da atti e documenti, si procederà di seguito a ripercorrere la vicenda oggetto di interesse, anche sulla base di quanto contenuto nella rogatoria inviata all’OMS e di quanto ivi specificamente contestato.
***
1. IL RUOLO E GLI INCARICHI RICOPERTI DAL DR. GUERRA
– Il dr. Raniero Guerra è un medico e docente universitario, che ha svolto e continua a svolgere la sua attività soprattutto in ambito internazionale e che vanta una quarantennale esperienzanel settore della salute pubblica.
– Dal mese di novembre 2017 ha ricoperto l’incarico di Direttore generale aggiunto per le iniziative strategiche (eradicazione della polio; transizione post-polio; resistenza antimicrobica; salute dei migranti e dei rifugiati) presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), agenzia delle Nazioni Unite.
– Dal mese di marzo 2020 è statodesignato“inviato speciale del Direttore Generale OMS per l’emergenza COVID-19 in Italia”e, in data 11 marzo 2020, nominato dal Capo della Protezione Civile Nazionale membro del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale istituito dal Presidente del Consiglio dei Ministri per la gestione dell’emergenza sanitaria in atto.
– In precedenza – e per l’esattezza dal mese di Ottobre 2014 al mese di Novembre 2017 – ha ricoperto l’incarico di Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute italiano.
– L’esatta collocazione nel tempo del ruolo e degli incarichi ricoperti dal dr. Guerra è fondamentale ai fini di quanto si dirà nel prosieguo in ordine alle asserite (e non documentate né altrimenti provate) responsabilità nella gestione dell’emergenza sanitaria italiana dovuta alla pandemia, nonché nelle presunte “interferenze” con la pubblicazione del rapporto “An unprecedented challenge; Italy’s first response to Covid-19”, coordinato dal dr. Francesco Zambon.
1.1. Gli aggiornamenti del “Piano nazionale di risposta ad una pandemia influenzale”
1.1.1. Si sostiene che il piano nazionale del 2006 non sia mai stato aggiornato e che addirittura lo stesso dr. Guerra abbia dichiarato che “non doveva essere aggiornato” (cfr. testo non virgolettato nell’atto di rogatoria, pag. 2). Posto che il tenore delle dichiarazioni è ben differente – ovvero: “sino a quando sono stato direttore generale il piano è stato rivisto annualmente e confermato in validità” (virgolettato così riportato nella rogatoria) – è bene precisare anzitutto cosa si intenda per “aggiornamento”.
-Ed infatti, aggiornare significa “tenere a giorno, rivedere e completare un’opera per renderla rispondente alle esigenze presenti” (Treccani), il che non comporta necessariamente la “integrale sostituzione di un lavoro precedente con qualcosa di nuovo”.
– Le stesse linee guida dell’OMS susseguitesi nel tempo, si sostanziano in testi che vengono arricchiti ed integrati e che – per loro stessa natura – devono fornire solo una “guida” ai paesi membri ma che, in nessun caso, possono intendersi quali strumenti cogenti, atteso che le valutazioni specifiche devono essere necessariamente rimesse al singolo Stato ed al suo specifico scenario.
– È sufficiente notare, sul punto, come al “Pandemic Influenza Preparedness and response”del 2009 sia succeduta la guida ad interim “Pandemic Influenza RiskManagement: WHO interim Guidance” di maggio 2013, poi confluita nel testo definitivo “Pandemic Influenza Risk Management”8di maggio 2017, successivamente di nuovo aggiornato ed integrato a novembre 2017 e gennaio 20189.
– Appare,quindi,priva di pregio la considerazione inserita nell’atto di rogatoria relativa alla sottesa quanto presunta cogenza (in termini di immediato recepimento formale) delle linee guida dettate dall’OMS, atteso che lo stesso documento del 2017 evidenzia come: “Thisdocument is not intended to replace national plans […] The revised global phases are also to be used for communicating the global situationbut, as they are an ‘average’ of the situation in all countries, do not reflect what is happening in each individual country. Management decisions and actions at the country level should be based on the country’s specific situation and needs.”
– Ad ogni buon conto, nel corso del periodo in cui il dr. Guerra ha svolto l’incarico di Direttore Generale presso il Ministero della Salute – ovvero dal mese di ottobre 2014 al mese di novembre 2017 – numerose sono state le attività di implementazione e le azioni intraprese (per quanto di propria competenza) proprio alla luce delle diverse linee guida emanate non solo dall’OMS ma anche dall’autorità europea ECDC, soprattutto in tema di influenza, vaccini, formazione ed aggiornamento a livello centrale e coordinamento con le autorità sovranazionali (ECDC e OMS–a titolo meramente esemplificativo e non esaustivodella intera attività svolta, si vedano i documenti di cui agli Allegati 3-4-5).
– Il tema dell’influenza è stato oggetto di particolare attenzione ed interesse e all’emanazione di numerose circolari ed atti di disposizione interni è seguita una corrispondente attività di aggiornamento in tutti gli ambiti, anche attraverso la creazione di una nuova area tematica interamente dedicata all’argomento sul sito istituzionale (All.6)
Infine, proprio a seguito della pubblicazione delle linee guida completatenel 2017 dall’OMS, nel mese di settembre dello stesso anno lo stessodr. Guerraha ritenuto la necessità di rivedere in maniera organicae condivisa con le altre istituzioni interessate il piano pandemico nazionale, informando il Ministro della opportunità di costituire unappositogruppo di lavoro,formato da rappresentanti dell’ISS, delle Università ed enti di ricerca, delle società scientifiche e IRCSS (All. 7).
– Tuttavia, nel successivo mese di novembre 2017 il dr. Guerra lascerà l’incarico di Direttore Generale presso il Ministero della Salute e, pertanto, non conoscerà né seguirà in alcun modo gli sviluppi o le sorti di tale progetto. -Allo stesso tempo, sempre nell’ambito delle attività periodiche dell’OMS, è interessante notare come al “Pandemic Influenza Risk Management” di maggio 2017 si sia aggiunta, a novembre 2017, la guida generale “WHO Guidance for Surveillance during an Influenza Pandemic” nonché il testo “A checklist for pandemic influenza risk and impact management: building capacity for pandemic response” di Gennaio 2018 il quale, secondo la stessa OMS,“This checklist is a tool to help national authorities to develop or update national pandemic influenza preparedness plans for managing the risk and impact of an influenza pandemic under the guiding principles of the 2017 WHO pandemic influenza preparedness framework – “Pandemic Influenza Risk Management”. It updates and replaces the 2005 WHO checklist for influenza pandemic preparedness planning”.
– Pertanto, qualora si volesse valutare l’effettiva implementazione ed adeguamento dei piani italiani (per lo meno di quello o di quelli che sono stati attivati per indicazione del Ministro della Salute e/o del Capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale) al momento dell’esplosione della pandemia da Covid19, tale valutazione dovrebbe prendere necessariamente a riferimento gli ultimi (rispetto all’epoca) orientamenti emanati dall’OMS ovvero: • il “Pandemic Influenza Risk Management”di Maggio 2017;
• la“WHO Guidance for Surveillance during an Influenza Pandemic” del Novembre 2017, nonché
• “A checklist for pandemic influenza risk and impact management: building capacity for pandemic response” del Gennaio 2018 che, come sopra riportato, integra il testo del 2017 e sostituisce la checklist individuata nel 2005.
– Non si comprende, dunque,in cosa consisterebbe la presunta falsità riferita dal dr. Guerra al magistrato, né tantomeno a quali responsabilità “omissive” o addirittura “commissive” si voglia far riferimento rispetto allo specifico tema di indagine rappresentato nella rogatoria.-Al contrario, qualora si vogliano accertare “eventuali condotte costitutive di reato commesse, nell’area territoriale di competenza, nell’ambito della gestione delle prime fasi dell’emergenza pandemica […]” con particolare riguardo alle “questioni relative all’adozione, all’aggiornamento ed all’efficace implementazione, da parte delle autorità preposte alla tutela della salute pubblica, del c.d. piano pandemico nazionale” si dovrebbe, se del caso,verificare cosa è stato fatto a seguito della pubblicazione delle linee guida del 2017 e delle ulteriori integrazioni successive.
– In tal senso, si dovrebbe quindi verificare se l’attività avviata dal dr. Guerra a settembre 2017 sia stata proseguita da chi gli è succeduto a partire dal mese di novembre 2017 e come sia stata implementata la normativa nazionale sulla base dei coevi indirizzi sovranazionali.
– Sul punto, appare di interesse quanto affermato con nota del 13.09.2018 a firma del Direttore Generalein carica, dr. D’Amario, secondo il quale: “di recente, a marzo 2018, l’OMS ha pubblicato un documento sulla gestione del rischio e dell’impatto di una pandemia influenzale e un documento con indicazioni ai Paesi per la redazione o l’aggiornamento di un piano nazionale di preparazione in caso di pandemia.
Rispetto al passato, si possiedono maggiori conoscenze, anche grazie allo studio delle passate pandemie, della diffusione e del controllo della malattia, della comunicazione e di modelli statistici sempre più sofisticati sui vari aspetti dell’influenza. Inoltre, è stata acquisita la consapevolezza che la preparazione pandemica richiede il coinvolgimento non solo del settore sanitario, ma dell’intera società.
La Scrivente Direzione Generale sta procedendo alla istituzione di un Gruppo di lavoro per la realizzazione di un ‘Nuovo Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale’, sulla base delle ultime raccomandazioni dell’OMS”.
– Una valutazione di “adeguatezza o meno” della gestione delle prime fasi della pandemia come quella prospettata dovrebbe in ogni caso tenere conto di tutti gli elementi all’epoca disponibili ed analizzarli attraverso un ragionamento ex antee non certamente ex post.
– Sul punto, è bene evidenziare come – sebbene il dr. Guerra non abbia svolto alcun ruolo né incarico specifico o determinante per ciò che riguarda genericamente e atecnicamente la “gestione della pandemia” (che si sa essere aspetto complesso e coinvolgente una pluralità di soggetti, istituzioni, elementi e fattori di difficile ricostruzione) – il giudizio sull’apparato di uomini e mezzi messo in atto dal governo dell’epoca non può certo essere ridotto semplicisticamente alle presunte (quanto inesistenti) “omissioni” poste in essere dal dr. Guerra nel periodo 2014-2017, saltando a piè pari tutto quello che è accaduto dal 2017 ai primi mesi del 2020 e, soprattutto, non tenendo affatto conto della effettiva struttura sanitaria esistente nel nostro paese e della conseguente ripartizione di ruoli, compiti e funzioni ai sensi di quanto previsto dall’art. 117 della Costituzione (ma sul punto si preciserà meglio nel prosieguo della trattazione).
– Una semplificazione di tal fatta – degna al più di un talk show sensazionalistico di bassa lega – rischierebbe di far muovere gli approfondimenti da presupposti parziali, oltre che errati in fatto ed in diritto.
1.1.2. In ordine al presunto “mancato aggiornamento” da parte del dr. Guerra del piano pandemico nazionale, oltre alle lineeguida dell’OMS del 2013 (rectiusdel 2017) – le quali, lo si ribadisce, anche a volerle ritenere cogenti e di immediato recepimento formale, sono state definitivamente emanate dopo la cessazione dell’incarico da parte del dr. Guerra – particolare risalto viene dato alle “linee guida della Commissione Europea del gennaio 2009” e alla “Decisione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2013 n. 1082/2013/UE”.
– Considerato che già la tipologia di strumento citato (linee guida e decisione) di per sé esclude una qualsiasi forma di “cogenza” strettamente intesa –ovvero come “necessitante di un immediato e diretto recepimento formale”, per come viene fatta intendere – è utile in ogni caso analizzarne il contenuto per escludere senza alcun dubbio qualsiasi tipo di “omissione” da parte del dr. Guerra.
– Quanto alle linee guida16genericamente richiamate, esse si riferiscono alle “strategie nazionali di vaccinazione” elaborate dalla Commissione a fronte della pandemia da H1N1 (c.d. influenza suina) e il loro obiettivo principale è quello di analizzare le questioni chiave in materia di “coordinamento sanitario relativo alla pandemia (H1N1) 2009 a livello comunitario e internazionale. Essa intende inoltre sottolineare l’importante aspetto intersettoriale di tale pandemia. A tal fine e in risposta alle richieste del Consiglio dei ministri della sanità, contemporaneamente al presente testo la Commissione mette a disposizione cinque suoi documenti di lavoro in materia di sviluppo di vaccini, strategie di vaccinazione, approvvigionamento comune, comunicazione ai cittadini e sostegno a favore dei paesi terzi.”
– Parimenti, la Decisione del Parlamento europeo 1082/2013/UE ha come scopo principale quello di “coordinare e integrare le politiche nazionali”18e “mira a sostenere la cooperazione e il coordinamento tra gli Stati membri per migliorare la prevenzione e il controllo della diffusione di gravi malattie umane oltre le frontiere degli Stati membri e per lottare contro altre gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero, allo scopo di contribuire a un elevato livello di protezione della sanità pubblica nell’Unione”. La Decisione “precisa altresìle modalità di cooperazione e coordinamento tra i vari attori a livello dell’Unione”. (cfr. Decisione, Articolo 1). In tal senso la Decisione definisce i contesti transfrontalieri intraeuropei dove potrebbe applicarsi il coordinamento (costituzione e ruolo dell’Health Security Committee europeo), separando al contempo le responsabilità dei singoli Stati membri (la sanità pubblica rimane nell’orbita delle singole Nazioni).
– Un insieme di norme, dunque, sicuramente vincolanteper gli Stati membri-per quanto concerne l’interoperabilità dei sistemi nazionali di rilevazione e sorveglianza che confluiscono nel sistema europeo gestito dall’ECDC ma che riguarda principalmente le attività di coordinamento con gli altri Stati e con gli enti a questo preposti, come per l’appunto l’ECDC (che infatti nel dicembre 2017 emanava la“Guide to revision of national pandemic influenza preparedness plans -Lessons learned from the 2009 A(H1N1) pandemic”, Stockholm: ECDC; 2017”), nonché le indicazioni in tema di designazione delle autorità nazionali competenti, di monitoraggio e segnalazione o, ancora, le procedure per le aggiudicazioni congiunte a livello comunitario per l’acquisto di contromisure mediche. Al contrario, esse non riguardano l’adozione di misure, o l’obbligo di adozione di misure specifiche all’interno dei singoli Stati membri i quali, come noto,mantengono la loro “sovranità”, non essendo intervenuta cessione sulle strategie e piani operativi all’interno dei confini nazionali (come d’altronde ormai notorio in ragione del differenziato approccio strategico ed operativo adottato nei singoli territori e che ha dimostrato un’elevata disomogeneità tra le misure in concreto adottate).
– Non si comprende, pertanto, quale possa essere l’incidenza diretta ed immediata di tali indicazioni europee sul “piano influenzale” italiano, salvo che non si voglia sostenere che il contenuto di quest’ultimo fosse in diretto contrasto con le stesse ovvero che non sia stata data loro attuazione (cosa che non è). Ma una verifica di tal genere, oltre a non essere stata fatta, è evidentemente molto più complessa ed elaborata, e non può certo risolversi semplicemente con il mero confronto (per di più decontestualizzato) tra date di singoli documenti.
– Nessuna falsità, pertanto, né tantomeno alcun comportamento omissivo può essere ascritto – neppure indirettamente – al dr. Guerra: una lettura attenta, completa e consapevole di tutti gli atti richiamati evidenzia immediatamente la fallacia del ragionamento operato nell’incolpazione.
– Da ultimo, ed al fine di sintetizzare tutte le attività poste in essere dall’Italia in ossequio alla normativa europea ed alle indicazioni provenienti da organismi internazionali (le quali in ogni caso non riguardano né possono essere in alcun modo riferibili al dr. Guerra), è illuminante quanto riportato nella comunicazione mail trasmessa in data 15 aprile 2020 dal Direttore dell’Ufficio V –Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale del Ministero della Salute, dr. Maraglino al Viceministro dr. Sileri ed al Direttore Generale dr. D’Amario sul “Piano pandemico”: in tale missiva, infatti, si elencano gli atti, le azioni e gli strumenti generali adottati dal Ministero ed ancora in vigore, tra cui il piano pandemico influenzale del 2006, rivisto ed aggiornato e indicato come “tuttora vigente”. (All. 9)
1.1.3. Quanto sin qui illustrato deve essere ulteriormente analizzato e contestualizzato tenendo conto della effettiva struttura sanitaria esistente nel nostro paese e della conseguente ripartizione di ruoli, compiti e funzioni ai sensi di quanto previsto dall’art. 117 della Costituzione.
– E infatti, a seguito della riforma costituzionale del 2001, la tutela della salute è divenuta materia di legislazione concorrente, ai sensi di quanto previsto dall’art. 117, comma 3, Cost. con un assetto istituzionale definito in modo chiaro: allo Stato spetta stabilirei principi fondamentali mentre le Regioni hanno competenza non solo in materia di organizzazione dei servizi, ma anche sulla legislazione per l’attuazione dei principi suddetti, sulla programmazione, sulla regolamentazione e sulla realizzazione dei differenti obiettivi.-Pertanto, mentre a livello centrale gli strumenti di pianificazione sono rappresentati dai piani nazionali (e non solo in tema di influenza ma, in generale, in tutti i campi rientranti nel più ampio “piano nazionale di prevenzione”), l’attuazione concreta passa necessariamente per i piani e la legislazione delle singole regioni.
– Al riguardo è utile evidenziare come nel gennaio 2018 sia anche intervenuta una modifica legislativa di grande rilevanza che attribuisce, definendoli, ampi poteri e responsabilità al Dipartimento della Protezione Civile. Ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 1/2018 infatti “Il Presidente del Consiglio dei ministri, si avvale del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, per lo svolgimento dei seguenti compiti che, nell’ambito delle attività di cui all’articolo 2, hanno rilievo nazionale: […] d) l’elaborazione e il coordinamento dell’attuazione dei piani nazionali riferiti a specifici scenari di rischio di rilevanza nazionale e dei programmi nazionali di soccorso, contenenti il modello di intervento per l’organizzazione della risposta operativa in caso o in vista di eventi calamitosi di rilievo nazionale;e) il coordinamento dell’intervento del Servizio nazionale, al verificarsi di emergenze di rilievo nazionale […]”. Di conseguenza, il Ministero della Salute – unitamente agli altri organi ed enti sia centrali che periferici – diventa solo uno strumento operativo del Dipartimento di Protezione Civile, il quale invece assume il ruolo di vertice di coordinamento e controllo.
– Di conseguenza, anche il piano nazionale più dettagliato o aggiornato possibile diverrebbe inutile qualora non venisse poi attuato in concreto a livello periferico, di talchè la verifica in ordine alla effettiva “preparazione e risposta alla pandemia influenzale” deve necessariamente tenere in considerazione la legislazione e la conseguente attuazione a livello locale.
– Una manifestazione evidente di tale struttura – laddove ve ne fosse bisogno – è rappresentata dalla attuale gestione della campagna vaccinale la quale, nonostante i numerosi provvedimenti di carattere generali emanati a livello centrale, sconta una differente attuazione in ogni singola realtà regionale.
– Ulteriore riprova del fatto che l’amministrazione concreta della sanità passa per gli organi regionali e locali è data dal caso dell’Ospedale di Schiavonia, una delle principali strutture della provincia di Padova (Veneto) dove la gestione dei primi casi è stata immediata, efficace ed in pieno accordo con le linee nazionali, le indicazioni del Ministero e la conseguente normativa di dettaglio regionale (All. 10). Conferma, anche questa, che anche la miglior strategia generale rimane del tutto priva di utilità senza una efficace e concreta attuazione da parte delle singole strutture.
– Pertanto, ancora una volta non si comprende quale possa essere il rimprovero mosso al dr. Guerra in relazione alla gestione – peraltro limitatamente aduna specifica area regionale – di una pandemia che, oltre a verificarsi nel 2020 (ovvero molto tempo la cessazione di ogni suo incarico presso il Ministero della Salute), ha certamente colto impreparato tutto il mondo, a prescindere da maggiori o minori aggiornamenti o implementazioni di sorta.
2. LA “GESTIONE”DEL REPORT “AN UNPRECEDENT CHALLENGE:ITALY’S FIRST RESPONSE TO COVID-19”
-Preliminarmente ad ogni ragionamento in merito alle specifiche contestazioni mosse al dr. Guerra, è doveroso evidenziare come non si può in alcun modo ravvisare alcun nesso giuridico, o tantomeno un legame anche solo logico, tra il report in questione e la “gestione delle prime fasi dell’emergenza pandemica”.
– Ed infatti, l’ormai famigerato rapporto prodotto dal team coordinato dal dr. Zambon si sostanzia in un insieme di dati analizzati retrospettivamente e provenienti per lo più da fonti istituzionali come ISS e Dipartimento della Protezione Civile, senza alcuna rilevanza diretta in ordine alla gestione della pandemia: esso non contiene studi scientifici su farmaci o cure, né tantomeno sulla malattia o la concreta gestione dei pazienti, ma –come si evince dallo stesso titolo – descrive la reazione dell’Italia all’indomani dell’insorgere della pandemia.
– Posto ciò, attese le presunte falsità riferite al dr. Guerra in relazione a tale pubblicazione, si chiarirà nel prosieguo l’effettivo ruolo svolto, l’entità ed il significato delle “correzioni” suggerite nonché la reale scansione temporale dei fatti così come conosciuti dal dr. Guerra e le persone effettivamente coinvolte nella sua “gestione”, sulla base delle contestazioni formulate nella rogatoria.
2.1.a) e h) “La mancata approvazione del report”
– Si legge nella rogatoria che “il dott. Francesco Zambon lo aveva informato “attorno all’11 maggio 2020 che non era ancora pervenuta l’approvazione del report già predisposto” mentre risulta che il report sia stato approvato il 7.5.2020, da parte della dott.ssa Catherine Smallwood, l’8.5.2020 da parte della dottoressa Doris Nitzan, entrambe dell’ufficio OMS di Copenaghen e l’11.5.2020, anche da parte dell’ufficio di Ginevra diretto dallo scienziato capo dottoressa Soumya Swaminathan”.
– Ebbene, la storia di questo report nasce a fine marzo del 2020 quando, al fine di ricevere e utilizzare i fondi di donazioni provenienti da stati esteri, l’ufficio regionale OMS di Venezia (presso cui il dr. Zambon svolgeva le funzioni di coordinatore nell’European Office for Investment for Health and Development e – a partire dal Gennaio 2020 – di coordinatore ad interim per l’emergenza), propone il progetto della pubblicazione, sintetizzandone in una mail i principali obiettivi (cfr. mail Zambon del 26.03.2020 delle 10:50 – All. 11).
– La pubblicazione avrebbe riguardato la risposta messa in atto dall’Italia a fronte della pandemia e –atteso il suo risvolto“politico” e la provenienza del finanziamento del progetto da parte di uno stato estero –lo stesso Zambon propone di ottenere un “formal greenlight from the Minister”.
– In data 14 aprile 2020 alle ore 19:15 il dr. Guerra riceve dal dr. Zambon una mail contenente esclusivamente l’indice e la copertina del rapporto, nonché una richiesta da parte dello stesso Zambon di verificare con il Ministro il gradimento di principio a procedere. Ed è in quella data e solo su quei due documenti (indice e copertina) che il dr. Guerra conferma di aver ricevuto il gradimento di massima del Ministro (cfr. mail Zambon del 14.04.2020 delle 19:15 –All. 13 e relativo atto allegato – All.13A).
– In data 6 maggio 2020 alle ore 18:42 il dr. Zambon manda una mail informando il dr. Guerra che la dr.ssa Dorit Nitzan non approva la pubblicazione (All. 14): “Guarda un po’ qui… Ti faccio un sunto. Kwait è pronto a dare altri 60 milioni. Ma vuole vedere cosa è stato fatto con i precedenti 20 milioni. E l’unica cosa che è stata fatta VERAMENTE è la nostra pubblicazione – che è interamente pagata con Kwait – che è finita, ma Dorit non la approva… Per cui c’è un grosso braccio di ferro ora tra me e Dorit/Katie perché si diano una mossa almeno nel mettere una firma.
Io ho detto che la mia narrativa è la pubblicazione, che è di 100 pagina, con profili regionali e dati aggiornati al 30 aprile… quando mai si è vista una pubblicazione prodotta in tempi così rapidi? Eppure il genio di Dorit non approva… Voglio proèprio vedere cosa succede ora”.
– Il successivo 8.05.2020 alle ore 16:44 il dr. Zambon invia una mail a Joanna Vogel per una “urgent request for approval of a publication”, richiesta che viene inoltrata al Direttore della Science Division –Quality Assurance/Norms & Standard dell’HQ di Ginevra, John T. Grove, il quale – vista l’urgenza della richiesta sottolineata da parte dell’ufficio regionale OMS EURO di Copenhagen – conferma l’impossibilità di rivedere i dati. Rileva inoltre: “At a quick review, I see no recommendations but rather a chronology” e, il successivo 11 maggio 2020 gira a sua volta la comunicazionecon l’allegato reportalla dr.ssa Swaminathan (All. 15).
– Sempre in data 11 maggio 2020 alle ore 9:04 il dr. Zambon scrive al dr. Guerra per informarlo della imminente pubblicazione (“è in stampa e rilasciata oggi”) per poi aggiungere alle successive ore 9:15 (All. 16): “Solo che quegli STROZI di HQ adesso stanno bloccando la pubblicazione, perché serve anche HQ clearance, che ho richiesto giovedì e non è ancora pronta (doveva essere data in 24 h…). Tu conosci la Chief Scientist, Soumya? Dipende da lei fare il famoso clik..”.
– Il dr. Guerra (il quale, si badi bene, non ha ancora ricevuto né letto il testo integrale della pubblicazione), si premura quindi di contattare la dr.ssa Swaminathan la quale risponde allegando il report ricevuto da Grove: “Should be fine. No review possible because of lackof time, but no major red flags. Have you checked the data, Ranieri? Soumya” (All.15).
– A quel punto, ricevuto il testo e la richiestadi verifica da parte della stessa dr.ssa Swaminathan(anche in ragione della intercessione operata in favore del dr. Zambon), il dr. Guerra esamina il contenuto del report, rilevando però una serie di incongruenze ed inesattezze,alcune delle quali provvede a segnalare al dr. Zambon ed al suo team (come si dirà meglio nel prosieguo); peraltro in quel momento il report, a differenza di quanto previsto dalle articolate procedure di revisione interna,non era (ancora) stato sottoposto da parte della specifica funzione (ufficio preposto di OMS) ad alcuna rilettura formale di contenuto, per verificarne correttezza e coerenza dello stesso (come commentato dalla stessa dr.ssaSwaminathan:“No review possible because of lack of time” – All. 15).
– Pertanto, è assolutamente vera e puntualmente documentata la circostanza in base alla quale “il dott. Francesco Zambon lo aveva informato “attorno all’11 maggio 2020 che non era ancora pervenuta l’approvazione del report già predisposto”, non potendo avere alcuna evidenza il dr. Guerra delle approvazioni nel frattempo pervenute dall’Ufficio di Copenaghen (Smallwood e Nitzan), ma solo di quanto dichiaratogli direttamente dal dr. Zambon (“Eppure il genio di Dorit non approva” – All. 14). La stessa dr.ssa Swaminathan risponde (peraltro solo segnalando “no major red flags” e non “approvando”) solo dopo aver ricevuto un input in tal senso dal dr. Guerra e non prima (All. 15).
– Analoghe considerazioni devono essere riferite alla contestazione di cui alla lettera h), secondo la quale sarebbe non rispondente al vero la ulteriore dichiarazione del dr. Guerra: “Tengo a precisare che quando viene pubblicato un documento OMS questo prevede tutta una serie di validazioni che, nel caso di specie, a mio giudizio non erano state rispettate”. Ed infatti, seppur rappresentando una semplice valutazione personale espressa dal testimone (e non certamente una affermazione di scienza non rispondente al vero), è evidente come la stessa si fondi – oltre che sulla conoscenza dei meccanismi di pubblicazione che ogni funzionario dell’OMS dovrebbe conoscere – sulle dichiarazioni fatte dallo stesso dr. Zambon: “[…] quegli STRONZI di HQ stanno bloccando la pubblicazione, perché serve anche la HQ clearance […]” (All. 16).
2.1.b) “La mancata ricezione del testo da parte degli uffici di Copenaghen”
– Si contesta al dr. Guerra: “Anche l’ufficio regionale di Copenaghen mi ha chiesto il testo del report in quanto non l’avevano ancora ricevuto”, mentre risulta che il testo sia stato inviato il 2.5.2020 alla dr.ssa Smallwood, IMST manager dell’ufficio Copenaghen”.
– Sul punto è sufficiente richiamare la mail ricevuta dal dr. Guerra in data 11 maggio 2020 alle ore 15:22 da parte della dr.ssa Cristiana Salvi (Programme Manager External Relations dell’Ufficio regionale Europa di Copenaghen) con la quale chiede: “Dear Ranieri, can you also share the20report with me? I did not have a chance to see the COM part. Let me know if you agree. Thanks” (All. 17). Il dr. Guerra non aveva evidenza né conoscenza del fatto che la dr.ssa Smallwood avesse ricevuto il report e, nel fare riferimento a “l’ufficio regionale di Copenaghen”, egli non può che riferirsi alla dr.ssa Salvi, salvo voler ipotizzare che il dr. Guerra comunichi e controlli le mail di tutti i dipendenti dell’ufficio regionale di Copenaghen.
2.1.c) e d) Il contenuto del report e le correzioni apportate
– Al punto 3.c) della rogatoria si contesta: “Non mi convincevano diversi aspetti. In particolare il report sopra indicato non prendeva in considerazione il piano pandemico antinfluenzale del 2006, persistendo in quella che a me è sembrata una considerazione di fondo; in particolare, il rapporto di Zambon evidenziava che non vi era un piano pandemico”, mentre risulta a pag. 2 del report che l’Italia si era dotata di un piano pandemico nel 2006, “reconfirmed in 2017”.
– Anzitutto, è difficile comprendere ed analizzare la portata di tali affermazioni decontestualizzandole rispetto al complessivo narrato del testimone, anche rispetto alla eventuale domanda posta. In ogni caso, anche su tale aspetto, si confonde la valutazione personale espressa dal testimone rispetto a fatti di sua percezione. Inoltre, la citazione “reconfirmed in 2017” (comunque errata, dato che l’anno era il 2016) si riferisce alla versione del rapporto pubblicata dal dr. Zambon, a seguito proprio delle precisazioni del dr. Guerra, e non alla prima versione, mai pubblicata e successivamente corretta.-Sul punto, è utile rileggere attentamente il testo del report (All. 18) e – soprattutto – analizzare le ormai famose correzioni “imposte” dal dr. Guerra per rendersi conto che esse si traducono in indicazioni sulla correttezza scientifica dei dati riportatie sulla modalità con la quale vengono rese determinate affermazioni.
-A pag. 2 del report infatti si legge […] un periodo – che tradotto significa “il piano è rimasto più teorico che pratico”, che equivale ad affermare che è come se non esistesse – è stato ritenuto non corretto dal dr. Guerra, il quale ha anche suggerito [… una ulteriore] integrazione.
– Si tratta, evidentemente, di correzioni sul merito tecnico e sulla redazione di determinate affermazioni, proprie di una pubblicazione scientifica che – lungi dal porsi o rischiare di essere interpretato quale documento “politico” o di tipo “giornalistico” –deve riportare accuratezza e oggettività di contenuto.-Scorrendo il testo del report oggetto di revisione da parte del dr. Guerra è agevole notare come tutte le proposte di modifica hanno lo stesso tenore, essendo cioè volte a correggere errori marchiani o inesattezze non degne di una pubblicazione scientifica.
[…]
Questi sono solo alcuni esempi ma le correzioni suggerite dal dr. Guerra sono sempre di identico tenore, ovvero volte alla precisione ed accuratezza scientifica e tecnica di ciò che viene riportato in una pubblicazione che, per di più, ha una paternità OMS.-Ed infatti, tale è la condivisibilità di tali suggerimenti che lo stesso dr. Zambon li ritiene accoglibili, ordinando al suo team di recepirli all’interno del testo (All. 19).
[…]
– Il tenore delle revisioni suggerite dal dr. Guerra – peraltro su un testo ricevuto solo in data 11 maggio ed a fronte di una pubblicazione imminente preannunciata dallo stesso dr. Zambon –si conferma anche in relazione alla presunta (ma del tutto inesistente) richiesta di “correggere” l’indicazione sul piano pandemico. Tale circostanza, infatti, sebbene particolarmente enfatizzata dai media, è del tutto smentita dallo stesso testo del report (All. 18), laddove il dr. Guerra si limita ad una aggiunta perché il riferimento al solo “Piano di Prevenzione Nazionale” (ovvero lo strumento generale all’interno del quale si collocano gli ulteriori piani nazionali, tra cui quello influenzale) era chiaramente impreciso e non completo dal punto di vista tecnico. È evidente, pertanto, come il dr. Guerra non abbia chiesto di “eliminare” o “sostituire” alcunché. A riprova si allegano le successive comunicazioni tra il dr. Guerra e il dr. Zambon, il cui contenuto e tenore evidenziano una amichevole collaborazione,e non certo una tensione o conflittualità quale conseguenza di una asserita interferenza e condizionamento rispetto alla decisione (autonoma) del dr. Zambon di pubblicare il rapporto nella versione alla luce delle revisioni (All. 20).
– Al punto 3.d) della rogatoria si legge: “Altra circostanza che non condividevo è che il report non considerava i provvedimenti adottati dal CTS, tra cui un piano per far fronte alla pandemia, risalente al febbraio 2020 che, ancorché non divulgato, si sapeva tuttavia esistesse e che era alla base delle decisioni che venivano adottate in quella fase”, mentre risulta dal verbale del CTS del 4.3.2020 che il piano qui citato era stato tenuto riservato e quindi non a conoscenza di Zambon”.
– Anche in tale caso si estrapola e decontestualizza una affermazione del dr. Guerra, senza considerare che essa rappresenta quanto effettivamente a conoscenza dello stesso.
– Ed infatti, già in data 12 marzo 2020, il dr. Guerra ha inviato una mail a tutto il team di Copenaghen (da cui dipendeva l’ufficio di Venezia del dr. Zambon), ivi comprese le sopra citate dr.ssa Nitzan e dr.ssa Smallwood, menzionando l’esistenza di tali piani riservati e fornendo indicazioni sulle azioni fino a quel momento adottate dall’Italia (All. 21).
– Ovviamente la conversazione coinvolgeva anche il dr. Zambon atteso che l’interlocuzione – come sopra chiarito – è nata in ragione dei progetti di utilizzazione dei fondi donati dal Qatar e dal Kuwait e delle modalità di realizzazione dei relativi programmi. Lo stesso dr. Zambon, fin dall’inizio della vicenda, ha avuto una stretta interlocuzione – via mail ma anche telefonica con il dr. Guerra – su tutte le attività relative a tali fondi (non limitate alla sola redazione del citato report, come si vedrà oltre –All. 11.
[…]
– Peraltro, il tema dell’esistenza di “piano riservato” era, in un certo senso, di dominio pubblico e oggetto di discussione anche da parte dei media (all. 22)
[…]
– Pertanto, anche su tale circostanza è evidente l’assenza di qualsiasi falsità nelle dichiarazioni rese del dr. Guerra in sede di sommarie informazioni.
2.1.e) “L’interlocuzione con il Governo italiano”
– Del tutto destituita di fondamento, oltre che erronea e contraddittoria, risulta la contestazione riportata al punto 3.e) della rogatoria. Ed infatti, quanto affermato dal dr. Guerra (“Quando ho interloquito con Zambon, ho domandato se nella predisposizione del report avesse avuto un confronto con la “controparte”, ossia con il Governo italiano; Zambon mi disse che avrebbe recepito alcune mie osservazioni ma che non riteneva opportuno dal suo punto di vista contattare lo Stato italiano”) corrisponde al vero e risulta documentalmente provato (All. 20)
– La comunicazione del 14.4.2020 richiamata nella rogatoria, al contrario, si riferisce in parte atutt’altra vicenda, come peraltro chiaramente evincibile dal testo stesso della mail, oltre a collocarsi in un momento di gran lunga precedente alla pubblicazione del report.
– Ed infatti, con la mail citata (All. 23) non si discute del testo del report (che verrà inoltrato dal Zambon ai superiori solo nei primi giorni di maggio), ma degli ulteriori progetti da realizzare con le donazioni ricevute (ovvero il “procurement” di “supply per medici di base”, consistente in una sostanziosa fornitura di equipaggiamento per l’attuazione della sorveglianza domiciliare da parte della medicina territoriale in due regioni pilota, Sicilia e Calabria, che costituiva la maggior parte del finanziamento ricevuto in dono dal Kuwait,poi purtroppo annullato dall’ufficio OMS di Copenaghen, titolare del fondo). Ciò senza dimenticare che lo stesso Zambon aveva chiesto al dr. Guerra di “intercedere” con il Ministro per ottenere una “formal greenlight”, anticipando poi successivamente solo l’indice e la copertina del rapporto e chiedendo di intercedere per verificare il gradimento del Ministro a procedere con il lavoro.
– La mail in questione, inoltre, è una risposta a quanto chiaramente richiesto dal dr. Zambon il giorno precedente e non ha nulla a che vedere con il testo del report (o le eventuali reazioni allo stesso) poi pubblicato dal dr. Zambon (All. 12).
[…]
– Ed infatti, il riferimento al fatto che il“Ministro Speranza e Ministra Pisano pronti a dare ok su supplì per medici di base. Più tardi invio loro le specifiche tecniche che possono essere poi da guida per chi farà il procurement” è il seguito alla mail inviata lo stesso 13 aprile in risposta a Zambon.
[…]
-Ed infatti, alle successive ore 19:15 del 14 aprile il dr. Zambon invierà l’indice e la copertina del rapporto: “Grazie per la tua intermediazione con il Ministro. In allegato trovi la outline della pubblicazione sull’Italian response to COVID19. Un team di consulenti sta lavorando su di essa e ne seguo -insieme a Wim – il suo sviluppo costantemente. Ci saranno anche dei regional profiles, alla fine del testo principale. La pubblicazione vuole fornire una “story line” con descrizione di quanto successo in Italia mettendo in luce i punti di forza, e facendo emergere alcuni messaggi chiave che possono essere utili ad altri paesi. Puntiamo ad averla pronta il 24 maggio, appunto perché possa essere utile per altri paesi che sono “indietro” rispetto alla fase in cui ci troviamo ora. Sarà tradotta anche in Italiano e in russo. L’altro prodotto che vorremmo sviluppare con i fondi del Kuwait è legato alla risposta Italiana (con confronto anche con altri stati) legati alle domande sotto, tutte legate al motto “leave no one behind” degli SDG. So che il tema delle health inequities (e inequities in generale) risuona molto con l’agenda del Ministro Speranza, pertanto mi auguro la proposta trovi il suo placet)” (All. 13).
– Tuttavia, a fronte dell’iniziale richiesta di intercessione ed una volta terminato il testo del report – ovvero al 13 maggio 2020 – il dr. Zambon non ritiene più utile condividerlo con il Ministro: “Non capisco il punto di share the draft con il Ministro […]” (All. 20), circostanza che prova documentalmente come la decisione di non comunicare nulla al Ministro della Salute fosse proprio dello Zambon e come, in ogni caso, non spettasse al dr. Guerra l’inoltro di alcuna comunicazione al Ministero italiano, essendo lo stesso non coinvolto nella catena di comando regionale (come invece sostenuto successivamente in varie trasmissioni televisive dal dr. Zambon, contraddetto dallo stesso direttore regionale, dr. Kluge).
– Peraltro, su tale ultimo aspetto e ad ulteriore riprova della genuinità e veridicità di quanto affermato dal dr. Guerra, appare di particolare rilievo e gravità la comunicazione mail del Direttore Regionale OMS Hans Kluge del 15 maggio 2020 alle ore 7:15 del mattino (ovvero poche ore dopo il contestato “ritiro” del report”), indirizzata a destinatario di cui è stato occultato il nome. Tale documento, in formato fotografia con occultato il destinatario, è entrato nella disponibilità del dr. Guerra tramite un whistleblower interno ad OMS (All. 25).
[…]
– Il significato di tale comunicazione è talmente eloquente da rendere superfluo ogni commento. Tuttavia,è palese come vi fosse una interlocuzione diretta tra il Direttore Regionale OMS ed il Ministro (e verosimilmente l’ISS “[Silvio told that..”]) che prescindesse dal dr. Guerra, il quale – evidentemente –rappresentava un ostacolo per le “strategie” di Kluge ed il suo interlocutore (“So we need to strategize again” – All. 25). Risulta, inoltre, chiaramente l’intenzione di riscrivere il documento nell’ambito di un “MoH/ISS/WHO expert group” dal quale era totalmente escluso il dr. Guerra.
2.1.f) “La mancata autorizzazione da parte della dr.ssa Doris Nitzan”
– In ordine alla infondatezza di tale contestazione ci si limita a richiamare quanto già osservato al punto 2.1.a), evidenziando ancora una volta come vi sia prova documentale del fatto che la dr.ssa Nitzan non volesse autorizzare la pubblicazione del report (All. 14): “ “Guarda un po’ qui… Ti faccio un sunto. Kwait è pronto a dare altri 60 milioni. Ma vuole vedere cosa è stato fatto con i precedenti 20 milioni. E l’unica cosa che è stata fatta VERAMENTE è la nostra pubblicazione – che è interamente pagata con Kwait – che è finita, ma Dorit non la approva… Per cui c’è un grosso braccio di ferro ora tra me e Dorit/Katie perché si diano una mossa almeno nel mettere una firma.
Io ho detto che la mia narrativa è la pubblicazione, che è di 100 pagina, con profili regionali e dati aggiornati al 30 aprile… quando mai si è vista una pubblicazione prodotta in tempi così rapidi? Eppure il genio di Dorit non approva… Voglio proèprio vedere cosa succede ora”.
– Il fatto che tale approvazione sia stata data successivamente (ma di ciò il dr. Guerra non aveva né poteva avere evidenza), non incide in alcun modo sulla veridicità di quanto noto e dichiarato dal testimone odierno indagato.
2.1.g) e i) “Il ritiro del documento da parte del dr. Guerra”
– Assolutamente priva di fondamento, oltre che smentita dagli atti, risulta la circostanza secondo la quale “risulta che lo stesso GUERRA si sia adoperato personalmente alla rimozione dal sito di OMS del report in trattazione”.
– Sul punto, oltre a quanto sicuramente dichiarato dal dr. Guerra in sede di “sommarie informazioni”, si aggiungono le dichiarazioni dello stesso Zambon che – in occasione di una intervista rilasciata al programma televisivo “Non è l’Arena”, trasmesso su La7 in data 18 aprile 2021 – dichiara di esser stato lui ad aver prima pubblicato e poi ordinato la rimozione del report dal sito per via di errori da correggere.
– Tuttavia, la mancata ripubblicazione successiva non ha assolutamente nulla a che vedere con il dr. Guerra ma riguarda i rapporti del dr. Zambon con il suo ufficio di appartenenza, ovvero l’ufficio Regionale OMS di Copenaghen (All.24), come ulteriormente dimostrato dalla mail del 15 maggio 2020 di Kluge sopra richiamata.
[…]
– E ancora
[…]
– La risposta del dr. Zambon perviene a fronte di una richiesta perentoria che nulla ha che fare con il dr. Guerra (All.24)
[…]
e ancora
[…]
– Pertanto, nessuna interferenza neppure indiretta né alcun contributo di sorta può essere ravvisato nelle condotte del dr. Guerra in relazione al report citato il quale – come confermato dallo stesso autore – è stato pubblicato e poi ritirato dallo stesso Zambon sulla base dei rapporti intrattenuti con quest’ultimo con i suoi diretti referenti/superiori (tra i quali non rientra in alcun modo il dr. Guerra) per “concerns” relativi alla “China box” inerenti alla “human to human transmission”.
– Del tutto irrilevante appare poi la contestazione di cui al punto 3.g) atteso che – oltre a non comprendersi quale sia la circostanza che si assume non rispondente al vero – il dr. Guerra non ha avuto più alcuna ragione per interessarsi delle sorti successive di tale report. Del resto, anche in tale occasione (“Inoltre, ritengo che il report non sia stato più ripubblicato, neanche successivamente, in quanto, nel frattempo, l’ufficio regionale di OMS aveva stabilito una differente politica […]), lo stesso si è limitato ad esprimere una propria opinione personale basate sulle regole di pubblicazioni emanate dall’OMS, senza alcuna presunzione di verità, e in base a quanto, peraltro, affermato pubblicamente dai portavoce della stessa OMS.
2.2. Il contenuto delle “chat tra Guerra e Brusaferro”
– In ordine alla ritenuta rilevanza dei messaggi presuntamente scambiati tra il dr. Guerra e il dr. Brusaferro e richiamati nella rogatoria (oltre che ampiamente diffusi attraverso i principali organi di informazione), si evidenzia come – oltre ad essere di provenienza del tutto ignota – gli stessi non abbiano alcun rilievo rispetto alle attività di indagine dichiarate.
– Anzitutto, si contesta la provenienza di tali messaggi, non essendo nota la fonte dalla quale sono stati tratti ma – soprattutto – le specifiche modalità di acquisizione utilizzate, che possano garantire in ordine alla genuinità del loro contenuto.
– Ed infatti, anche qualora si trattasse di semplici istantanee di schermi di cellulari esibiti, non vi sarebbe alcuna garanzia in ordine al fatto che dietro uno o entrambi gli interlocutori vi sia effettivamente il dr. Guerra o il dr. Brusaferro. Inoltre, gli scambi sono parziali e frammentati (ben potrebbero esservi ulteriori messaggi non inseriti nell’atto) e del tutto decontestualizzati, sì da non avere alcun senso logico rispetto ad uno scambio effettivo potenzialmente avvenuto.
– In ogni caso – ed a prescindere dalla totale inutilizzabilità di tali “messaggi” – non si ravvisa alcuna rilevanza, neppure indiretta, in ordine ai fatti oggetto di accertamento delineati nell’atto di rogatoria.
– La dimostrazione per tabulas della circostanza in base alla quale il dr. Guerra non ha avuto alcun ruolo formale né indiretto nella “gestione” della pubblicazione di Zambon (sopra esposta ed analizzata) esclude che tali “chat” di origine e natura ignota possano assumere qualsivoglia tipo di rilievo, trattandosi al più semmai di osservazioni personali, in una forma necessariamente sintetica e colloquiale, scambiate tra professionisti che hanno condiviso insieme determinate circostanze ed esperienze nell’ambito (e limitatamente, per ciò che riguarda il dr. Guerra) del Comitato Tecnico Scientifico nominato per il supporto alle attività di coordinamento e gestione per il superamento dell’emergenza epidemiologica dovuta al coronavirus.
***
Tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto difensore del dr. Raniero Guerra, chiede che codesto magistrato voglia formulare richiesta di archiviazione del procedimento instaurato nei confronti dell’indagato per insussistenza di ogni ipotesi accusatoria a suo carico.
Con osservanza.
Roma, 30 Aprile 2021
Avv. Roberto De Vita