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Funerali della Regina Elisabetta. Cara RAI, ti scrivo:

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– IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO –

 

La “diretta” RAI ha avuto la particolare abilità di svuotare di specifico valore il meticoloso lavoro di certosina, oculata e professionale esecuzione di una imponente organizzazione meritamente approntata in onore della rispettata, longeva e amata Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e di parecchi Paesi del Commonwealth.

 

di Augusto Luchese

 

La validità della ripresa televisiva in “mondo visione” delle onoranze dedicate alla defunta Regina Elisabetta II è stata pressoché stravolta dall’invereconda “diretta” posta in campo da RAI/1 sotto la personale guida della esimia Direttrice della stessa, la ben rinomata Monica Maggioni.

Mercé l’indefessa opera della citata Direttrice e della deteriore “regia RAI”, la lunga trasmissione dedicata ai funerali è stata trasformata in una sorta di salottiera occasione in cui sono stati riversati, a iosa e senza limiti, ampollosi commenti e sconclusionate riflessioni, magari fuori luogo, del tutto marginali e abbondantemente superflui in relazione alla ben diversa sostanza del maestoso avvenimento impeccabilmente svoltosi.

Il nefasto risultato è stato quello di inficiare l’aspetto coreografico delle varie fasi della imponente manifestazione, sostanzialmente ridotta alla visione delle immagini che autonomamente scorrevano sul teleschermo, quasi del tutto prive del loro naturale “sottofondo” sonoro talvolta artatamente azzerato. Visione oltretutto spietatamente soverchiata dallo “tsunami” ciarliero della instancabile conduttrice, dei collaboratori e collaboratrici in studio, oltre che dalla smania parolaia di cronisti e inviati speciali, a mano a mano chiamati a collegarsi.

Non si è potuta apprezzare appieno, in definitiva, la strabiliante scenografia curata in maniera più che esaustiva dal meritorio staff organizzativo della imponente manifestazione.

Di contro è stata quasi assente ogni pertinente spiegazione, peraltro doverosa nei confronti dei telespettatori disinformati,  relativamente al susseguirsi dei vari aspetti della celebrazione, con particolare riferimento ai tradizionali secolari valori, costumi e usanze egregiamente rappresentati dai gruppi nobiliari, di casta e dai vari corpi militari e paramilitari partecipanti, impeccabilmente impegnati negli onori tributati alla defunta e tanto benvoluta Sovrana, specie quando esternati mediante folcloristiche e cadenzate sfilate cui gli indefinibili conduttori della diretta RAI hanno ripetutamente, impropriamente ed erratamente attribuito il termine di “processione”.

 

La “diretta” RAI, in definitiva, ha avuto la particolare abilità di svuotare di specifico valore il meticoloso lavoro di certosina, oculata e professionale esecuzione di una imponente organizzazione meritamente approntata in onore della rispettata, longeva e amata Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e di parecchi Paesi del Commonwealth.

 

E’ ben difficile definire un tale poco decoroso spettacolo di sciocco esibizionismo, di vuote e logorroiche ciance, di discutibili “scalette” operative, di generici riferimenti, di ripetute allusioni a frivoli risvolti di passate vicende collegabili a taluni marginali esponenti della Casa reale inglese, di vacue disquisizioni su gioielli, abbigliamenti e “cappellini” vari riferiti alle “dame” del nutrito entourage reale, nobiliare, politico e “parvenue” che in questi giorni hanno calcato la scena delle variegate e impegnative onoranze tributate alla compianta Regina Elisabetta II.

Argomenti da vacuo boudoir che nulla hanno a che vedere con la palese tristezza del momento e con il ricordo imperituro delle comprovate doti di grande saggezza, di capacità, di fermezza dimostrate dalla Sovrana nel percorso del suo lungo regno apportatore di difficilmente eguagliabili primati.

È più che istintivo associarsi convintamente e con commozione al dolore per la dipartita della Regina Elisabetta II d’Inghilterra che, sperabilmente, ha raggiunto un aldilà migliore rispetto allo scenario di un Mondo bacato e autodistruttivo come quello che il suo “essere” fisiologico ha lasciato.

La “morte”, nel suo caso, alla luce della sua feconda longevità proiettata verso l’immortalità, è come se non fosse avvenuta.

Chi ancora è capace di nutrire nell’animo sensibilità e sincerità non può tuttavia condividere le consuete smancerie formalistiche il cui imponente coro si è levato da parecchi farisaici pulpiti del tetro potere mondiale che sta portando il Pianeta verso una probabilissima catastrofe.

Non è possibile, viceversa, neppure menomamente, giustificare quel servizio televisivo della televisione di Stato (Rai della solita Maggioni in prima fila) che ha strumentalizzato in maniera riprovevole la ferale notizia.

Senza dire degli affrettati “show” alla meno peggio improntati mediante la partecipazione di elementi di competenze discutibili che, pur in presenza di una commemorazione tutt’altro che gioiosa, non sono riusciti a frenare l’usuale ridanciano atteggiamento di puro esibizionismo, giungendo anche a ghignare sfacciatamente a fronte di aneddoti, racconti e riferimenti riguardanti la “privacy” della Casa Reale inglese.

Uno spettacolo inverecondo certamente meritevole di essere annoverato fra la quotidiana rassegna del più basso e immondo livello di un certo giornalismo pseudo informativo.

E per chiudere vale la pena ricordare che la RAI (Ente di Stato), con la connivenza istituzionale di Governo e Parlamento, contribuisce al “caro energia” mediante il truffaldino “canone” inserito nella bolletta della energia elettrica.

 

Augusto Lucchese, 92enne, nato a Enna, scrittore, saggista e storico. Presidente dell’Associazione “Giosuè Borsi”.