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Francia divisa su ‘D-Day Land’: “No allo sbarco stile Disneyland”

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Di Daiana De Luca (Responsabile Comunicazione Confedercontribuenti)


In Francia, e precisamente sulle storiche spiagge dello sbarco in Normandia del 1944, è in corso una nuova ed accesa battaglia che vede fronteggiarsi sostenitori e detrattori di un maxi progetto turistico noto come ‘D Day Land’. L’iniziativa contestata è stata promossa da un produttore di musical, Roberto Ciurleo, da un produttore televisivo, Stèphane Gateau, e da uno scrittore esperto in comunicazione, Règis Lefèbvre. I tre hanno cercato un terreno di 35 ettari proprio nei pressi delle celeberrime spiagge del D-Day che servirà a creare un sito in grado di accogliere ben 600 mila visitatori l’anno.

Una petizione per bloccarne la realizzazione è stata lanciata dal gruppo nazionale di ricerca 1939-1945 ed ha già raccolto quasi 27 mila firme. Il progetto viene duramente contestato anche dai familiari dei militari parte del commando francese Kieffer (l’unico battaglione francese a partecipare alla battaglia del 6 giugno 1944, conclusa con oltre 10 mila vittime, tra morti e feriti, nelle sole Forze Alleate) oltre che da una sequela di scrittori, universitari e professionisti che hanno denunciato il tentativo di “commercializzare lo sbarco”. Ma gli ideatori del progetto si difendono a spada tratta e puntano ad inaugurare il sito nel 2024, anno dell’80° anniversario dello sbarco. Gli stessi assicurano che il sito non si trasformerà in un parco giochi, che “non ci saranno giostre ma solo uno spazio vendite come in qualunque museo” ed hanno spiegato che  il progetto si svilupperà come una sorta di documentario vivente di 50 minuti che unirà alle immagini di archivio, strumenti immersivi e teatro e vedrà, dunque, la partecipazione di attori impegnati nel “raccontare i fatti reali senza fiction”.

Ed intanto lo scontro è destinato anche a diventare dibattito politico in chiave di rivalità elettorale; già perché proprio in Normandia, a marzo del 2021, si terranno le elezioni regionali che metteranno a confronto le due principali forze politiche del Paese. In una terra di estrema importanza, dove i 94 siti collegati allo storico sbarco vengono visitati da quasi 5 milioni di turisti l’anno, pare doveroso chiedersi se sia davvero opportuno “alterare” la naturale suggestività dei luoghi per renderli sempre più commerciali e meno autentici. Magari la doverosa ricerca di equilibrio tra storia ed “innovazione” ci consegnerà  la risposta.

 


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