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Finocchiaro (Confedercontribuenti): le imprese hanno il diritto di recuperare i propri crediti per avere liquidità

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Di Redazione

 

Degli 81 mld di capienza fiscale stimata per i prossimi 5 anni sarebbero già stati acquistati oltre 77 mld per le cessioni del credito dei bonus edilizi.

Il blocco delle cessioni, che ha già travolto il treno del superbonus e delle altre agevolazioni legate all’edilizia, sta frenando anche i crediti energia.

Gli istituti di crediti non comprano i bonus energia.

Il tema della capienza torna spesso quando si parla di bonus energia e, in generale, di crediti di imposta. In sostanza, i crediti acquisiti vanno utilizzati in compensazione, per pagare imposte, ritenute e contributi. Hanno delle scadenze e, se non vengono usati entro il termine fissato dalla legge (per i bonus edilizi è previsto un utilizzo anno per anno), vanno persi.

Così, diventa decisiva la capacità che il sistema bancario ha, anno per anno, di smaltire questi crediti. Secondo le stime della commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, per gli istituti italiani questo valore è di circa 16 miliardi ogni anno. Una capacità che, attualmente, è stata interamente saturata dalla fiammata che i bonus edilizi hanno avuto negli ultimi mesi.

Carmelo Finocchiaro, presidente della Confedercontribuenti, lancia il grido dall’allarme: “Occorre liberare i cassetti fiscali delle imprese edili «Ora il sistema rischia di implodere. Con questo blocco, a cui stanno partecipando non solo le banche ma anche Poste Italiane, e adesso anche Eni ed Enel, sono stati bloccati i cassetti fiscali delle imprese, impedendo che i crediti vantati diventassero soldi, capaci di permettere alle imprese di portare avanti la loro attività. Tale situazione ha permesso ad una serie di speculatori nazionali e internazionali di scendere in campo per comprare i crediti delle imprese che hanno bisogno di liquidità. Proprio il diritto di recuperare i propri crediti per avere liquidità, trasformato in un bisogno per la sopravvivenza, sta determinando costi assolutamente pesanti da sostenere per le imprese italiane».

«Nella legge di bilancio – continua Finocchiaro – non c’è nessun intervento o provvedimento che faccia pensare che il Governo voglia intervenire per fermare il mercato degli speculatori, cioè, per ridare alle banche e alle poste la possibilità di riprendere il credito ed utilizzarlo per dare liquidità. A tal proposito Conferdercontribuenti si riserva di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Roma nei prossimi giorni, affinché si possa avviare un’indagine per accertare le responsabilità che rischiano di far precipitare nell’usura criminale migliaia di imprese».

In conclusione, nubi turbolente all’orizzonte per il superbonus.

Un residuo di quattro miliardi di plafond resterebbe a disposizione delle cessioni del credito per i prossimi cinque anni. Una cifra chiaramente inadeguata alla portata dei lavori di riqualificazione attivati con il Superbonus.

Secondo la Commissione d’inchiesta per riattivare il circuito delle cessioni del credito, saranno necessari diversi interventi. Innanzitutto, potrebbe valutare la possibilità di estendere dagli attuali 4/5 anni a 10 anni il periodo di utilizzo dei crediti del superbonus 110, tenendo conto che potrebbero variare in peggio i tassi di sconto.

cedenti (dall’attuale 9% a circa il 18%)”.

L’altro intervento proposto dalla commissione e messo in atto dal Dl Aiuti bis è proprio la limitazione della responsabilità solidale in caso di cessione a terzi, svincolando questi ultimi dalle eventuali frodi perpetrate a monte della cessione.