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Film stasera in TV – 9 gennaio Il panda guerriero, eterno stereotipo del bene

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Kung Fu Panda” (2008) regia di Mark Osborne e John Stevenson, stasera su Italia 1 alle 21,20. Dall’una e trenta alle 5 del mattino, due film diretti da Woody Allen passati in tv decine di volte.

di Franco La Magna

Può un lardoso, neghittoso, pavido, panda (circondato da una non meno stravagante compagnoneria, tigre, vipera, scimmia, gru e perfino mantide) diventare Guerriero Dragone, gran maestro nelle arti marziali, incarnazione del mitico eroe “campbelliano”, paladino del bene e arbitro dei destini di una nazione?

Si, può! Chi lo ha sdoganato come tale nel 2008 è la super-quotata “DreamWorks Animation”, ormai potentissima major dei cartoons made in USA – nata da una costola della “DreamWork SKG (Spielberg-Katzenberg-Geffen), divorziata dalla casa madre e nel 2004 fusasi con altra società – divenuta, quasi nello “espace d’un matin”, leader mondiale dell’animazione tradizionale e di quella (strabiliante) computerizzata tridimensionale (CGC).

Il più potente studio cinematografico al mondo dei cartoni, che con l’orco puzzone Shrek (collocato in pensione, dopo gli ultimi due deludenti sequel) ha conquistato la vetta del box-office universale, lancia la sua più recente e buffa creatura, il panda Po, orso grassone e smargiasso che diviene “eletto” in questo primo episodio per un abbaglio del vecchio maestro, ma come tutti i prescelti destinato a mirabolanti imprese. La scelta dell’eroe, incarnatosi in un’imprevedibile creatura percorre ancora, in un eterno ritorno, la “renovatio” del comune elemento universale (già individuato da Aristotele nella “Poetica”), degli archetipi e degli eterni stereotipi.                                                                                                                                                        

Panda non è così diverso dagli eroi proletari o sottoproletari dei peplum italiani (i film storico-mitologici che negli anni ’10 del secolo scorso, collocarono fugacemente l’Italia al vertice dell’imperialismo cinematografico mondiale). È l’Ercole o il Maciste ripresi dal nostro cinema negli irripetuti (irripetibili?) decenni dorati cinquanta-sessanta, l’eponimo dei quali – il magniloquente e patriottardo kolossal “Cabiria” (1914) di Giovanni Pastrone, ampollosamente presentato come film di D’Annunzio (in realtà tratto da Salgari e scritto dallo stesso Pastrone) – influenzò non poco la nascita e l’ascesa del cinema mondiale (di Hollywood soprattutto), studiato e ristudiato dall’universalmente riconosciuto “Dio-padre” del linguaggio cinematografico, l’americano David Wark Griffith.  

Solo per chi riesce a sopportare il diluvio di pubblicità delle reti berlusconiane, “Kung Fu Panda” (2008) regia di Mark Osborne e John Stevenson, stasera su Italia 1 alle 21,20. Ma la vera autorialità di questo triste sabato 9 gennaio blindato dal Covid è solo notturna, dall’una e trenta alle 5 del mattino (sic!), con due film diretti da Woody Allen passati in tv decine di volte.


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