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Film in TV del 4 maggio TRA JOHN FORD, ALBERTO SORDI E IL REMAKE DI “PAPILLON”

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Stasera festa di repliche. Su Iris Tv, canale 22, “Il grande sentiero” (1964); Su Cine 34 “Finché c’è guerra c’è speranza” (1974), e su Rai 4, canale 21, “Papillon” di Michael Noer (2017)

a cura di Franco La Magna

Festa di repliche, come spesso avviene, stasera 4 maggio nei vari network che una volta acquistati i diritti di un film lo propinano “ad libitum” al pubblico televisivo, inzeppandolo di spot pubblicitari che ne rendono la visione oltremodo fastidiosa. Ma tant’è questo è quanto passa il convento delle tv in chiaro contrapposto alla pay tv, per quanto la reiterazione della produzione cinematografica non è sempre sgradevole e rivedere vecchi film li rende talvolta ancora più piacevoli della prima volta, facendo magari scoprire particolari sfuggiti ad una prima visione.

Un western di John Ford – autore fin dai tempi del muto di una sterminata filmografia, considerato uno dei padri del genere ed uno dei maggiori registi della storia del cinema – ripropone Iris Tv, canale 22, alle 21,00 che con “Il grande sentiero” (1964), girato sul finire dell’intensissima carriera registica, torna all’incandescente materia dei pellirosse – ormai sconfitti e confinati in una insalubre riserva – con l’intento di restituire una giustizia negata ad un popolo vessato ed espropriato con la brutalità delle armi dalle proprie terre. Al suo ultimo western Ford, tuttavia, nonostante la presenza di un cast blasonato, non eguaglia il risultato di tante sue opere precedenti pur confezionando un’opera estremamente ambiziosa, di respiro spettacolare, forse eccessivamente fiacca nonostante i nobili propositi.

L’immancabile Albertone nazionale torna con uno dei suoi film dalla morale più amara, nonostante i toni di commedia abbondantemente presenti nel tragicamente divertente “Finché c’è guerra c’è speranza” (1974, su Cine 34, alle 21,00) da lui stesso diretto e interpretato nei panni di un “mercante di morte” che per mantenere nel lusso moglie e figli vende armi ai regimi dittatoriali del terzo mondo. Quando verrà smascherato da un articolo apparso su un importante quotidiano nazionale, la stessa famiglia dopo un’apparente riprovazione, per continuare a vivere nel benessere, ne ignorerà i propositi di tornare ad un mestiere onesto. Sordi, al culmine del successo, come sempre protagonista assoluto quanto mai istrionesco, nei panni di regista e sceneggiatore castigatore di costumi, aggiunge un altro personaggio alla sua sconfinata galleria di caratterialità nazionali.