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Ferrero oltre la Nutella: di cosa è fatto l'impero più dolce del mondo

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AGI – Con l’ultimo shopping – i biscotti britannici Fox’s, che esistono dal 1853 – continua l’espansione della galassia Ferrero. Il gruppo di Alba, dal 2015, ha aperto un nuovo capitolo della propria storia, che fino ad allora era stata basata sulla crescita organica, dando il via a una serie di acquisizioni, che hanno portato l’azienda ad affiancare ai marchi storici – Nutella, Kinder, Estathé, Tic Tac – nuovi settori una sempre maggior presenza mondiale.

Se Giovanni Ferrero, presidente esecutivo del gruppo, è l’uomo più ricco d’Italia, lo è anche perché il suo impero, che nel bilancio chiuso il 31 agosto 2019 contava 104 società e 31 siti produttivi, con una presenza diretta o tramite distributori autorizzati in 170 paesi nel mondo, ‘fattura’ 11,4 miliardi l’anno. Negli ultimi anni, prima di mangiarsi i ‘cookies’ Fox, che valgono 172 milioni di ricavi annui, il gruppo aveva rafforzato la propria posizione in altri Paesi europei ma anche oltre Atlantico: negli Usa Ferrero ha acquistato il business dolciario di Nestlé ma anche gli stack di Kellogg Company.

Nel Vecchio Continente, invece il gruppo ha puntato forte sul settore dei biscotti di qualità, con quelli belgi della Delcre me anche con l’azienda danese Kelsen, acquistata dalla Campbell, famosa per le inconiche zuppe in scatola. Sul fronte dei gelati, oltre all’acquisto della spagnola Ice Cream Factoy Comaker, tramite un accordo con Unilver, che possiede i marchi Algida, Magnum e Grom.
 

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Fonte: economia agi


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