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FAMIGLIE ARCOBALENO DESTRA SENZA PIÙ FRENI

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Oggi potrebbero chiedere la calendarizzazione della proposta di legge per istituire il reato universale. Le opposizioni: oscurantisti, usano la Gestazione per altri per criminalizzare i figli delle coppie gay

Il tema dei nuovi diritti – a partire da quello delle famiglie arcobaleno e monogenitoriali – è al centro dei primi interventi di Elly Schlein, prima alla Camera e poi sabato scorso, in piazza a Milano. Sulla scia dei temi sollevati da quella partecipata manifestazione Lucia Annunziata è sbottata, conducendo domenica la sua Mezz’ora in più: lo sfogo della sua esclamazione in diretta (“E che cazzo!”), davanti al muro di gomma della ministra della famiglia Eugenia Roccella, ha contribuito a evidenziare la distanza non solo tra posizioni politiche ma tra paese reale e paese legale. Le opposizioni, dal Pd ad Alleanza Verdi e Sinistra, al Movimento Cinquestelle, accusano la destra di oscurantismo. “La cosa che trovo disonesta sul piano politico e intellettuale è che la destra non ha il coraggio di dire le cose che pensa. E ho trovato disumano oltre che disonesto aver trasformato un dibattito che riguarda i diritti di migliaia di persone” in un dibattito “sull’utero in affitto e la maternità surrogata”, ha osservato Francesco Boccia, coordinatore della mozione Schlein. Ne è la riprova il tentativo di alzare i toni da parte di Federico Mollicone, deputato di Fdi, secondo il quale la maternità surrogata è un “reato più grave della pedofilia”. “La destra è da sempre contro il divorzio, l’aborto, le unioni civili. Ora per loro la Gpa (gestazione per altri, ndr) è peggio della pedofilia ed è da reato da codice penale. Una visione reazionaria del mondo. Da Fratelli d’Italia un attacco gravissimo sia ai figli che ai padri”, gli risponde il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro a Palazzo Madama. Rincara la dose il deputato Pd Alessandro Zan, che riepiloga il dibattito: “C’è la volontà della destra di criminalizzare le famiglie arcobaleno e la comunità Lgbtq+, una vera e propria campagna d’odio per inquinare il dibattito con fake news vergognose. Prima il vicepresidente della Camera Rampelli che ha accusato le coppie omosessuali di “spacciare bambini” e la ministra Roccella che ha parlato di “mercato”, ora il presidente della commissione Cultura di Montecitorio Mollicone che ha definito la maternità surrogata più grave della pedofilia, con un accostamento pericoloso e criminale. Frasi abominevoli da cui Giorgia Meloni deve prendere le distanze e che deve condannare”. Lo dice il deputato del Pd Alessandro Zan. “La gestazione per altri in Italia è vietata, la destra e il governo strumentalizzano questo tema per negare ogni straccio di riconoscimento a più di 150mila bambine e bambini che oggi sono discriminati e hanno meno diritti dei figli di Meloni e Salvini. Siamo di fronte a un linguaggio d’odio che parte dalle istituzioni e può avere effetti devastanti nella società”, aggiunge. Uguale accento da parte dei Dem che avevano sostenuto Bonaccini, come il sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Dobbiamo guardare all’interesse dei bambini ad avere una famiglia che possa prendersi cura di loro, della loro educazione e del loro sostentamento. Se non li riconosciamo, danneggiamo i bambini più che i loro genitori. Altra cosa – precisa – è la maternità surrogata che è vietata in Italia. E ci mancherebbe, sono contrario a pagare delle donne con la maternità surrogata”. Sulla stessa lunghezza d’onda è Andrea Orlando: “Quelle di Rampelli sono dichiarazioni incommentabili”, dice. E sulla gestazione per altri si dice perplesso: “C’è una discussione aperta, su questo ho delle riserve, mi piacerebbe approfondire e confrontarmi. Non si possono dare risposte perentorie su temi così complessi”. Ma al centrodestra questa bandiera serve. Fa gola. E così, a quanto si apprende, Fratelli d’Italia sarebbe decisa a chiedere già oggi la calendarizzazione, nella commissione Giustizia di Montecitorio, della proposta di legge di modifica dell’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, numero 40, in materia di perseguibilità del reato di surroga di maternità commesso all’estero. Il provvedimento, presentato lo scorso mese di febbraio dalla deputata di Fdi Carolina Varchi, consta di un solo articolo e prevede che “le pene stabilite dal presente comma si applicano anche se il fatto è commesso all’estero”. Un reato molto difficile da rilevare, date le diverse legislature vigenti nel mondo, ma utilissimo per lanciare una nuova crociata.

Fonte: Il Riformista