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Estate mitologica. NARCISO – II di Gianni De Iuliis

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(Parte seconda)

Il mito di Narciso ha ispirato molta produzione culturale e spirituale occidentale. La trama de Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde risente proprio del senso più profondo di tale racconto.

In Eros e civiltà (1955), Marcuse elabora la convinzione, mutuata da Freud, che la civiltà ha potuto svilupparsi solo in virtù della repressione degli istinti e in particolare della ricerca del piacere. La società è riuscita ad accrescere la produttività e a mantenere l’ordine solo impedendo all’individuo la libera soddisfazione delle sue pulsioni. Il fine della vita, anziché essere quello di godere con gli altri dello stare al mondo, è divenuto il lavoro e la fatica, che gli uomini hanno finito per accettare come qualcosa di naturale, come una punizione per una colpa commessa. Narciso rappresenta la dimensione estetica, è la bellezza, la sua esistenza è contemplazione. Diventa il simbolo della ribellione contro la logica del lavoro e della fatica.

In psicologia il termine narcisismo è un disturbo della personalità i cui sintomi principali sono egocentrismo patologico, deficit nella capacità di provare empatia verso altri individui e bisogno di percepire ammirazione, che iniziano entro la prima età adulta e sono presenti in svariati contesti.

Concludiamo con la ninfa Eco il cui nome nel linguaggio scientifico indica un fenomeno acustico per il quale un suono, riflettendosi contro un ostacolo, torna a essere udito nel punto in cui è stato emesso.

 

(Nella foto: una rappresentazione  de “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde)


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