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Estate mitologica. GIASONE E MEDEA

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di Gianni De Iuliis

 

Medea (in greco antico Μήδεια [Médeia], che significa Astuzia) fu figlia di Eete, re della Colchide, e di Idea.

Era nipote della maga Circe e quindi dotata di poteri magici.

Il mito narra che il re di Jolco, Pelia, chiese a Giasone di portargli il vello d’oro, una pelle di montone speciale che si trovava nella Colchide. Tale mantello poteva curare ogni ferita, ma era custodito da un drago terrificante. Pelia promise a Giasone il proprio trono in cambio del vello d’oro.

Quindi Giasone giunse nella Colchide e qivi conobbe Medea, che subito s’innamorò del giovane di Jolco. Anzi Medea lo aiutò a conquistare il vello d’oro, uccidendo addirittura suo fratello Apsirtoe poi fuggendo via con Giasone. L’omicidio del fratello suscitò le ire del padre di Medea, Eete.

A Jolco Giasone consegnò il vello d’oro a Pelia, che però rifiutò di donargli il suo trono.

Medea, utilizzando le sue arti magiche, uccise lo stesso Pelia. Quindi i due fuggono a Corinto.

Una variante del mito è proposta da Euripide, per cui Giasone che vuole sposare la giovane Glaunce, figlia del re Creonte, suscitando la vendetta di Medea che intinge un mantello nel veleno e lo dona alla donna, che muore. Inoltre ella, per assicurarsi che Giasone non abbia una discendenza, giunge a uccidere i propri figli avuti con lui. Quindi fugge ad Atene dove sposa Egeo e ha un figlio, Medo.

Infine Medea tornerà nella Colchide, ove si riappacificherà col padre Eeta.

 

(Nella foto: Giasone e Medea, dipinto di  John William Waterhouse, 1907)