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Eraclìto (535 a.C. – 475 a.C.) 

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di Gianni De Iuliis

«Eraclito, figlio di Blosone o, secondo alcuni, di Eracanto, nacque ad Efeso. Fiorì nella sessantanovesima olimpiade. Fu altero quant’altri mai e superbo [. . .]. Avendolo i suoi concittadini pregato di dar loro le leggi, rifiutò per la ragione che la città era ormai dominata da una cattiva costituzione. Ritiratosi nel tempio di Artemide, si mise a giocare a dadi con i fanciulli; agli Efesi che gli si facevano attorno, disse: “Perché vi meravigliate, o malvagi? non è forse meglio far questo che occuparsi della città in mezzo a voi?”. Alla fine, per insofferenza verso gli uomini, ritirandosi dalla vita civile visse sui monti, cibandosi di erbe e di piante».

(Diogene Laerzio)

 

Eraclito è una delle rare figure di pensatore isolato, non legato a una scuola. Il suo carattere altero e superbo ha sicuramente influenzato la sua filosofia; ma anche la sua filosofia, elitaria e riservata a pochi eletti, ha fortemente influenzato il suo carattere. 

In generale nel caso di Eraclito assistiamo a un circuito intatto tra personalità, pensiero filosofico e biografia, in cui ciascun elemento influenza fortemente gli altri due. Tanto che potremmo definire Eraclito il Nietzsche della filosofia ellenica. 

Vive isolato dapprima nel tempio di Artemide e poi nei boschi sui monti, in aperto contrasto politico con la città di Efeso, di cui non condivideva il regime democratico (ci furono anche ragioni politiche, storiche e personali – pare che il suo amico Ermodoro fosse stato esiliato per motivi politici dai cittadini di Efeso, cosa che il filosofo non perdonò mai loro).

Nacque in una famiglia aristocratica, ma rifuggì sempre la fama, il potere e la ricchezza. Nonostante avesse diritto al titolo onorifico di basileus (che in greco significava re ed era la massima autorità sacerdotale), rinunciò a esso in favore del fratello minore. Il re di Persia Dario, dopo aver letto il suo libro Sulla natura, lo invitò a corte promettendogli grandi onori. Ma Eraclito rifiutò la sua proposta affermando: «tutti quelli che vivono sulla terra sono condannati a restare lontani dalla verità a causa della loro miserabile follia» (che per Eraclito consiste nel «placare l’insaziabilità dei sensi» e nell’ambizione al potere). Egli era immune dal desiderio e combatteva ogni privilegio, spesso fonte d’invidia. Decise di restare a casa sua, accontentandosi di quel poco che aveva. Per il suo distacco dai beni materiali e il disprezzo per il potere e per la ricchezza, Eraclito non piaceva molto agli Efesini, che erano esattamente l’opposto.

(18. Continua)