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Economia di guerra e frontiere chiuse: l'Europa affronta l'emergenza

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“Uno stato di emergenza” come “in tempo di guerra”. L’effetto Coronavirus si abbatte sull’economia europea con la potenza distruttiva un conflitto. Ad ammetterlo è il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, che a pochi minuti dall’inizio della riunione dei ministri delle Finanze dei 19 che si vedranno in videoconferenza, promette che “le norme di bilancio dell’Unione europea o le norme sugli aiuti di Stato non ostacoleranno il sostegno alle economie europee colpite dalla diffusione di Covid 19”.

Nel frattempo il Financial Times pubblica una indiscrezione secondo cui i Paesi dell’area Schengen si preparano a chiudere a tutti gli ingressi “non essenziali” dalle nazioni terze.

Centeno conferma la disponibilità politica ad allargare al massimo le maglie delle regole per consentire agli stati membri di utilizzare al massimo la leva della spesa. “Presenterò una dichiarazione che espone una risposta politica coordinata dall’Unione europea che include iniziative per contenere e curare la malattia, sostegno di liquidità alle imprese, in particolare le Pmi e sostegno ai lavoratori e alle famiglie”, dice.

La Ue intanto è alle prese con il tentativo di evitare che i Paesi membri chiudano i confini a persone e merci, mettendo a rischio la libera circolazione, uno dei pilastri su cui si fonda l’Unione. Al momento sono 7 i Paesi che hanno notificato a Bruxelles misure sulle frontiere: Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Danimarca, Polonia, Lituania e Germania. Si attende una comunicazione anche da parte della Spagna che però non è stata ancora notificata.

“Il virus è già presente in tutti gli Stati membri dell’Ue. Chiudere le frontiere non è necessariamente il modo migliore di assicurare che possiamo ulteriormente contenere l’epidemia all’interno dell’Ue”, dice il portavoce della Commissione, Eric Mamer.

In mattinata la presidente Ursula von der Leyen ha sentito Angela Merkel, Emmanuel Macron e Charle Michel. Il presidente del Consiglio europeo ha convocato un vertice straordinario dei 27 in teleconferenza per domani. “La libera circolazione delle merci e’ fondamentale” – ribadisce la Commissione tracciando le linee guida che i 27 dovrebbero tenere in questa fase per non andare in ordine sparso – e “ciò è particolarmente cruciale per i beni essenziali come le forniture alimentari e le forniture mediche e protettive. Più in generale, le misure di controllo non dovrebbero causare gravi interruzioni delle catene di approvvigionamento dei servizi essenziali di interesse generale e delle economie nazionali e dell’economia dell’UE nel suo insieme”.

Le linee guida stabiliscono la possibilità di effettuare controlli sanitari alle frontiere esterne della Ue, così come di verificare lo stato di salute di chi attraversa le frontiere interne, ma si ribadisce che non possono essere discriminati i cittadini in base alla nazionalità.

Medicine e cibo devono passare per ‘corsie preferenziali, aggiunge Bruxelles, ricordando che le merci non devono essere certificate come “Covid free”. Per provare a cercare misure di coordinamento, i 56 ministri della Salute e dell’Interno dei 27, insieme ai commissari Ue responsabili per la gestione delle crisi, per la Salute e per gli Affari interni, terranno una videoconferenza in giornata. 

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Fonte: economia agi


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