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È salva la statua della Madonna di Notre Dame

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La Madonna col Bambino, la scultura trecentesca che raffigura la Vergine Maria con in braccio Gesù e che normalmente viene chiamata proprio Notre Dame de Paris, è salva. L’annuncio è arrivato via Twitter, dall’account ufficiale della cattedrale parigina colpita da un incendio lo scorso 15 aprile.

« La vierge du pilier, Notre Dame, a été déposée et est en sécurité » pic.twitter.com/2ltRRCnO6I

— Cathédrale NotreDame (@notredameparis)
25 aprile 2019

“Notre Dame è stata collocata a terra ed è al sicuro”, si legge nel messaggio postato a metà pomeriggio del 25 aprile. La scultura si trovava accanto al pilastro a sud-est nel transetto, cioè verso il fondo della navata, nel punto dove da sempre – cioè fin dal XII secolo – si trova l’altare dedicato alla Vergine.

Fiori bianchi tutto l’anno

“Questa statua è la più conosciuta delle 37 rappresentazioni della Vergine presenti nella cattedrale”, si legge sul sito ufficiale di Notre Dame de Paris. La scultura risale alla metà del XIV secolo e “proviene dall’antica cappella di Saint Aignan”, antichissimo edificio romanico poco distante dalla cattedrale. Prima del trasferimento, avvenuto nel 1818, si trovava nell’ex Chiostro dei Canonici sull’Ile de la Cité.

Una volta arrivata nel principale luogo di culto di Parigi, era stata inizialmente posizionata nel Portale della Vergine e, in seguito, ricollocata da Eugène Viollet-le-Duc, l’architetto che curò il restauro della cattedrale nel 1855, nella posizione in cui è rimasta fino a oggi.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Cathédrale Notre-Dame de Paris (@notredamedeparis) in data: Nov 14, 2015 at 2:06 PST

Sotto questa statua è tradizione che non manchino mai fiori bianchi. Nel 1950 lo storico francese Marcel Aubert la descriveva in questo modo: “Alta, elegante, porta in braccio il Bambino Gesù che gioca col suo abito le cui ampie pieghe cadono con grazia; una corona copre la sua testa”.

Joris-Karl Huysmans, scrittore parigino di fine Ottocento, ne tratteggia invece il volto spiegando che la Vergine “sembra che stia aspettando una parola dal Bambino per decidersi a sorridere; è una giovane madre, non ancora abituata alle carezze di suo figlio. Guardato però da un altro punto, da un’altra angolazione, questo sorriso svanisce. La bocca si contrae apparendo quasi imbronciata e predice il pianto”. Un mix di sensazioni che sembrano lasciare intendere la gioia per la nascita e il dolore per il calvario a cui Gesù sarà destinato.

La miracolosa conversione di Paul Claudel

Proprio di fronte alla Madonna col Bambino di Notre Dame, nel 1886, avvenne anche la conversione di Paul Claudel, poeta e drammaturgo, personaggio di riferimento della cultura francese a cavallo tra ‘800 e ‘900, e poi anche ambasciatore negli Stati Uniti. Avvenne a Natale del 1886, “il giorno più buio dell’inverno, il pomeriggio piovoso più scuro di Parigi” come ha scritto lui stesso.

“Ero in mezzo alla folla, vicino al secondo pilastro all’ingresso del coro sul lato destro della sagrestia – ha scritto nel 1913 in ‘Ma conversione’ –  Fu allora che accadde l’evento che ha dominato tutta la mia vita. All’improvviso il mio cuore fu toccato e io credetti. Credetti con una tale forza di adesione – con una tale elevazione di tutto il mio essere, con una così potente convinzione, con una tale certezza che non lasciava spazio a nessuna specie di dubbio – che da quel momento tutti i libri, tutti i ragionamenti, tutti i casi di una vita agitata, non hanno potuto distruggere la mia fede né, a dire il vero, neppure toccarla. Tutto ad un tratto colsi il senso straziante dell’innocenza, l’eterna infanzia di Dio, un’ineffabile rivelazione”. 

Vedi: È salva la statua della Madonna di Notre Dame
Fonte: estero agi


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