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È nato prima il Patto di Varsavia o il Patto Atlantico?

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I paesi d’Oriente hanno stipulato patti militari perchè i partiti democratici o socialdemocratici era stati confiscati e soppressi. Tutti questi patti sono stati conclusi nel 1947. Il colpo di stato in Cecoslovacchia è del febbraio 1948. Il Patto di Bruxelles, che inizia la reazione dell’Europa e dell’America, è del marzo 1948. In sintesi, costituito il blocco d’Oriente, come controreazione si costituisce il blocco Occidentale.

 

di Ettore Minniti

Se la Prima guerra mondiale è stata inutile, la seconda è stata ancora più inutile; la terza sarà la più inutile, la più disastrosa immaginabile; la quarta poi si farà con le frecce e i sassi, cioè non avrà bisogno di esplosivi; perché si sarà consumato il suicidio della civiltà.

Fatta questa doverosa premessa, possiamo affermare che esiste un Patto Atlantico perché esiste un Patto Antiatlantico. Uno fa il blocco da una parte e allora l’altro fa il blocco dall’altra parte.

In oriente, nei Balcani, nell’Europa esistevano venti patti militari, tutti collegati tra loro con la grande madre Russia.

I paesi d’Oriente hanno stipulato patti militari perchè i partiti democratici o socialdemocratici era stati confiscati e soppressi. Tutti questi patti sono stati conclusi nel 1947. Il colpo di stato in Cecoslovacchia è del febbraio 1948. Il Patto di Bruxelles, che inizia la reazione dell’Europa e dell’America, è del marzo 1948. In sintesi, costituito il blocco d’Oriente, come controreazione si costituisce il blocco Occidentale.

Vi è però una differenza tra i due Patti. I Patti d’Oriente non stati discussi nei Parlamenti, come è nel Patto Atlantico e come è successo nel parlamento italiano, dove le opposizioni hanno fatto intravedere le criticità di tale operazione, al contrario di quanto successo a Praga e Varsavia, dove ha regnato il silenzio.

Oggi tutti abbiamo paura. L’occidente ha paura dell’Oriente. L’Oriente ha paura dell’Occidente. La paura è una scellerata disgrazia. La paura è mancanza d’amore. Basta che non si ami e si ha paura. Amando, non si ha paura.

Questa paura di rimanere soli, contro l’espansione d’Oriente e della Russia in particolare, ha indotto l’Italia nel 1948 a cercare “compagnia”.

Ecco la ragione del Patto Atlantico.

Nessun entusiasmo per questo Patto sotto l’egemonia Usa, ma era il male minore, in mancanza di valide alternative e altri mezzi per una coesione globale tra i popoli. E non è detto che la storia finisca con il Patto Atlantico, pur tenendo conto delle buone intensioni: esso ha carattere difensivo; non è contro nessuno; è a difesa di qualcuno.

Diceva Togliatti “contro la Russia non si combatte”, allora perché mai avremmo dovuto combattere contro la Russia, non c’era nessun motivo per combatterla, per cui il Patto era/è stata carta straccia, fino ai giorni nostri, ovvero fino a quando la Russia non ha introdotto la macchina bellica per un insensato e non giustificato espansionismo.

Federico II prima faceva le guerre e poi chiamava i poeti ad esaltarle e i giuristici a giustificarle. Tutti dicono che fanno la guerra per la giustizia (Putin non si è sottratto a questo pensiero e visione della guerra).

Dopo l’ultima guerra, due grandi potenze aspirano al primato: la Russia e gli Stati Uniti. Tutt’è e due i Paesi dispongono di mezzi per realizzare questo dominio del mondo. Chi arriverà per primo? Entrambi detengono la bomba atomica. Due Stati irragionevoli perché nessuno vincerà e potrà sopraffare l’altro. A pagarne il prezzo più alto, ancora una volta, l’Europa.

Speriamo che possa invece vincere la ragione.

Purtroppo, il mondo si sta spaccando in due blocchi: una divisione pericolosa. Da una parte il bene e dall’altra il male, una dicotomia inaccettabile.

Questa gretta mentalità ha creato opposizioni fra civiltà occidentale e orientale.

Guerra alla guerra? No! Nulla è perduto con la pace; tutto può esserlo con la guerra.

Si sentono tante teorie, si leggono tante cifre, ma spesso ci dimentichiamo dell’uomo, dell’uomo che soffre, tormentato e macellato nei campi di battaglia.

L’auspicio che le due super Potenze possano dialogare a un tavolo per la pace. Ricordandosi del ‘Telefono Rosso’, quando nel 1963, fu creata una di comunicazione diretta tra la Casa Bianca e il Cremlino proprio durante la crisi dei missili cubani, uno dei momenti in cui il mondo si trovò più vicino allo scoppio di una guerra nucleare.

 

Liberamente tratto dal discorso pronunciato alla Camera il 16 marzo 1949 da Igino Giordani, grande scrittore cattolico.