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Dopo lo scontro, accordo al vertice Ue

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Si è concluso dopo circa sei ore il Vertice dei leader Ue in teleconferenza sulle misure per affrontare l’emergenza Coronavirus. Secondo quanto si apprende a Bruxelles, dopo che Italia e Spagna avevano bocciato la bozza iniziale, i 27 hanno invece raggiunto un accordo sulle conclusioni.

Il documento prevede che il presidente della Commissione, Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dovranno presentare proposte di lungo periodo da concordare con le altre istituzioni

In giornata, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez avevano detto ‘no’ al documento ritenendolo insufficiente. Roma e Madrid hanno chiesto a Bruxelles di trovare una risposta “forte e adeguata” entro 10 giorni.

Cosa vogliono Roma e Madrid

Italia e Spagna chiedono che i cinque presidenti delle istituzioni Ue, Commissione, Consiglio, Bce, Parlamento e Eurogruppo (il riferimento è al rapporto redatto nel 2015 dai 5 presidenti delle istituzioni europee Juncker, Dijsselbloem, Draghi, Schulz e Tusk per completare l’unione economica e monetaria) mettano sul tavolo entro 10 giorni una proposta forte e adeguata”. 

 “Una risposta forte ed adeguata la dobbiamo ai nostri cittadini e in definitiva alla stessa Europa – dice Conte secondo quanto riferisce palazzo Chigi. “Che diremo ai nostri cittadini se l’Europa non si dimostra capace di una reazione unitaria, forte e coesa di fronte a uno shock imprevedibile e simmetrico di questa portata epocale? – aggiunge il premier – come si può pensare che siano adeguati a questo shock simmetrico di così devastante impatto strumenti elaborati in passato, che sono stati costruiti per intervenire in caso di shock asimmetrici con riguardo a tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi?”.

“Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno – dice ancora Conte – le conseguenze del dopo covid-19 vanno affrontate non nei prossimi mesi ma domani mattina”, aggiunge ancora il presidente del Consiglio.

L’Italia non chiede una mutualizzazione del debito, prosegue Conte riferendosi ai timori dell’asse del Nord che non vuole condividere con paesi molto indebitati come l’Italia, i rischi legati all’emissione di un titolo europeo. “Ciascun Paese risponde per il proprio debito pubblico e continuerà a risponderne”, dice ancora Conte secondo palazzo Chigi. Ma il blocco ‘rigorista’ non si fida e continua a respingere la proposta italiana.

Il nodo del Mes

L’altra questione sul tavolo è quella legata al Mes, il Meccanismo europeo di stabilità e soprattutto alle condizioni in base alle quali un paese potrebbe ottenere una linea di credito. La nuova bozza di conclusioni, respinta dall’italia, era stata ulteriormente annacquata rispetto alla versione precedente. Questa mattina in una riunione del Coreper (l’organismo che riunisce gli ambasciatori), Olanda e Finlandia si sono opposte a un paragrafo in cui si chiedeva all’Eurogruppo di concludere il lavoro tecnico per attivare le linee di credito del Meccanismo europeo di stabilità entro la prossima settimana.

Nell’ultima bozza che è stata fatta circolare tra le capitali, il Consiglio europeo invita l’Eurogruppo a “sviluppare le specifiche tecniche necessarie” per attivare il Mes “nelle prossime settimane”. Anche nella nuova bozza non c’erano riferimenti espliciti alla possibilità di introdurre dei Coronabond. L’Italia e altri paesi tra cui Francia, Spagna e Portogallo ritengono che non debbano esserci condizionalità stringenti per affrontare una crisi cosi’ grave. Ma per il blocco dei paesi del nord la richiesta è inaccettabile. L’intesa è lontana.

Vedi: Dopo lo scontro, accordo al vertice Ue
Fonte: estero agi


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