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Dopo le criptovalute, ora in Usa fari puntati sugli ‘stablecoin’

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AGI – Mentre la Cina prende di mira le criptovalute, gli Usa non restano a guardare. L’amministrazione Biden, rivela il Wall Street Journal, sta prendendo di mira le cosiddette “stablecoin”: vuole cioé cominciare a gettare il terreno per una regolamentazione più rigorosa delle criptovalute che potrebbe plasmare il futuro del denaro digitale.

Le stablecoin sono una forma di valuta digitale in rapida crescita nel mondo delle criptovalute. Il valore delle tre più grandi – Tether, Circle’s USD Coin e Binance USD – si è gonfiato fino a circa 110 miliardi di dollari da circa 11 miliardi di dollari un anno fa.

Per ora, gli stablecoin sono usati principalmente dagli investitori per comprare e vendere criptovalute su scambi come Coinbase, che elaborano scambi 24 ore al giorno e sono progettati per combinare la stabilità delle valute nazionali come il dollaro con la capacità di commerciare rapidamente online come il bitcoin.

Gli emittenti sostengono che poiché gli stablecoin sono sostenuti da beni sicuri come i Treasury, dovrebbero mantenere uno stretto legame con il dollaro ed essere facilmente riscattati in dollari. Ma questo contrasta con le altre criptovalute come il bitcoin che non sono sostenute da beni e possono fluttuare in valore. Già la prossima settimana, la Federal Reserve dovrebbe pubblicare un documento che alcuni funzionari hanno descritto informalmente come un progetto sul “futuro del denaro”, comprese le stablecoin.

Lo attendono anche i funzionari dell’amministrazione Usa che, spiega il Wsj, sospettano che se le monete virtuali cominciano a diffondersi sempre più come un mezzo rapido di pagamento per i consumatori e le imprese, questo le metterebbe in concorrenza ad esempio con le banche.

IL LAVORO DEL GRUPPO DEL PRESIDENTE

Proprio alla luce di queste preoccupazioni, stanno quindi valutando se richiedere agli emittenti di stablecoin requisiti di capitale e liquidità simili a quelli richiesti alle banche e stanno anche considerando se regolamentarli come fondi monetari, che sono soggetti a limiti rigorosi sui tipi di attività a breve termine in cui possono investire.

Se si verificasse infatti una “corsa in banca“, ossia se un gran numero di investitori si precipitasse improvvisamente a riscattare gli stablecoin, si potrebbe verificare una svendita di attività e si metterebbe sotto stress, come durante la crisi finanziaria del 2008, alcuni fondi comuni di investimento. Come spiega al Wsj Sheila Bair, ex capo della Federal Deposit Insurance Corp., se un emittente di stablecoin non ha capitale e le sue riserve fluttuano in valore, “questo crea intrinsecamente un rischio di corsa”. Per questo “avere regole rigorose che richiedono investimenti in attività che sono stabili, veri equivalenti di denaro, rappresenta il modo migliore per affrontare l’instabilità”.

Finora le startup che emettono stablecoin investono in attività che le rendono attori considerevoli nei mercati dei capitali. Ma non ci sono regole chiare su come queste attività dovrebbero essere gestite per garantirne la stabilità.

STABLECOIN SONO “LA FICHE DA POKER AL CASINO'”

In termini più spicci, ha spiegato il presidente della Securities and Exchange Commission Gary Gensler, “abbiamo molti casinò qui nel selvaggio West, e la fiche da poker sono questi stablecoin ai tavoli da gioco del casinò”. Gensler peraltro fa parte del gruppo di lavoro del presidente sui mercati finanziari che dovrebbe diramare le raccomandazioni utili a regolare gli stablecoin. Oltre a Gensler, il gruppo comprende  il segretario del Tesoro Janet Yellen e il presidente della Fed Jerome Powell.

Nei prossimi mesi, invece, un gruppo di regolatori bancari, tra cui la Fed e l’Office of the Comptroller of the Currency, dovrebbe valutare se le banche statunitensi sono legalmente autorizzate a detenere criptovalute nei loro bilanci e potenzialmente definire un quadro per il trattamento patrimoniale delle esposizioni dei prestatori a tali strumenti.

“Le misure di regolamentazione contribuiranno a determinare come l’innovazione finanziaria e la tecnologia saranno integrate nel settore bancario per gli anni a venire”, ha affermato David Portilla, un ex membro del Tesoro dell’era Obama che ora è un partner dello studio legale Cravath, Swaine and Moore LLP, che rappresenta le banche e le imprese di tecnologia finanziaria. Almeno apparentemente, sembra che gli emittenti di stablecoin in generale non vedano l’ora di lavorare con i funzionari per sostenere la trasparenza e la conformità della loro attività.

Ad esempio Jeremy Allaire, amministratore delegato dell’emittente di USD Coin, Circle, ha così commentato l’attenzione del gruppo di lavoro del presidente definendolo una buona cosa per gli stablecoin: “Circle crede che i dollari digitali ben regolamentati, costruiti su blockchain pubbliche, possano giocare un ruolo vitale nel rendere il movimento di valore più veloce, più sicuro e meno costoso”.

Source: agi


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