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Democrito. Nascita della società del linguaggio e della religione

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di Gianni De Iuliis

La civiltà nasce dall’unione dei primi uomini che vivevano allo stato brado, senza leggi e morale. Successivamente, spinti dal timore e dalle necessità, si riunirono in comunità per meglio fronteggiare i pericoli.
Il linguaggio nasce da una convenzione tra i primi uomini, per cui fecero corrispondere a ogni oggetto un nome per identificarlo.
La religione nasce dal terrore dei primitivi di fronte alle manifestazioni violente della natura. Essi credevano che tali manifestazioni fossero opera della divinità, cui offrivano voti, preghiere e sacrifici per placarne l’ira.
Mediante tali teorie Democrito (Abdera 460 ca-360/350ca) rappresenta un momento d’innovazione nella cultura greca. Infatti libera gli inizi della civiltà da concezioni mitologiche, riconoscendo all’uomo un ruolo da protagonista nella storia e mostrando come la civiltà sia un progresso che va conquistato giorno per giorno con sacrifici e conoscenze, sfatando la concezione mitologica dell’età dell’oro da cui si muove la storia dell’umanità, intesa come decadenza e barbarie.
Possiamo a ragione parlare di ENCICLOPEDISMO DEMOCRITEO, nel senso che la sua filosofia spazia per tutti i campi del sapere, dalla medicina all’astronomia, all’arte, alla biologia.
La sua filosofia è una sintesi originale di tutto il pensiero pre-sofistico. Egli infatti studia gli ionici, Pitagora, Parmenide, Zenone, Empedocle, Anassagora, Eraclito. E nella sua filosofia confluisce tutto il pensiero a lui precedente e contemporaneo.
(59. Continua)