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Democrito. Gli atomi

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Di Gianni De Iuliis

«Analogamente, anche il suo [di Leucippo] discepolo Democrito di Abdera pose come princìpi il pieno e il vuoto, chiamando essere il primo e l’altro non essere: essi, infatti, considerando gli atomi come materia dei corpi, fanno derivare tutte le altre cose dalle differenze degli atomi stessi. Le differenze sono: misura, direzione, contatto reciproco, che è quanto dire forma, posizione e ordine. Essi ritengono infatti che per natura il simile è posto in movimento dal simile e che le cose congeneri sono portate le une verso le altre e che ciascuna delle forme, andando a disporsi in un altro complesso, produce un altro ordinamento; di modo che essi, partendo dall’ipotesi che i princìpi sono infiniti di numero, promettevano di spiegare in modo razionale le modificazioni e le sostanze e da che cosa e come si generano i corpi; perciò essi anche dicono che soltanto per coloro che considerano infiniti gli elementi tutto si svolge in modo conforme a ragione. Ed affermano che è infinito il numero delle forme negli atomi perché nulla possiede questa forma qui a maggior ragione di quest’altra: tale è infatti la causa che essi adducono della loro infinità».
(Simplicio)
Democrito (Abdera 460 ca – 360/350 ca) riprende la distinzione di Parmenide tra ESSERE E NON ESSERE, identificando l’essere con la materia e il non essere con il vuoto, cioè lo spazio entro cui la materia si muove.
La materia è costituita da un insieme infinito di ATOMI. Gli atomi sono l’arché, il principio primo che spiega il reale.
Giunge all’atomo non per via sperimentale, visto che mancano strumenti scientifici adeguati, ma in maniera deduttivo-razionale.
Egli infatti parte da una critica a Zenone e Parmenide, contestando loro che la divisibilità all’infinito della materia e dello spazio vale solo in campo logico-matematico e non in campo reale. Non è possibile dividere all’infinito la materia percepita dai sensi, perché alla lunga si giungerebbe al nulla, alla negazione del reale.
Secondo Democrito per spiegare la realtà è necessario postulare degli elementi costituenti la realtà, delle particelle minime, non ulteriormente divisibili, non decomponibili, che sono gli atomi. Dividere la materia significa al massimo separare gli atomi che la compongono, ma non dividere ogni singolo atomo che è una particella non divisibile.
Infatti il termine ATOMO deriva dal greco gr. ἄτομος [atomos] che significa «indivisibile». È composto dall’alfa privativa e dal verbo τέμνω [temno], che significa «tagliare».
(53. Continua)