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Dalla Spagnola al Covid, così da 100 anni l’Opera Cardinal Ferrari assiste gli ‘ultimi’

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AGI – Dalla ‘Spagnola’ al Covid passando per la guerra, la crisi economica, l’immigrazione prima interna e poi dall’estero. L’Opera Cardinal Ferrari di Milano festeggia ora i 100 anni di attività a favore degli ultimi e dei bisognosi.

Sono le ore 15 del 24 gennaio del 1921 infatti, quando nella sede dell’Arcivescovado di Milano, si riuniscono per la prima volta promotori, fondatori e benefattori dell’Opera.

Con Don Giovanni Rossi, segretario del Cardinal Carlo Andrea Ferrari, ci sono oltre 30 tra le famiglie più influenti e importanti di Milano, pronte a firmare l’Atto Costitutivo. Ancora pochi mesi e, nell’estate, l’Opera diventa realtà.

Il periodo è dei più difficili, il dopoguerra, segnato da gravi crisi sociali, sanitarie (allora l’influenza chiamata Spagnola fece 30 milioni di morti nel mondo) tanta miseria e tante proteste, a volte violente, che segneranno poi la storia.

Il Cardinal Ferrari riesce però a coinvolgere l’alta società milanese in una vera e propria campagna di raccolta fondi, per dare vita a quella che, da allora, è e sarà la casa dei più bisognosi.

Un anniversario importante in uno dei momenti più difficili

“Un anniversario importante che arriva, oggi, – spiega Anna Fabbricotti, responsabile fundraising e comunicazione dell’Opera – in uno dei momenti più difficili della storia recente, con un’emergenza che non è più solo sanitaria, ma drammaticamente economica e sociale, quasi a volerci ricordare perché nacque Opera e perché è un pezzo importante della storia e del quotidiano di questa città”.

Oggi, tra dipendenti e collaboratori (operatori socio educativi, assistenti sociali, magazzini e uffici vari di gestione) lo staff di Opera Cardinal Ferrari è composto da 17 persone, più presidente e CdA. I volontari sono circa 240

I tesserati del Centro Diurno fino a febbraio 2020 (pre-COVID) erano 246. Attualmente sono solo 100 i ‘Carissimi’ (gli ospiti) che possono accedere al diurno.

Gli altri Carissimi, che hanno una casa, ma da sempre hanno difficoltà, per ora possono accedere, su appuntamento, ai vari servizi: guardaroba, parrucchiera, pedicure, colloquio con assistente sociale/educatore per prenotazione visite mediche, compilazione documenti per rinnovo permesso di soggiorno o altro.

Ma le forme di assistenza si sono anche diversificate: “27 hanno mantenuto un legame più forte con noi, accettando di essere inseriti nel servizio ‘telefonata amica’: un volontario li sente periodicamente per telefono, mantenendo vivo, anche se a distanza, il rapporto col Carissimo”.

Infine altri 20 ricevono mensilmente il pacco viveri mentre nel Padiglione del Cielo Stellato (riservato alle donne senza casa) ne vivono al momento 7.

La sorpresa in Opera è “che si vive insieme, ci si aiuta, si lavora gomito a gomito, non si distinguono volontari, operatori e Carissimi, e tutti hanno un sorriso, si fa chiasso, si parla a voce alta, ci si racconta. È un sentirsi a casa, incontrare gli amici. Questo volle il Cardinal Ferrari quando aprì la prima Casa del Popolo, questo resterà sempre il segno distintivo dell’Opera: non diamo solo da mangiare, o i pacchi viveri. Aiutiamo ogni persona in difficoltà a ritrovare o non perdere il bene più importante per ogni donna o uomo: la dignità, il sentirsi parte di una comunità, tornare ad essere sé stessi”.

Centinaia di migliaia i ‘Carissimi’ passati per la struttura

Le persone passate in Opera, prima in via Mercalli, dove è nata, poi dal ’50 in via Boeri, in questi primi 100 anni “sono centinaia di migliaia – spiega ancora Fabbricotti – nata in uno dei più drammatici dopoguerra, ha continuato a dare rifugio anche durante la seconda guerra mondiale, ha accolto e si è presa cura dei profughi, i senzatetto, gli studenti fuori sede e i lavoratori precari che tentavano la fortuna qui a Milano, donne in difficoltà o finite per strada”, grazie a un pensionato, per i fuori sede, e un centro residenziale che ospita donne

La pandemia anche in questo caso si è fatta sentire: tra ottobre e dicembre 2020 c’è stato un incremento del 52% dei pacchi in distribuzione. “Attualmente, le famiglie cui distribuiamo il pacco viveri sono 200 per un totale di 480 persone, con circa 90 minori. E stiamo facendo colloqui con altre 22 famiglie”.

Le vere e proprie celebrazioni per il centenario sono previste per la primavera: “Ci stiamo preparando a festeggiare questo importante anniversario – conclude Fabbricotti – con una serie di importanti eventi, tra cui una grande mostra su strada e incontri vari”.

Vedi: Dalla Spagnola al Covid, così da 100 anni l’Opera Cardinal Ferrari assiste gli ‘ultimi’
Fonte: cronaca agi


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