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Dalla cocaina alle feci di mucca, le false cure più bizzarre per il coronavirus

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Dal pane intinto nel vino ai chiodi di garofano, i rimedi suggeriti dai medici del ‘300 per proteggersi dalla peste nera che straziò l’Europa ci appaiono oggi tragici nella loro ingenuità. Come possono apparirci assurde numerose credenze, che ancora resistono, legate alla medicina tradizionale cinese o subsahariana. Di fronte a un nemico nuovo, letale e ancora senza una cura, come il Covid-19, il pensiero magico riemerge prepotente anche nelle società più moderne e secolarizzate. Tanto che vi sono anche esponenti del potere politico tra coloro che propugnano le terapie più assurde (e, ovviamente, inefficaci) suggerite in questi giorni per proteggersi dal coronavirus. 

La cocaina

In Francia il ministero della Salute è stato costretto a specificare sui propri canali social che “la cocaina non uccide il coronavirus”; anzi, “è una droga che causa assuefazione, provoca gravi effetti indesiderati ed è nociva per la salute delle persone”.

A rendere popolare questa curiosa teoria sono stati alcuni account Twitter che hanno pubblicato falsi screenshot di notiziari sullo “shock degli scienziati” di fronte a tale scoperta, che avrebbe riportato la sostanza sugli scaffali delle farmacie (alla fine del XIX secolo veniva utilizzata come antidolorifico e anestetico locale, per poi essere spodestata dalla novocaina nel ‘900).

Non sappiamo quanto Oltralpe, nelle settimane scorse, sia aumentata la richiesta dello stupefacente per via delle sue presunte virtù terapeutiche. Di sicuro è meglio convincersi delle proprietà benefiche dell’aglio, che – secondo un’altra bufala che furoreggia online – curerebbe anch’esso il Covid-19: è altrettanto inefficace ma fa meno male e, soprattutto, è molto più a buon mercato.

Vodka e altri alcolici

Poter trasformare un vizio in terapia pare troppo bello per essere vero. Ma purtroppo nemmeno la vodka è in grado di uccidere il virus, come ha suggerito ai cittadini l’uomo forte della Bielorussia, Alexander Lukashenko. L’ultima dittatura d’Europa è una delle nazioni che ha adottato le misure meno rigide di fronte all’epidemia e ha registrato pochi casi e nessun decesso, almeno ufficialmente (ma se prendiamo per buoni i dati di Pechino perché dubitare di quelli di Minsk?). Per gli astemi il consiglio di Lukashenko è una bella sauna, giacché, secondo i suoi consulenti scientifici, il virus non resisterebbe a una temperatura di 60 gradi, che sono pur sempre più dei 27 sufficienti a stroncare il Covid-19 secondo una sciagurata catena di Sant’Antonio che girava poco tempo fa sui cellulari degli italiani.

Sta avendo invece effetti tragici la credenza, diffusasi in alcune aree dell’Iran, secondo la quale bere alcolici curerebbe la malattia. Essendo la vendita di tali bevande vietata nella Repubblica Islamica, molte persone sono ricorse a intrugli di fabbricazione clandestina contenenti metanolo, che può causare cecità e morte. Le vittime di questa letale convinzione sono almeno 300. A poco sono valsi i richiami delle autorità, che, avendo reagito con ritardo all’epidemia, sono guardate con crescente diffidenza dalla popolazione. 

Candeggina

È invece soprattutto negli Stati Uniti che si è diffusa l’idea che bere candeggina curi il coronavirus, a causa di un altro messaggio diventato virale su Twitter grazie ai soliti scellerati. Evidentemente c’è chi ritiene che ciò che disinfetta le superfici può essere utile anche per l’organismo.

Che ingerire sostanze chimiche tossiche faccia tutt’altro che bene dovrebbe essere un’ovvietà ma così non è se il centro antiveleni dell’Università della Virginia è stato costretto a chiarirlo. Ancora più diffusa, ma molto meno pericolosa, la bufala secondo cui per uccidere il Covid-19 basterebbe effettuare gargarismi con acqua calda salata e aceto, che contro un normale mal di gola quantomeno qualcosa fanno.

Escrementi bovini

In India la vacca è considerata animale sacro dalla maggioranza indù, tanto che in alcune cerimonie religiose i fedeli si fanno versare addosso urina e feci del bovino per mostrare la loro devozione nei suoi confronti. In molti ritengono inoltre che le deiezioni dell’ungulato siano un’autentica panacea. E così nei primi giorni di marzo il piccolo partito nazionalista Akhil Bharat Hindu Mahasabha ha organizzato feste a Nuova Delhi e in altre città durante le quali i partecipanti hanno bevuto urina di mucca per proteggersi dal coronavirus. Altrettanto efficace sarebbe un bagno negli escrementi dell’animale.

Addirittura una parlamentare del partito al potere, il Bjp di Narendra Modi, ha pubblicamente esaltato le proprietà terapeutiche dei rifiuti corporei bovini. Si tratta di Suman Haripriya​, eletta nell’Assemblea dell’Assam, le cui dichiarazioni hanno attirato forti critiche da parte della comunità scientifica. In un Paese dove i nazionalisti sono convinti che l’India già in tempi antichi avesse aeroplani e ricerca sulle cellule staminali si tratta però, evidentemente, solo della punta dell’iceberg.

Vedi: Dalla cocaina alle feci di mucca, le false cure più bizzarre per il coronavirus
Fonte: estero agi


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