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Dal Milan al Psg. Le squadre europee con un patron straniero

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Se andrà in porto l’operazione americana a Firenze, diventeranno cinque le squadre di calcio della massima serie italiana in mano a proprietari stranieri, quasi un record in Europa dove solo in Premier League ci sono più proprietà straniere. Il nostro campionato è in questo l’ultimo arrivato in Europa dove da anni la tendenza degli investitori ad acquisire club calcistici è ormai diffusa. Da James Pallotta, proprietario della Roma, a Joy Saputo, l’imprenditore canadese presidente del Bologna, la geografia calcistica interna alle società sta cambiando per acquisire una composizione internazionale. 

La proprietà di casa Inter fa capo alla conglomerata Suning Commerce Group, la società privata cinese di proprietà dell’imprenditore Zhang Jindong, diventata azionista di maggioranza dei neroazzurri nell’estate del 2016, quando aveva acquistato oltre il 60 per cento delle quote lasciando al precedente proprietario, l’indonesiano Thohir, una quota di minoranza. Dopo la presidenza del Tycoon indonesiano, attualmente il presidente è Steven Zhang, il figlio di Zhang Jindong subentrato nella formazione del nuovo Cda.

Anche nella storia del Milan si conta una proprietà cinese: chiusa l’epoca di Silvio Berlusconi, che è stato proprietario del club per 31 anni, nel 2017 la squadra è passata all’imprenditore cinese Yonghong Li dopo una trattativa durata piu’ di otto mesi. “Lascio oggi, dopo più di trent’anni, la titolarità e la carica di presidente del Milan. Lo faccio con dolore e commozione, ma con la consapevolezza che il calcio moderno, per competere ai massimi livelli europei e mondiali, necessita di investimenti e risorse che una singola famiglia non è più in grado di sostenere” aveva dichiarato in quell’occasione Berlusconi, ringraziando i tifosi e il dirigente Galliani.

Tuttavia, dopo avere chiuso il bilancio 2017/2018 con una perdita di 128 milioni di euro, uno dei risultato peggiori della storia del club, il Milan cinese è passato di mano al fondo americano Elliott, diventato proprietario dei rossoneri nel luglio 2018 avviando una ricapitalizzazione della società.

Sono passati otto anni da quando gli americani sono arrivati a Roma. James Pallotta ha comprato i giallorossi nel 2011 insieme ad altri tre imprenditori americani: Michael Ruane, Thomas Dibenedetto e Richard d’Amore. Il manager bostoniano Pallotta, esperto nel campo degli hedge fund, ha vissuto un rapporto complesso con i tifosi del club, sia per la vicenda legata all’ex capitano Francesco Totti sia per quella relativa alla costruzione dello stadio della Roma. L’epilogo in fase di (drammatico) svolgimento è l’addio dell’ultima bandiera giallorossa voluto unicamente da Pallotta, Daniele De Rossi, che oggi giocherà la sua ultima gara con la maglia che ha vestito per 18 anni.

Ed è un canadese il presidente del Bologna: l’imprenditore Joey Saputo, che ha acquistato il club nel 2014 insieme a una cordata di altri imprenditori americani tra cui Joe Tacopina, poi uscito dalla proprietà.

Anche nelle serie minori stanno arrivando investitori stranieri. È il caso, ad esempio, della serie D dove il Como, squadra fondata nel 1907 che ha militato anche nella massima serie e ha visto nascere talenti del panorama italiano come Gianluca Zambrotta e Stefano Borgonovo, ad aprile 2019 è passata in mani inglesi: è stata acquistata dalla Sent Entertainment Ltd, società di media e intrattenimento con sede nel Regno Unito.

Il primato di patron stranieri nel calcio appartiene però ancora all’Inghilterra, dove la Premier League conta una rosa di ben sei azionisti di maggioranza che provengono da fuori il Regno Unito. A partire dalla squadra rivelazione delle ultime due Champions Legaue, il Liverpool, acquistato nel 2010 da John William Henry, imprenditore degli Stati Uniti già padrone dei Boston Red Sox.

Ci sono poi le due squadre di Manchester: dal 2005 il Manchester United è americano, di proprietà della famiglia Glazer. Dopo la morte del Malcom Glazer, il presidente della First Allied Corporation che aveva acquisito il club, la gestione della squadra è passata nelle mani dei figli Joel e Avram; il Manchester City, invece, è controllato dallo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan, che ha comprato il club inglese nel 2008.

A Londra il Chelsea dal 2003 è nelle mani dell’imprenditore russo Roman Abramovich. Il Leicester è stato comprato dall’imprenditore thailandese con origini cinesi Vichai Raksriaksorn, fondatore del King Power Group. Alla sua morte, avvenuta in un incidente aereo, la gestione del club è passata alla famiglia. Il Southampton ha una proprietà cinese: il club è stato comprato nel 2017 dalla società di Gao Jisheng, che ha preso il posto dell’ex azionista di maggioranza, la svizzera Katharina Liebherr, rimasta con una parte di quote in società. 

Anche in Francia si contano numerosi investimenti di imprenditori stranieri. Nel 2011 l’imprenditore qatariota Nasser Al-Khelaifi ha comprato il Paris Saint-Germain investendo centinaia di milioni di euro, mentre il Monaco è stato comprato dal miliardario russo Dmitry Rybolovlev. In Spagna il cinese Desports Group ha acquisitato il pacchetto di maggioranza del Granada, comprandolo dall’imprenditore italiano Pozzo.

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Fonte: sport agi


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