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Dai monopattini alle monoruote, la rivoluzione della micromobilità elettrica

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I dispositivi di micromobilità sono certamente destinati nei prossimi anni a venire potenziati e rivoluzionati. L’inventore delle batterie al litio, il Premio Nobel John Goodenough, alla veneranda età di 100 anni, che   compirà nel luglio di quest’anno, sta infatti ultimando una versione alternativa ma estremamente potenziata delle sue batterie, in vetro e sodio, capaci di maggiore autonomia con minor tempo di ricarica

di Ignazio Burgio

La realizzazione di motori elettrici leggeri e soprattutto delle batterie agli ioni di litio (come quelle presenti in smartphone e tablet), capaci di una lunga autonomia con un minimo ingombro, hanno consentito dopo l’anno 2000 non solo la realizzazione delle biciclette elettriche, ma anche lo sviluppo di veicoli elettrici poco pesanti e manovrabili, e spesso anche “trasportabili” a mano, come i monopattini elettrici, i segway, gli hoverboard e le monoruote elettriche.

I monopattini elettrici sono molto simili a quelli tradizionali mossi dai piedi dei bambini. Il loro telaio, solitamente in alluminio, è generalmente pieghevole per agevolarne il trasporto a mano e la custodia col minimo ingombro. L’autonomia delle loro batterie è molto variabile a seconda dei modelli ma in ogni caso non supera i 50 km. Il Decreto Legge 34/2020 (cd. Decreto Rilancio) con le agevolazioni e i bonus per l’acquisto di mezzi di micromobilità ha contribuito a diffondere l’uso dei monopattini elettrici, ma si sono contemporaneamente sviluppati anche il noleggio e la condivisione di questo mezzo da parte di molte società di servizi.

Affini in qualche modo ai monopattini sono i segway, veicoli anch’essi elettrici  costituiti sostanzialmente da una pedana con due ruote laterali ed un manubrio. Caratterizzati da una minore manovrabilità ed anche da una difficile “trasportabilità a mano”, non hanno riscosso il medesimo successo dei monopattini riguardo alla mobilità urbana, e sono spesso relegati a specifici ambienti di lavoro, industriale e commerciale. Tuttavia in molte città italiane, ed anche piccole località turistiche, vi sono dei tour operator che organizzano giri turistici in segway per le vie dei centri storici.

Fra tutti i nuovi mezzi di micromobilità elettrica il meno fortunato è sicuramente l’hoverboard, simile al segway ma senza manubrio. Consiste infatti di due ruote  laterali collegate a due piccole piattaforme orizzontali snodate tra loro, su cui si appoggiano i piedi. La sua autonomia non supera i 20 km, mentre la sua velocità massima è di circa 15 km/h. I primi esemplari di hoverboard apparvero nel 2014 in Cina da cui si diffusero poi nel resto del mondo a cominciare dagli USA. Ma una serie di incidenti causati da seri problemi alle batterie lo fecero diventare nei primi tempi impopolare e soprattutto illegale in molte parti del mondo (compreso il nostro Paese). Nonostante in anni recenti i problemi alla sicurezza sembra siano stati risolti (la sua circolazione in Italia è permessa) ancora adesso in molte nazioni il suo utilizzo è consentito solo in aree private.

Al contrario degli hoverboard, le monoruote elettriche (o monowheel) anch’esse senza manubrio, hanno tutte le caratteristiche per insidiare il successo dei monopattini elettrici. Originarie anch’esse della Cina, in un certo senso possono essere considerate la versione automatizzata dei famosi monocicli (quelli dei giocolieri nei circhi, per intenderci) ma senza né sellino nè pedali: come nel famoso fumetto “B. C.”, di Johnny Hart, sono costituite infatti solo da una ruota ben aderente al suolo e da due robuste alette laterali praticamente fisse, come delle staffe. I piedi servono esclusivamente per stare in equilibrio su ognuna di esse. Per regolare la velocità, rallentare, frenare e girare, si usano i leggeri movimenti di tutto il proprio corpo: la monoruota infatti non è solo elettrica ma anche elettronica, poiché l’hardware e il software preinstallati interpretano gli spostamenti del baricentro del conducente e reagiscono come se fossero comandi di guida.

In molte città italiane vi sono enti e associazioni che svolgono corsi di guida e organizzano anche escursioni turistiche e naturalistiche. Le monoruote possono infatti percorrere senza problemi strade sterrate e sentieri, sia pianeggianti che con pendenza non troppo accentuata, e sul sito it.wikiloc.com sono presenti numerosi itinerari extraurbani studiati per questo mezzo in ogni parte d’Italia (il buon senso e la prudenza raccomandano ovviamente un abbigliamento adeguato con casco e protezioni per braccia, mani e gambe). Tuttavia come in molti si saranno già accorti, anche nelle città le monoruote si stanno pian piano diffondendo come mezzi di spostamento urbano al pari dei monopattini elettrici, con il vantaggio che possono essere più agevolmente portati con sé dentro casa o in ufficio. In genere infatti il loro peso si aggira sui dieci chili, e normalmente sono dotati anche di una comoda maniglia come se si trattasse di una valigetta.

La normativa del codice della strada che disciplina l’uso dei monopattini e degli altri mezzi di micromobilità, negli ultimi tre anni ha subito diverse modifiche e integrazioni – l’ultima delle quali il 10 novembre dello scorso anno –  a volte in contraddizione con le norme precedenti, e a tutt’oggi non mancano lacune e aspetti ancora da precisare. Rimangono comunque certe alcune disposizioni fondamentali, in primo luogo l’età minima di guida, poichè nelle strade pubbliche tali mezzi possono essere guidati dai 14 anni in su (con l’obbligo del casco per i minori). Nei centri urbani essi devono inoltre mantenere una velocità massima di 20 Km/h (e nelle aree pedonali la velocità massima di 6 km/h, tramite appositi regolatori di velocità). Ma per quanto riguarda tanti altri aspetti, come l’obbligo di segnalatori acustici, catarinfrangenti o luci anteriori e posteriori, guida notturna, parcheggio con l’obbligo della foto, e via dicendo si rinvia alla paziente lettura (e interpretazione) delle Gazzette Ufficiali e delle tante altre disposizioni locali. In particolare anche le norme sull’utilizzo del casco lasciano molto a desiderare, considerati i non pochi incidenti, anche mortali, verificatesi sia in Italia che all’estero: persino il principale produttore americano di segway, Jimi Heselden, morì nel 2010 proprio mentre guidava uno dei suoi mezzi.

Tutti questi dispositivi di micromobilità sono certamente destinati nei prossimi anni a venire potenziati e rivoluzionati. L’inventore delle batterie al litio, il Premio Nobel John Goodenough, con ammirevole indifferenza verso la sua veneranda età di quasi 100 anni (che compirà nel luglio di quest’anno) sta infatti ultimando una versione alternativa ma estremamente potenziata delle sue batterie, in vetro e sodio, capaci di maggiore autonomia con minor tempo di ricarica. Sicuramente ne trarrà beneficio anche il settore delle auto elettriche vere e proprie, con enormi e positive ricadute anche per quanto riguarda la transizione ecologica più in generale.

Al di là comunque degli indiscutibili vantaggi consentiti da tali nuovi mezzi, una reale trasformazione nella mobilità, soprattutto urbana, potrà aversi soprattutto con un rivoluzionario cambiamento nella mentalità, in primo luogo col superamento del feticistico culto del motore rombante, e della moto o auto veloce e superaccessoriata, simboli della propria potenza virile e del proprio livello di classe sociale.