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Da Apollo 17 ad Orion

Entrammo nell’oscurità dopo essere stati alla luce del giorno per tutto il tempo sulla via della Luna. Eravamo caduti nell’ombra … della Luna”. “Eugene Cernan – CDR Apollo 17 Dicembre 1972

 

Di redazione

 

Apollo 17 fu l’ultima missione lunare degli Stati Uniti, fu la missione dei record, era la prima volta che il Saturn V decollava in notturna, le fiammate furono viste a decine di km di distanza, e l’area di lancio fu illuminata a giorno.

Record nella raccolta di campioni lunari, oltre 110 kg, di qualità naturalmente superiore, visto che c’era un vero geologo sul luogo della raccolta.

Cernan, scherzando, si vantava di aver toccato quasi i 20 km/h con il rover lunare, in discesa, e il suo compagno Schmitt, che non era un pilota militare ma un tranquillo scienziato, non approvò pienamente questo fatto, ma in ogni caso la serietà di Cernan non fu mai messa in dubbio.

Gene Cernan, con il giusto orgoglio, diceva sempre che era lui l’ultimo uomo ad aver camminato sulla Luna, visto che, per il protocollo di missione, il comandante era l’ultimo a rientrare nel LM.

Gene promise alla figlia Teresa, prima di partire, che le avrebbe portato a casa una pietra lunare, non fu possibile, visto che i reperti lunari sono classificati come proprietà della NASA, ma ebbe l’idea di lasciare sulla superficie una sua foto.

Anche quando ritorneremo sulla Luna, Cernan sarà sempre ricordato come l’ultimo uomo sulla Luna, l’ultimo di una avventura fantastica, il programma Apollo.

E l’uomo sta per tornare sulla Luna. Con le missioni “Artemis Generation”. Artemis 1, senza uomini a bordo, è rientrata alla base. La missione Artemis 2 prevista nel 2024 riporterà qualcuno a guardare la Luna da vicino. Anche in quel caso, però, senza poterla toccare. Cosa che succederà con Artemis 3, a oggi prevista non prima del 2025 (gli scettici dicono 2026), quando la prima donna e il prossimo uomo sbarcheranno là dove nessuno mette piede dal ‘72.

Artemis 1 è stata un trionfo: fra passaggi radenti che l’hanno portata due volte a sfiorare la Luna, decine di immagini meravigliose e il record di maggiore distanza raggiunta da una capsula per il trasporto umano poi tornata sulla Terra (più di 434mila chilometri dal nostro Pianeta), la missione ha fornito e fornirà dati cruciali per il prosieguo del programma.

Orion Questa navicella ha viaggiato nello spazio per oltre 2 milioni di km in 25 giorni, ha compiuto due sorvoli lunari e ora è di nuovo qui, sulla Terra, da dove era partita il 16 novembre. Ed è tornata con un preziosissimo carico di dati raccolti, una mole di informazioni che saranno preziosissime per progettare al meglio tutti i dettagli della prossima missione Artemis 2 prevista nel 2024.
Nei prossimi giorni la capsula raggiungerà il NASA Kennedy, dove verrà finalmente aperta per esaminare i vari payload trasportati durante la missione. L’attenzione principale andrà naturalmente ai manichini, i cui sensori hanno raccolto dati imprescindibili per dare la giusta protezione dalle radiazioni cosmiche ai futuri astronauti Artemis. Allo stesso modo sarà importante analizzare lo stato generale dei materiali che compongono la capsula e lo scudo termico: un lavoro che durerà mesi e che sarà fondamentale per mettere in piedi Artemis 2.

Il caso poi vuole che il rientro di Orion sia avvenuto esattamente nel 50° anniversario dell’ultimo allunaggio, quando l’11 dicembre 1972 Eugene Cernan e Harrison Schmitt di Apollo 17 giunsero sul suolo lunare. Coincidenza, questa, che testimonia la continuità del programma Artemis con lo storico programma Apollo.

E’ solo la prima tappa del programma destinato a riportare gli esseri umani sulla Luna

Fra i passi successivi, due sono particolarmente importanti: il primo è la realizzazione di una cisterna da lanciare in orbita terrestre, dove è previsto che le Moonship si riforniscano prima di raggiungere la Luna. Senza avere indicato quando, SpaceX ha fatto sapere che lo space tank sarà portato in orbita e riempito di propellenti da una serie successiva

L’altro test fondamentale per Artemis sarà un allunaggio di prova senza persone a bordo, al momento programmato entro la fine del 2024.

Orion non ha finito un viaggio. Ne ha solo cominciato un altro. Schmitt e Cernan ne sarebbero stati felici.

 

 

Fonte @ wired.it