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Crociere, Taranto è sul podio come «destinazione dell’anno»

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Il porto è candidato ai Seatrade Cruise Awards

Il porto di Taranto nella shortlist dei 3 finalisti per il titolo di Destination of the Year nell’ambito dei prestigiosi Seatrade Cruise Awards, che dal 2007 vengono riconosciuti alle eccellenze dell’industria crocieristica a livello globale. Il porto ionico è stato candidato al premio come destinazione dell’anno dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio congiuntamente a Taranto Cruise Port. Le altre due finaliste sono la città di Dubrovnik in Croazia e la crociera in Gran Bretagna.

Il vincitore verrà selezionato da una giuria composta da esperti del settore e premiato ufficialmente a Malaga il 14 settembre, nel corso della fiera Seatrade Cruise Med. Il porto di Taranto e le bellezze del territorio ionico sono anche protagonisti su CruisesNews. La testata, specializzata nel settore del turismo crocieristico, rivolta in particolare al mondo ispanofono, ha dedicato al porto di Taranto un articolo sul proprio sito e nel magazine digitale eCruisesNews.

Il focus è sulla stagione d’oro del porto crocieristico ionico, che con 54 scali e 9 cruise lines diverse registra nell’anno corrente una crescita esponenziale rispetto al 2021.

L’articolo esalta le gemme della “destinazione emergente” Taranto: le antiche masserie, custodi delle produzioni tipiche, la Valle d’Itria e i suoi borghi, e le eccellenze enogastronomiche quali il pane di Laterza, il vino Primitivo e l’olio extravergine, attrazioni imperdibili per i cruise lovers che arrivano nella città dei due mari da tutto il mondo.

Il 2022 viene indicato come «un anno di record» con una «progressione folgorante».

In totale 54 scali di navi appartenenti a 9 compagnie di crociera: MSC Crociere, Celebrity Cruises, Marella Cruises, TUI Cruises, P&O Cruises, Noble Caledonia, Phoenix Reisen, Sea Cloud Cruises e Road Scholar.

MSC Crociere, spiega la rivista, «è andata oltre ed effettua scali settimanali di interporting con crociere da aprile a novembre su MSC Splendida. Nel 2022 Taranto raggiungerà così la cifra di 138.000 passeggeri in 54 scali, una crescita enorme rispetto al 2021, quando ricevette 80.000 passeggeri in 28 scali, essendo uno dei primi porti ad accogliere grandi navi. Nel 2019 ha accolto solo 9.000 crocieristi.

Quanto alle attrazioni turistiche, «simbolo della città – viene osservato – sono i delfini che da tempo immemorabile abitano le Isole Cheradi, che proteggono l’ingresso della Baia di Taranto. Non solo sono una ricchezza naturale, ma sono anche un’attrazione turistica, in quanto vengono organizzate escursioni per vederli. Tra gli edifici storici l’imponente Castello Aragonese è sicuramente il più suggestivo. Si tratta di un castello sorto come fortificazione sul Canale Navigabile, che collega il mare aperto con il “Mar piccolo”. La sua struttura attuale, quadrangolare con una torre circolare agli angoli, fu definita da Fernando de Aragón alla fine del XV secolo, essendo stata precedentemente una prigione».

Insomma, il riconoscimento di un lavoro che punta decisamente a incrementare il numero di turisti.

Intanto, il tema della sostenibilità – già annoverato tra gli obiettivi strategici del vigente Piano Operativo Triennale dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio – ha fatto da protagonista nell’ultima seduta dell’Organismo di Partenariato della Risorsa Mare e nella riunione del Comitato di Gestione dell’Authority durante le quali sono stati presentati due nuovi documenti cardine della mission istituzionale dell’Ente. Trattasi del primo Report di Sostenibilità (RdS) dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio e dell’aggiornamento del Documento di Pianificazione Energetica e Ambientale del Sistema Portuale.

È stato, infatti, ufficializzato il primo Report di Sostenibilità dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, con cui l’Ente ha inteso condividere le principali attività ed i traguardi raggiunti nel corso del 2021 a favore della crescita sostenibile del Porto di Taranto, anticipando – anche a livello temporale – le direttive ministeriali in materia di rendicontazione di sostenibilità. Per farlo, è stato «privilegiato – spiega l’Authority – il linguaggio internazionale dei GRI Sustainability Reporting Standards con cui numerose organizzazioni di interesse internazionale analizzano e comunicano gli impatti economici, ambientali e sociali derivanti dalla propria azione di governance tesa verso l’obiettivo di sviluppo sostenibile, in linea con i Sustainable Development Goals promossi dalle Nazioni Unite.