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Crescono i posti di lavoro ma a luglio la domanda rallenta

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AGI – Resta elevata, ma rallenta, la domanda di lavoro. Nei primi sei mesi dell’anno sono state create circa 230.000 posizioni lavorative alle dipendenze al netto dei fattori stagionali, quasi 100.000 in più rispetto allo stesso periodo del 2019, anno di espansione dell’occupazione non influenzato dalla pandemia e dai provvedimenti straordinari adottati per farvi fronte.

È quanto emerge dalla Nota “Il mercato del lavoro: dati e analisi” del mese di luglio, redatta congiuntamente dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dalla Banca d’Italia e dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal).

Nel bimestre maggio-giugno, sottolinea la Nota, sono emersi tuttavia segnali di rallentamento, più marcati nelle costruzioni, nel commercio e nel turismo. In questi ultimi due settori le nuove posizioni lavorative create dall’inizio dell’anno sono state comunque superiori a quelle dello stesso periodo del 2019.

I posti a tempo indeterminato hanno continuato ad aumentare e sono stati sostenuti dall’intensificarsi del numero di trasformazioni di posizioni temporanee in permanenti. Il recente rallentamento del commercio e del turismo si è riflesso in una frenata della crescita del lavoro a termine.

Il contributo alla dinamica occupazionale della componente femminile nei primi sei mesi del 2022 è stato inferiore rispetto a quello di entrambi i semestri del 2021. Nel mercato del lavoro delle regioni meridionali è stato creato da gennaio del 2022 appena il 20 per cento dei nuovi posti di lavoro rilevati in Italia; in maggio e giugno la crescita si è attenuata anche nelle regioni del Centro Nord.

In aprile e maggio è proseguita la diminuzione del numero di disoccupati amministrativi in corso dal 2021, per l’intensificazione dei flussi dalla disoccupazione all’occupazione.

Si è ridotto il numero di persone che riattivano la Did dopo un periodo di occupazione non superiore a sei mesi, segnalando un allungamento della durata dei contratti. È aumentato anche il numero di persone che registrano la propria disponibilità a lavorare da uno stato di inattività.

Nel comparto industriale il numero di nuove posizioni lavorative è rimasto stabile, mentre nelle costruzioni si è confermata la forte frenata già riscontrata nel bimestre marzo-aprile. Anche nel commercio e nel turismo in maggio e giugno sono emersi segnali di indebolimento.

In questi settori tuttavia, nei primi sei mesi dell’anno, sono stati creati oltre 90.000 posti di lavoro, circa 29.000 in più di quelli del 2019. Il recente rallentamento del comparto turistico e di quello del commercio, settori che ricorrono in misura maggiore a rapporti di lavoro di breve durata, si è riflesso in una frenata complessiva della crescita delle posizioni a termine.

Nei primi sei mesi dell’anno esse hanno rappresentato circa un quarto delle attivazioni nette, dopo aver tenuto conto dei fattori stagionali.

Al contrario, l’occupazione a tempo indeterminato ha beneficiato del continuo aumento del numero di trasformazioni di contratti temporanei in permanenti che negli ultimi mesi è tornato sui livelli del 2019.

A fronte di un andamento costante delle assunzioni e dei licenziamenti, si è registrato un lieve calo delle dimissioni; queste ultime erano cresciute rapidamente nel 2021, quando la ripresa del mercato del lavoro aveva alimentato le transizioni di lavoratori da un’impresa a un’altra.

È proseguita inoltre la riduzione del numero di contratti di apprendistato, particolarmente marcata a partire dal dicembre 2021. Tra aprile e maggio è proseguita la riduzione della disoccupazione amministrativa misurata dalle dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro (Did) presentate da chi non ha un’occupazione.

Dall’inizio dell’anno si è registrato un calo del numero dei disoccupati così definiti di oltre 270.000 persone, un valore superiore a quello dello stesso periodo del 2021: vi ha contribuito soprattutto il maggior numero di donne uscite dalla disoccupazione a seguito dell’attivazione di un nuovo contratto di lavoro, in crescita di oltre il 15 per cento rispetto ai primi cinque mesi del 2021.

Dal lato delle entrate nello stato di disoccupazione, è continuato ad aumentare il numero di nuove dichiarazioni di disponibilità al lavoro (oltre 100.000 in media ogni mese dall’inizio dell’anno, da 90.000 dell’anno precedente).

Si sono ridotte rispetto al 2021 invece le riattivazioni dopo un periodo di occupazione non superiore a sei mesi, segnalando un allungamento della durata dei contratti. Il rapporto tra i reingressi e le uscite dallo stato di disoccupato è diminuito soprattutto nel Centro Nord, tornando sui livelli analoghi a quelli precedenti la pandemia.