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COVID, VACCINI E CASE FARMACEUTICHE

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di Gianni De Iuliis

«E Dio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra’». Genesi 1,26

La citazione sintetizza la storia dell’umanità come storia di dominio dell’umano sulla natura. Soggiogare il reale significa superare i limiti dello Spazio e del Tempo.

La Filosofia, la Scienza, la Medicina, l’Arte, le tecniche rappresentano il tentativo titanico dell’uomo di liberarsi dalle pastoie delle categorie spazio-temporali che sempre hanno limitato la sua aspirazione all’eternità.

Oltrepassare spazio e tempo significa ridurre il primo e ampliare il secondo. Significa velocizzare la comunicazione, lo scambio e la trasmissione di ogni informazione, andando oltre ogni barriera e aumentando sempre più il proprio tempo di vita. Significa diventare Dio, Assoluto, Logos, Infinito.

Ogni scoperta scientifica e ogni conseguente applicazione tecnologica è finalizzata a tale scopo, dalla ruota alla stampa, dal motore a vapore al telefono, dal computer ai progressi in medicina.

Ma ridurre gli spazi e aumentare il tempo implica pericolose contro-indicazioni: aumenta la velocità di trasmissione del Bene, ma anche del Male. L’uomo sta vivendo in questo particolare contesto storico gravato dall’emergenza epidemiologica il dramma di essere Dio. In un mondo globalizzato e sempre più piccolo la trasmissione del virus è istantanea, così come sta diventando istantaneo il moltiplicarsi delle diverse varianti dello stesso virus.

Unica soluzione sembra a oggi l’immunizzazione globale e quindi una veloce e istantanea vaccinazione di tutta la popolazione mondiale per scongiurare un finale apocalittico.

A questo punto il discorso teoretico s’interseca inevitabilmente con le norme del sistema economico mondiale. Il vaccino è una merce prodotta dalle case farmaceutiche. Ha quindi un valore di scambio, con un suo costo. In particolare, i diritti esclusivi, la proprietà e i monopoli dei colossi farmaceutici sui brevetti impediscono che ci siano dosi sufficienti di vaccini sicuri ed efficaci contro il Covid-19 per tutti. Le tre più grandi aziende del mondo prevedono per il 2021 di produrre dosi solo per l’1,5% della popolazione mondiale. A oggi solo il 4% delle vaccinazioni è avvenuto nei Paesi delle aree del sotto-sviluppo. L’attuale sistema garantisce i monopoli, pertanto le aziende produttrici dei tre vaccini approvati realizzeranno nel 2021 entrate per 30 miliardi di dollari.

I costi dei vaccini e la crisi delle forniture stanno escludendo dalla vaccinazione nove persone su dieci in almeno settanta Paesi a basso reddito. People’s Vaccine Alliance, l’organizzazione formata da Amnesty International, Frontline Aids, Global Justice Now e Oxfam denuncia gli squilibri nella fornitura dei vaccini: gli accordi conclusi dai governi dei Paesi ricchi lasceranno quelli poveri in balia della pandemia. I Paesi ricchi con appena il 14% della popolazione mondiale si sono assicurati il 53% dei vaccini già pronti.

«A nessuno dovrebbe essere impedito di ottenere un vaccino salvavita a causa del Paese in cui vive o della quantità di denaro che ha in tasca – ha affermato Anna Marriott, responsabile delle politiche sanitarie di Oxfam, riporta il Guardian – Ma a meno che qualcosa non cambi radicalmente, miliardi di persone in tutto il mondo non riceveranno un vaccino sicuro ed efficace per il Covid-19 negli anni a venire».

S’innalza da parte delle organizzazioni umanitarie e da gran parte della popolazione mondiale l’appello ai governi e all’industria farmaceutica ad aumentare la produzione, superando l’attuale sistema che garantisce i monopoli e che sta provocando una crisi globale di forniture, con conseguenze drammatiche in termini di vite umane e impatto economico. Un risultato che può essere centrato solo con la sospensione delle regole che tutelano la proprietà intellettuale e la condivisione della tecnologia necessaria alla produzione dei vaccini. Solo così, ponendo fine al controllo dei monopoli dell’industria farmaceutica, chiunque, in ogni parte del mondo, potrà avere accesso al vaccino il più rapidamente possibile.

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom, ha affermato che solo la condivisione della tecnologia e la rinuncia alla proprietà intellettuale consentiranno la vaccinazione dell’intera popolazione mondiale e un reale contenimento della pandemia. «In tutto il mondo stiamo assistendo ad una corsa contro il tempo per raggiungere l’immunità di gregge e tenere sotto controllo la pandemia in atto, salvando milioni di vite. È una gara contro il tempo che dobbiamo vincere prima che nuove mutazioni del virus rendano obsoleti i vaccini esistenti – ha detto Sara Albiani, consulente politico per la salute globale di Oxfam Italia – eppure la logica del profitto e i monopoli imposti dai colossi farmaceutici rallentano pericolosamente la corsa globale verso l’immunizzazione».

È evidente che non si tratta solo di problematiche etiche. Non si chiede uno sforzo filantropico alle case farmaceutiche che, per inciso, hanno ricevuto finanziamenti pubblici per circa cento milioni di dollari. È un problema sanitario ed economico.

Sanitario, perché nel nostro mondo globale la trasmissione del virus non conosce limiti spazio/temporali e può velocemente passare dai Paesi più poveri all’Occidente opulento, senza peraltro considerare le mutazioni continue del virus che può rendere obsoleto ogni vaccino.

Economico, perché le grandi aziende hanno ricevuto ingenti finanziamenti pubblici per sviluppare i loro vaccini, che quindi sono stati finanziati dai contribuenti e sono assolutamente da considerarsi beni pubblici.

L’appello da parte dell’opinione pubblica mondiale ai governi Ue, Usa e Regno Unito affinché usino il loro potere per risolvere tale situazione di emergenza costringendo le multinazionali a condividere brevetti e tecnologia per sconfiggere la pandemia. E nello stesso tempo si chiede agli stessi di investire in nuove infrastrutture produttive pubbliche, specialmente nei paesi in via di sviluppo, in modo da implementare la produzione di vaccini sicuri ed efficaci per prevenire future pandemie.