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Così India e Cina hanno annacquato il patto climatico di Glaslow

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AGI – Al termine di due settimane di convulso negoziato, le quasi 200 nazioni presenti a Glasgow hanno siglato l’accordo per combattere il cambiamento climatico, il cosiddetto Patto climatico di Glasgow.

Un accordo di compromesso, fatto di luci ed ombre, e che secondo molti non rappresenta quello che la scienza dice essere necessario per contenere pericolosi aumenti di temperatura.

L’obiettivo del vertice Onu sul clima era tracciare un percorso per mantenere il surriscaldamento climatico del pianeta limitato a 1,5 C, considerato il limite massimo per evitare catastrofi.

Il testo afferma che limitare il riscaldamento globale a 1,5 C richiederà grandi tagli alle emissioni, incluso lo zero netto entro il 2050; e impegna i Paesi a rafforzare i loro obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030 entro la fine del 2022.

Ma gli scienziati calcolano che quando gli impegni formali di tutti i Paesi saranno sommati, il mondo sarà sulla buona strada per raggiungere i 2,4 C di surriscaldamento entro la fine del secolo.

Da notare che l’accordo di Parigi che impone al mondo di ridurre le emissioni di gas serra che provocano il riscaldamento del pianeta non contiene le parole ‘carbone’, ‘petrolio’, gas naturale’ o ‘combustibili fossili’; il che può sembrare strano, visto che il riscaldamento globale è causato in modo predominante dalla combustione degli idrocarburi, ma aiuta a spiegare perché la prima menzione del termine ‘combustibili fossili’, menzione che c’è in questo nuovo accordo, è stata descritta come “storica” e “senza precedenti”.

L’accordo sull’impegno a ridurre il carbone e a porre fine ai sussidi ai combustibili fossili è stato però annacquato all’ultimo minuto, per responsabilità di India, Cina, Sudafrica e Arabia Saudita: il testo infatti impegna i 197 firmatari dell’Accordo di Parigi a “ridurre gradualmente le centrali a carbone senza mitigazione (quelle che non hanno una tecnologia di cattura del CO2 per compensare i gas che immettono nell’atmosfera) e i sussidi ai combustibili fossili inefficienti” (una prima bozza invece invitava le parti ad “accelerare l’eliminazione graduale” del carbone e dei sussidi per i combustibili fossili).

L’accordo inoltre chiede alle nazioni ricche di “almeno raddoppiare” la quantità di denaro che danno a quelli in via di sviluppo per adattarsi ai cambiamenti climatici entro il 2025; e impegna anche i Paesi a dare impulso all’agenda del negoziato su come pagare le perdite e i danni che il cambiamento climatico infligge ai Paesi in via di sviluppo (questi ultimi si sono detti delusi per la mancata creazione di un meccanismo formale per la consegna di fondi alle nazioni colpite dalle violenze del cambiamento climatico). 

Source: agi


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