Type to search

Cosa scrivono gli altri (IL FOGLIO -Quel polpo di Di Maio)

Share

Quel polpo di Di Maio
Evacuano l’afghanistan, il ministro dov’è? “Sta gustando il top del nostro menù di mare”
DI SALVATORE MERLO ·

Non si sa bene se sia accaduto prima del panino ( anzi “la puccia”) col polpo, ma certamente è stato dopo il selfie a torso nudo con hellomello35, che il ministro degli Esteri è stato sentito dire alla fidanzata Virginia, stesa anche lei sul lettino della spiaggia Togo Bay di Punta Prosciutto ( due panini e due birre 44 euro): “Forse devo tornare a Roma”. E’ domenica pomeriggio, in Salento fa caldo ma in Afghanistan di più. L’amba – sciatore Vittorio Sandalli attende a Kabul l’aereo militare che lo riporti in Italia assieme ai funzionari e ai collaboratori afghani. E intanto, a Roma, Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e Andrea Del Mastro di Fratelli d’italia si chiedono, come un sol uomo: ma Di Maio dov’è? “Sta assaggiando il top del nostro menù”, il cult del Togo Bay, assicurano dalla spiaggia salentina più amata da Pippo Inzaghi. E mentre il ministro mangia con Michele Emiliano ( insalata) e Francesco Boccia ( polpo pure lui), dalle casse del dj set parte una canzone in dialetto: “Allu Togu Bay la situazione è speciale”. Altroché.
Il Sun, il Mirror, ma pure il compassato Telegraph, in Inghilterra stanno facendo a fettine Dominic Raab, il ministro degli Esteri britannico (“missing in action”), insomma scomparso, il capo della diplomazia assente ingiustificato (“going ‘ Awol’”), l’uomo voluto da Boris Johnson alla guida del Foreign Office che ieri se ne stava a mollo nel mare di Cipro tra i fischi dei suoi compatrioti. C’è pure chi chiede le dimissioni del poveretto, in Gran Bretagna. Di Luigi Di Maio noi invece un po’ sorridiamo, e un po’ facciamo spallucce, ché in realtà cambia poco: a Roma con la cravatta, o in Salento in costume da bagno a strisce arcobaleno, in fondo che differenza fa? Anzi, forse c’è da ringraziare questo giovane ministro di non aver indossato il giubbotto antiproiettili sul petto nudo, alla Bonafede ai tempi dell’ar – resto di Cesare Battisti. E gli siamo addirittura grati di non aver organizzato banchetti e conferenze stampa sulla battigia, in stile Papeete ( ma senza mojito). Non è da poco di questi tempi. Sobrietà. D’altra parte l’italia conta quello che conta, e di conseguenza anche il ministro. E poi, per dirla tutta, secondo una corrente di pensiero piuttosto diffusa alla Farnesina: “Quello meno fa, meglio è”. Antica saggezza diplomatica. Grande verità che vale per tutti i politici in tutti i ministeri, s’intende. Non solo per Di Maio. Che ieri però, alle 16, dopo una serie di fotografie che lo ritraevano al mare pubblicate sui social, e dopo una encomiabile e vitellonesca resistenza di ventiquattr’ore, proprio quando ormai stava diventando l’eroe eponimo del dipendente pubblico in ferie, è stato travolto dal “senso del dovere”. E’ ri – partito per Roma. Purtroppo. “Que – sta settimana riferirò in Parlamento”. Peccato. I testimoni oculari del Togo Bay di Punta Prosciutto d’altra parte riferivano che il ministro stava lavorando eccome. “Era continuamente al telefono”. Cellulare in mano e piedi in acqua. “Stiamo monitorando la situazione in Afghanistan 24 ore al giorno”, assicurava lui stesso al Corriere. E come, no?