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Cooperazione, fisco, giustizia: i contribuenti italiani e francesi costruiscono insieme il futuro

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Nasce la “multinazionale delle piccole e medie imprese europee”. La presidente Brigitte Vitale per la francese “Association AIDE Enterprise” e il presidente Carmelo Finocchiaro per Confedercontribuenti sono concordi nel suggellare la creazione di una società cooperativa europea, per la difesa dei contribuenti e delle imprese di Italia e Francia

fonte: ufficio stampa Confedercontribuenti (salvo.cona@tiscali.it )

Nasce la multinazionale delle Piccole e Medie Imprese. La presidente Brigitte Vitale per la francese Association Aide Enterprise ed il presidente Carmelo Finocchiaro per l’italiana Confedercontribuenti sono concordi nel suggellare la creazione di una “società cooperativa europea”, per la difesa dei contribuenti e delle imprese di Italia e Francia.
Se ne è parlato ieri, in occasione dell’ennesimo incontro online durante il quale sono stati evidenziati i molteplici punti di convergenza utili per lanciare finalmente il progetto che porti alla nascita dell’Internazionale Europea dei Contribuenti, “allo scopo – così come ha detto il presidente Finocchiaro – di fronteggiare in maniera coesa i tanti i temi che accomunano le due Nazioni, in un periodo di estrema criticità economica e sociale che la pandemia ha creato, partendo dal varo di una carta europea per i diritti degli indebitati. È una delle prime società cooperative di diritto europeo che nasce in Italia e in Francia”.
La presidente Brigitte Vitale si è detta soddisfatta per il risultato raggiunto, motivo per cui bisogna “continuare a lavorare a questa cooperazione internazionale, per fronteggiare insieme e uniti le molteplici problematiche fiscali e normative che accomunano tutti gli imprenditori ed i singoli contribuenti dell’Europa. Una metodologia che possiamo esportare. Io credo in questo progetto europeo”. La lungaggine delle procedure fallimentari, le aste giudiziarie, la non garanzia della tutela delle imprese in difficoltà, sono stati ancora una volta solo alcuni dei temi che le due organizzazioni hanno affrontato. Durante l’incontro si è giunti anche all’accordo di coinvolgere altre organizzazioni in sede europea.
Le due delegazioni – rappresentate rispettivamente da numerosi dirigenti italiani e francesi, ma anche centinaia di partecipanti che dai due Paesi hanno seguito l’evento online – hanno parlato delle iniziative legislative da promuovere in sede Europea sui temi caldi delle piccole e medie imprese, ma sono stati affrontati anche diversi argomenti come i crediti deteriorati o la necessità di poter contare su una fiscalità europea equa e unitaria, ma si è detto che serve una legislazione definita e rispondente agli interessi della sopravvivenza delle imprese con una regolamentazione a livello europeo, relativamente alle procedure fallimentari l’istituzione di un nuovo sistema delle aste giudiziarie con un regolamento unico, trasparente, che possa dare le adeguate garanzie di tutela del patrimonio aziendale e personale dell’impresa.
Nel corso del suo intervento, il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, ha confermato l’importanza strategica del progetto europeoi: “Siamo convinti di questa operazione. È una risposta alle nostre due grandi comunità nazionali. Siamo pienamente convinti dell’opportunità di creare una società cooperativa europea, perché è un’esperienza di solidarietà dalla forte impronta imprenditoriale. Ce la faremo perché siamo determinati. Credo che i nostri uomini e le nostre donne debbano lavorare insieme per creare non solo la società cooperativa europea ma anche l’unione di altre associazioni di Europa, contando sull’apporto che ci potrà dare il nostro giovane esperto nelle relazioni con l’estero, Calogero Spallino, perché dobbiamo diventare il punto di riferimento complessivo delle associazioni europee”.
La presidente Brigitte Vitale per la francese Association Aide Enterprise ha tratto le conclusioni: “Sono molto contenta. Io confermo che da parte nostra eravamo già pronti da anni ad avere accanto a noi i nostri fratelli italiani, per poter rilanciare l’economia non solo nei nostri Paesi ma anche in tutto il resto d’Europa”.

Fin qui il comunicato della Confedercontribuenti sull’incontro importante e innovativo si è svolto ieri e che prosegue il percorse di collaborazione tra le principali associazioni rappresentative dei contribuenti italiani francesi. Una collaborazione internazionale la quale assume una speciale valenza di carattere anche politico di dimensioni europee, nel momento in cui il percorso del Recovery Plan comunitario, destinato a risollevare le sorti dell’economia nei Paesi dell’Unione europea messi in ginocchio dalla pandemia, deve essere affiancato e sostenuto da un processo riformatore, a partire dalla giustizia e dal fisco. E di fisco e giustizia si è parlato nell’incontro di ieri, con particolare riferimento alle procedure fallimentari nei due Paesi, dove spesso le garanzie per i debitori esecutati previste dalla legge vengono eluse dalle pratiche dei tribunali e dalle azioni dei curatori fallimentari, e alla necessità di una riforma fiscale che armonizzi i sistemi di tassazione nell’Unione europea e, soprattutto, ne alleggerisca il peso sul mondo delle imprese. Confedercontribuenti e AIDE hanno il comune obiettivo di arrivare ad una uniformità dei sistemi fiscali nell’ambito dell’Unione Europea per renderli più razionali e più sostenibili.

I sistemi fiscali di Italia e Francia sembrano molto differenti tra loro, tuttavia presentano aspetti in comune. Infatti entrambi tassano molto poco il consumo ed invece, seppure in modo diverso, tassano pesantemente le attività produttive, in Italia i redditi da lavoro dipendente (l’Irpef), in Francia i salari lordi, tassando le imprese. In entrambi i casi ne deriva un progressivo indebolimento dei settori che danno lavoro, utilizzando maggiormente il lavoro dipendente.

C’è dunque una contraddizione di fondo tra la i livelli della pressione fiscale e la necessità di creare posti di lavoro, di contenere la disoccupazione entro limiti economicamente compatibili.

Le conseguenze sono le stesse: bassa crescita ed entrate fiscali la cui base continua a ridursi (n.d.r.).