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Confiscati centocinquanta milioni a Ciancio. Per anni il deus dei poteri forti catanesi

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CATANIA – Maxi operazione dei carabinieri del Ros, sequestrati beni per 150milioni di euro a Mario Ciancio, noto editore e imprenditore catanese indagato per concorso esterno all’associazione mafiosa. Il decreto di confisca è stato firmato il 20 settembre dal Tribunale di Catania, su richiesta della Sezione Misure di Prevenzione. Al centro del provvedimento ci sono conti correnti, polizze assicurative, n. 31 società, quote di partecipazione detenute in ulteriori 7 società e beni immobili nei confronti di Mario Ciancio Sanfilippo. Il valore dei beni, in corso di compiuta quantificazione, è non inferiore a € 150.000.000. I CONTI CHE SCOTTANO – Un procedimento  condotto dai pubblici ministeri Antonino Fanara e Agata Santonocito che ha portato a una battaglia senza esclusione di colpi – parallela al processo per concorso esterno in associazione mafiosa – tra i magistrati e i legali di fiducia di Ciancio che hanno respinto le accuse. Cinquanta faldoni depositati nel processo a carico di Mario Ciancio raccontano la storia degli ultimi 50 anni di Catania, anzi, del sistema Catania.

Un sistema in cui la gestione della pubblica amministrazione avrebbe favorito determinati affari dell’editore, mentre, sullo sfondo, ci sarebbero state relazioni pericolose anche con ambienti vicini alla mafia. Relazioni che l’editore ha sempre negato, sostenendo di essere stato, in passato, “vittima” della mafia.

Fonte: livesiciliacatania.it -Antonio Condorelli