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Confedercontribuenti critica sulle riaperture del 26 aprile

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di redazione

Difficile comprendere le scelte del Governo in relazione al piano delle riaperture, appaiono piuttosto cervellotiche le differenze tra ristorazione all’aperto e al chiuso e incomprensibili gli orari del “coprifuoco”.
Ettore Minniti, responsabile del settore Turismo di Confedercontribuenti, è duro nei confronti della classe politica che governa il Paese: “Scelte senza senso, penalizzanti per il settore turistico che ha già pagato un prezzo altissimo in tema di perdita di fatturato e posti di lavoro. Decisioni discriminatorie”.
Una disparità che crea un grave danno alle imprese. Non si può assistere inermi al loro fallimento, processo già in atto, con l’usura alle porte, una ferita che sarà difficile risanare. C’è malessere nelle attività produttive, si rischia che salti la coesione sociale.
Negli ultimi anni, il turismo nel nostro Paese è stato caratterizzato da una espansione forte e continua. Nel 2019 aveva raggiunto un record assoluto: 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, con una crescita, rispettivamente, del +2,6% e dell’+1,8% rispetto all’anno precedente.
La pandemia purtroppo ha rimesso tutto in discussione e le scelte governative non hanno aiutato il settore turistico italiano, con conseguenze serie sulle imprese e sull’indotto, con danni rilevanti e impatti devastanti sul PIL nazionale. Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza sono stati emanati i Decreti Cura Italia, Liquidità, Rilancio, Agosto, Ristori, Ristori-bis, Ristori-ter, Ristori-quater, hanno introdotto numerosi interventi temporanei e straordinari di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese appartenenti a tutti settori economici, ivi incluso il turismo. Al sostegno di tale comparto, tra i più colpiti dalla crisi, sono rivolte talune misure specifiche. È stato poi istituito, presso il MIBACT un tavolo di crisi, con il compito di presentare proposte di sostegno, con due bandi, Cultura Crea 2021 e Cultura Crea Plus, gestiti da Invitalia. Tutti i sostegni si sono dimostrati insufficienti. L’unica strada percorribile è la riapertura in sicurezza secondo i protocolli della primavera del 2020.
Se la ristorazione piange, il turismo alberghiero e termale non ride.
Come indicato nel decreto 52 del 22 aprile 2021, i centri termali e i parchi di divertimento potranno riprendere la loro attività a partire dal 1° luglio e solamente nelle zone gialle.
Ivana Pollicina, del coordinamento turismo di Confedercontribuenti, esperta di centri termali e centri benessere, precisa “E’ un punto di partenza. Le prescrizioni si applicano alla riapertura delle strutture termali e dei centri benessere, anche inseriti all’interno di strutture ricettive, e alle diverse attività praticabili in tali strutture (collettive e individuali) quali: fangoterapia, fango balneoterapia, balneoterapia, ecc., con costi che non so se potranno essere sostenuti. Prima della riapertura dei centri e dell’erogazione delle prestazioni termali, è necessario eseguire adeguate opere di prevenzione e controllo del rischio di contaminazione del sistema idrico. Riapriremo, con l‘auspicio che possano arrivare le prenotazioni anche dall’estero. Ci proveremo, ma la vedo dura”.
Anche il turismo itinerante, con i veicoli ricreazionali, camper e autocaravan, ha i suoi problemi irrisolti tra pass vaccinali, mobilità, sosta in libera: “Le associazioni di categoria hanno rivolto diversi appelli al Governo – afferma Luca Gattuso, referente dell’Associazione Turismo Itinerante, affiliata a Confedercontribuenti – ma fino ad oggi i problemi permangono. Eppure in Italia abbiamo 800mila camperisti. Un comparto che ama fare turismo in libertà per la scelta dell’itinerario, in sicurezza, comodità e indipendenza. Questa tipologia di turista potrebbe dare una mano per sostenere le strutture extra-alberghiere e il turismo all’aperto”.
Abbiamo l’obbligo di essere ottimisti sul futuro del Paese, ma all’orizzonte si addensano nubi nere ed è probabile che possano esserci rovesci temporaleschi di grande intensità con allerta rossa, se non ci sarà un cambio di passo nell’azione di governo.

(Nelle foto: Ivana Pollicina e Luca Gattuso)