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…Come Oggi Domenica 3 Gennaio 1954: nasce la RAI

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di Franco La Magna

Potenza malefica e più sconvolgitrice degli spettacoli cinematografici perché capace di introdurre tra le stesse pareti domestiche quell’atmosfera avvelenata di materialismo, di fatuità e di edonismo che troppo sovente si respira nelle sale cinematografiche”. Con queste durissime parole l’allora Papa Pio XII accolse l’annuncio della diffusione della televisione in Italia, il cui inizio delle trasmissioni RAI avverrà esattamente come oggi una domenica, domenica 3 gennaio 1954, 66 anni fa. Data epocale incredibilmente sottovalutata dai contemporanei, se si pensa che lo stesso “Corriere della Sera” relegò la notizia nelle pagine locali in un misero “taglio basso”, non intuendone (come spesso accade ai contemporanei) la sconvolgente portata.  

Dalla sede operativa di Milano, allora unico centro di trasmissione, alle 11 del mattino Fulvia Colombo –  prima annunciatrice RAI – diede lettura dei programmi giornalieri, preceduti da una noiosissima sequela di lunghissimi interventi istituzionali, che andarono avanti per più di tre ore: in video, il presidente RAI Cristiano Ridomi (ex fascista e uomo di Galeazzo Ciano durante il ventennio), un ministro, un cardinale… Subito dopo si diede inizio alla prima trasmissione , “Arrivi e partenze”,  interviste a uomini e donne di passaggio dalla capitale, presentati da Mike Bongiorno.

Con grande soddisfazione del condirettore Sergio Pugliese (anch’egli uomo del passato regime, ex vicefederale), la prima storica giornata televisiva RAI chiudeva i battenti la sera con “La domenica sportiva”, risultati e classifica. La Radiotelevisione Italiana era ufficialmente nata, dopo la lunga fase di sperimentazioni iniziate sempre a Milano nel 1929, in piena età fascista, negli studi dell’URI (Unione Radiofonica Italiana), poi divenuta EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), che nel 1939 installerà sulla cima della Torre Littoria del Parco Nord due trasmettitori capaci di inviare immagini e suoni in un raggio di 50 chilometri; fino a giungere, dopo una serie di altre tappe significative, al 1952 quando la RAI – dopo il primo Congresso Nazionale della Televisione – installerà nel capoluogo lombardo un impianto trasmittente da 5 kilowattori, attivato in occasione della Fiera Campionaria con la trasmissione della cerimonia d’apertura.

Il più antico reperto conservato nelle Cineteche Rai risale al 10 settembre 1952, Alberto Ascari (famoso pilota) vincitore del Gran Premio d’Italia a Monza. Tra le prime produzioni realizzate in quegli anni pionieristici, solo per ricordarne qualcuna, si possono enumerare “L’Orso” di Checov, regia di Mario Landi; “Il club dei sogni proibiti” regia di Landi e Daniela D’Anza; “Il tunnel” di Howard Agg, regia di Mario Landi, primo originale televisivo. A scorno delle invettive papali, sempre nel 1953, viene trasmessa la benedizione del Pontefice “Urbi et Orbi”.

Dopo l’attacco degli togliattiani a Ridomi, l’elezione alla guida della Democrazia Cristiana di Amintore Fanfani, la nomina di Filiberto Guala ad amministratore delegato RAI con pieni poteri (“Sono venuto a cacciare pederasti e comunisti”, dichiarò nel discorso d’insediamento agli attoniti impiegati di Torino), quindi la trasformazione dell’azienda in industria, gli anni ‘60 di Ettore Bernabei (nuovo Direttore Generale), la storia della RAI passerà dalla famigerata “lottizzazione”, fino alla fine del monopolio televisivo con la nascita delle emittenti  private e quindi via via arriverà fino ai nostri giorni. Ma questa – dell’affermazione, dello sviluppo, delle riforme, della crisi e della rinascita – è tutta un’altra storia.


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