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Chi è la WhatsApp Girl del Togo che combatte l’oppressione col digitale

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“Repression make us smarter”. La repressione ci ha reso più furbi. A dirlo è una giovane donna, ben vestita, capelli afro, occhiali neri, che sta parlando da un palco all’aperto, sul tetto di una decadente costruzione dalla pianta circolare nel cuore di una zona fieristica semi abbandonata di Accra. La donna si rivolge a una folla eterogenea di persone giunte in Ghana per parlare di digital society. 

Il nome della ragazza è Farida Nabourema. E’ togolese e sta raccontando come si diventa attivista dei diritti umani da quando aveva solo 13 anni e come Internet, il web e la digitalizzazione della comunicazione, stiano aiutando lei e gli altri attivisti a portare avanti la loro battaglia nel nome dei principi di libertà e democrazia in cui credono. 

Il movimento “Faure Must Go”

Farida è anche scrittrice e blogger e nel 2011 ha co-fondato il movimento “Faure Must Go”, che da allora è diventato un segno distintivo della lotta togolese contro il dominio oppressivo di Faure Gnassingbé e della sua famiglia, al potere in Togo da oltre cinquant’anni. Per questa sua opposizione al governo Farida ha dovuto rompere ogni legame con la famiglia e solo nell’ultimo anno ha cambiato 22 paesi. “Sono stata anche in Ghana e in Senegal – racconta – ma nessun governo vuole quella che considera un'agitatrice sociale”. 

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Oggi è la direttrice esecutiva della Lega civile togolese, un gruppo che mobilita attivisti pro-democrazia e dal palco di Republica sta ricordando i morti della lotta togolese, 7 solo negli ultimi 5 giorni di protesta, di cui però la stampa non parla. Nabourema utilizza piattaforme di social media per diffondere la consapevolezza sulle ingiustizie in Togo e mobilitare i suoi coetanei per lottare per il cambiamento. 

“Come attivista – ci racconta – dobbiamo documentare la nostra lotta e spiegare la storia e questo devono farlo i creativi e utilizzare più piattaforme social e digitali possibili”. Una di queste è WhatsApp, quella che le ha fatto guadagnare il soprannome di “WhatsApp girl” ma oggi, spiega “Whatsapp lo usiamo solo per promuovere e propagandare idee e eventi ma non per organizzarli, il governo sa come bloccarci o infiltrarsi”. 

Ora gli attivisti togolesi usano Telegram Messenger per organizzare gli eventi, un altro tool i cui testi sono fortemente crittografati e possono autodistruggersi. Un ulteriore strumento di comunicazione digitale che aiuta Farida e gli attivisti come lei nella lotta, ci spiega è Tutanota, un servizio di posta elettronica con crittografia automatica, progettato in Germania, che permette di scambiarsi email sicure. Farida, per il coraggio e la dedizione con cui porta avanti la sua lotta pacifica contro l’egemonia e l’oppressione, è stata menzionata nella lista del Nobel Women Activist Spotlight ed è stata riconosciuta dall'Africa Youth Awards come loro rappresentante per l'anno 2017.  

Nabourema è anche l'autore di "La Pression de l'oppression", un libro di saggi che parla dell'oppressione in tutta l'Africa e dell'importanza di donne e giovani nella lotta per la libertà. Republica, Festival nato in Germania, a Berlino, nel 2008, è giunto quest'anno alla sua decima edizione, la prima in Africa e come sempre ha attirato anche in Ghana le migliori menti del mondo digitale mondiale per investigare come la digitalizzazione stia cambiando le società. 

Vedi: Chi è la WhatsApp Girl del Togo che combatte l’oppressione col digitale
Fonte: estero agi


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