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Chi c'è dietro l'ondata di fake news sul coronavirus riversata sull'Italia

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Non è soltanto il SARS-CoV-2 a diffondersi in maniera sempre più capillare in tutto il mondo: accanto all’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, infatti, aumentano i casi di notizie false.

Capitano gli errori dovuti alla fretta di comunicare o alla leggerezza nello scrivere, certo, ma qui parliamo soprattutto delle vere e proprie teorie strampalate, complottismi che sfidano le prove offerta dalla comunità scientifica, e ricostruzioni fantasiose alimentate da interessi politici ed economici. 

Tante, stando almeno ai rapporti del progetto europeo EUvsDisinfo, sono le bufale provenienti dalla Russia. EUvsDisinfo è gestito della task force East StratCom, il gruppo di lavoro creato nel 2015 dal Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE, il servizio diplomatico dell’UE) per tenere traccia e cercare di contrastare le campagne di disinformazione lanciate da Mosca contro l’Unione europea, i suoi stati membri e i paesi limitrofi. In queste settimane di emergenza coronavirus, si legge sul sito, i casi di notizie manipolate nelle quali c’è lo zampino del Cremlino non sono poche. 

L’allarme di Bruxelles: “Diffondere disinformazione significa giocare con la vita altrui”

A lanciare l’allarme fake news, il 23 marzo, era stato anche l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell: “Sul coronavirus stanno circolando molte informazioni inesatte, tante leggende e in generale parecchia disinformazione in tutto il mondo – sosteneva il capo della diplomazia europea – Fare disinformazione significa giocare con la vita delle persone”.

A lot of inaccurate information, myths and disinformation are currently circulating around the #Coronavirus outbreak. Spreading disinformation is playing with people’s lives. #FAC pic.twitter.com/mMsSW8v5ea

— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF)
March 23, 2020

Ma quali sono queste storielle? Secondo EUvsDisinfo, il primo caso noto di disinformazione orchestrata da Mosca risale alla fine di gennaio: l’ipotesi, apparsa sul portale Sputnik Bielorussia, è che il virus sia stato messo a punto nei laboratori della Nato in Cina e che la sua diffusione nell’Hubei sia collegata alle imminenti elezioni negli Stati Uniti.

Lo scopo di tutto questo, in particolare, sarebbe il tentativo del mondo occidentale di obbligare Pechino ad accogliere in Cina, nel prossimo futuro, esperti della Nato, praticamente delle spie in grado di mettere il becco nella gestione degli affari politici ed economici di Pechino. Al momento, però, ogni evidenza scientifica indica che l’origine del virus sia di origine animale: niente a che vedere con presunti laboratori della Nato.

Negli Usa, in Cina o nel Regno Unito? Le  fake sull’origine del virus

Ciò che ha messo in allarme il SEAE è il tipo di pubblicazioni sulle quali queste notizie false sono apparse: EUvsDisinfo sottolinea infatti come in molti casi si tratti di media che hanno legami più o meno diretti con il governo russo: oltre a Sputnik (finanziata dal Cremlino), c’è ad esempio l’emittente televisiva TV Zvezda, posseduta dal ministero della Difesa di Mosca. 

Tornando ai temi delle fake news, come detto uno dei più ricorrenti riguarda l’origine del virus, inteso come un’arma chimica messa a punto da un governo per sconquassare gli equilibri mondiali. Una volta l’origine andrebbe ricercata in Cina (il paese che, secondo questa teoria, si troverebbe in prima linea nello sviluppo di un vaccino e che in questo modo lo potrebbe rivendere guadagnando un mucchio di soldi), un’altra volta gli americani, e a volte ci finisce di mezzo anche il Regno Unito (il virus, in questo caso, proverrebbe dallo stesso laboratorio dove si è lavorato ad avvelenare Sergej Skripal). 

Un altro grande filone riguarda i motivi per cui questo virus sarebbe stato diffuso. In un articolo pubblicato sulla versione lettone di Sputnik, vengono citate tante teorie sugli effetti della pandemia: aiuterebbe il Partito Comunista Cinese a fermare le proteste di Hong Kong, quello francese a frenare le proteste dei gilet gialli, e l’Italia a risolvere il problema delle pensioni. L’Europa, poi, potrebbe tirare un sospiro di sollievo rispetto all’emergenza migranti provenienti dalla Turchia, e Greta Thunberg trarre profitto per guadagnare ulteriore spinta nella sua battaglia per l’ecologia. 

Che fare per opporsi alle fake news?

Oltre a spulciare sul database di EUvsDisinfo, che offre risposte alle molte tesi in circolazione (compresa quella che dietro la pandemia vi sia lo zampino di Bill Gates o George Soros), la cosa più opportuna da fare è informarsi da fonti ufficiali o che riportino dati verificabili. Quello scientifico è – e rimane – il metodo migliore per la conoscenza dei fenomeni, cioè comprendere la realtà. Per quanto riguarda i presunti trucchi per sfuggire al contagio (dal farsi un bagno caldo al mangiare aglio), ad esempio, l’Organizzazione mondiale della sanità ha da tempo messo a punto una serie di ‘domande e risposte‘. 

 

Vedi: Chi c'è dietro l'ondata di fake news sul coronavirus riversata sull'Italia
Fonte: cronaca agi


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