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Buona Pasqua o solo Via Crucis?

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Risuonano, forti, le parole di Papa Francesco: “Buona Pasqua, l’uno per l’altro, per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza”. Purtroppo, però, la contingente situazione interna ed internazionale non lascia molto spazio alla serenità, alla spiritualità della Santa Pasqua

di Augusto Lucchese

Stupende sono le parole di augurio pronunciate da Papa Francesco: “Buona Pasqua, l’uno per l’altro, …per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza”.

Purtroppo, però, la contingente situazione generale, interna ed esterna alla nostra Nazione, non lascia molto spazio  alla serenità, alla spiritualità della Santa Pasqua.

Ma occorre guardare in faccia la realtà.

Per quanto ci riguarda più da vicino, è da evidenziare che, in aggiunta agli strascichi dell’imperituro “Covid 19” e ai poco edificanti sviluppi dell’insana guerra d’Ucraina, nell’uovo di Pasqua 2022 gli italiani troveranno anche il “Documento di Economia e Finanza”, approvato dal Consiglio dei Ministri in data 6/4 u.s.

Un minestrone di ben 20 “collegati” che, fra le varie eterogenee materie, include il tanto discusso DDL “delega di riforma fiscale” che, tutto sommato, non riforma un bel niente di concreto, neppure le belle promesse.

Dopo avere ascoltato, in merito, le nuove inqualificabili esternazioni di taluni controversi “pezzi da 90” della raffazzonata maggioranza che puntella il Governo Draghi, cosa altro avrebbe potuto sperare il Popolo italiano in regalo per le Feste di Pasqua?

Rimane solo da percorrere la desolante “Via Crucis” fatta di ulteriori disagi, di gravami per indiscriminati aumenti del costo della vita, di ansie per il prossimo futuro? Magari senza udire alcun “mea culpa” da parte dei responsabili di tante cose storte?

In materia fiscale, frattanto, s’è dovuto prestare orecchio alle critiche da più parti esternate al Ministro delle Finanze in carica, l’esimio Prof. Daniele Franco, più per strumentali finalità elettorali che per l’effettivo scrupolo  di  tutelare i contribuenti.

Qualcuno ha polemicamente ribadito che, sull’altare di un ambiguo e solo apparente rilancio produttivo (acerbo frutto, oltre che della grave congiuntura che si sta attraversando, della eccessiva e forse strumentale sottomissione ai controversi dettami di Bruxselles), è stato sostanzialmente disatteso il promesso sostanziale “sgravio fiscale”, più volte annunciato e mai realizzato.

S’è anche pensato d’arricchire l’uovo di Pasqua con un nuovo Decreto Legge, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, legato al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che, nella speranza di frenare la famigerata “evasione fiscale”, si rifà, aumentandone il peso specifico, al consueto rigurgito sanzionatorio di talune norme. Si seguita a trascurare il fatto che l’origine del triste fenomeno evasivo ed elusivo è in gran misura connesso con la mancata seria modifica delle vigenti farraginose e complicate norme fiscali.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, tuttavia, asserisce che “faremo tutto ciò che è necessario per aiutare famiglie e imprese” e che “nelle prossime settimane comprenderemo meglio le dimensioni dell’intervento necessario e come finanziarlo”, …. “all’interno di una cornice di decisioni europee e di equilibrio dei conti”. È augurabile che ciò avvenga e che non si tratti delle solite promesse di circostanza. In atto, però, è evidente che, in uno alla batosta dell’eccessivo e per molti versi incontrollato aggravio dei costi energetici, delle materie prime e dei generi alimentari, il tutto si estrinseca nel nocivo risultato di seguitare a deprimere il potere d’acquisto delle classi medio basse della popolazione, specie di quelle appartenenti al settore del cosiddetto “reddito fisso”.

Come mai l’illustre esponente del mondo finanziario italiano che sta al timone della “nave in gran tempesta”, che reca l’altisonante nome di “Italia”, è così restio nell’affrontare una tanto lapalissiana realtà? Non sembra corretto che, rimandandone ulteriormente l’approntamento, si seguiti a girare attorno a quel necessario salutare provvedimento chiamato “riforma fiscale” che, da circa 30 anni, passa da un Governo all’altro senza mai vedere la luce e senza mai giungere a conclusione. Provvedimento che, di contro, ha acquisito un triste primato, datato 1994, per essere stato annunciato, a suo tempo, da Berlusconi e da Tremonti, quest’ultimo, particolarmente, mediante il suo “libro bianco sul Fisco italiano”, del 1994, rimasto talmente “bianco” da essere finito fra le cartacce degli archivi.

Il buon Vespa, per ben due volte (2001 e 2018), s’è preso la briga (e ci ha rimesso la faccia) di ospitare Berlusconi per la firma in pubblico di un “contratto con gli italiani”, poi regolarmente non mantenuto, sia rispetto alla sostanza che all’impegno di non ricandidarsi.

Le motivazioni della odierna situazione sono parecchie e di varia origine e natura, ma non è questa la sede adatta per proporne l’articolata enunciazione.

Magari lo si farà successivamente, segnalando errori e proponendo rimedi, pur se “impopolari”, elettoralmente parlando.

Si può ben dire, tuttavia, che le stantie valutazioni terapeutiche, oggi riaffiorate, sembrano parecchio in ritardo rispetto ai dati emersi dalla diagnosi economica e sociale del Paese, il che starebbe a dimostrare la perniciosa tendenza ad una sorta di letale pressappochismo di taluni personaggi chiave della politica, a parte la loro congenita “lentezza di riflessi”.

Sono venuti fuori, alla fine, i consueti inconcludenti comunicati e le usuali ipocrite affermazioni di fiducia al Governo, oltre che le rinnovate “promesse di marinaio”, più che altro, come già detto, aventi sfacciate finalità elettorali. Chi seguita ad andarci di mezzo sono i contribuenti onesti che, ancora una volta, vengono turlupinati dagli annunci a vuoto della politica, espressione di una zoppa democrazia e di una intruppata maggioranza.

Peccato che molti dei citati contribuenti siano da includere fra i creduloni o fanatici elettori cui, per molti versi, sarebbe più congeniale attribuire la denominazione di “martiri”.

Che la Santa Pasqua illumini le menti di ciascuno.