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Biden: "Sarò un presidente che unisce, priorità al Covid"

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AGI – Mezza America scende in piazza per festeggiare, l’altra metà protesta. Ma il presidente eletto, Joe Biden, si impegna ad unire il Paese e tende la mano ai sostenitori di Donald Trump. “Diamoci una chance”, è l’appello lanciato durante il discorso della vittoria a Wilmington, nel Delaware, anche se l’inquilino Casa Bianca si rifiuta per ora di riconoscere la sconfitta. “Il popolo di questa nazione ha parlato. Ci hanno consegnato una chiara vittoria. Una vittoria convincente. Una vittoria per noi, il popolo”, rivendica l’ex numero due di Barack Obama, decretato vincitore quattro giorni dopo l’Election Day, con oltre 75 milioni di voti e circa 290 grandi elettori. “Ho vinto io e di molto”, ribatte Trump con tweet a raffica.

“Non vedo Stati blu o rossi, ma Stati Uniti” 

“Mi impegno ad essere un presidente che non cerca di dividere ma di unire, che non vede Stati blu o Stati rossi ma Stati Unti”, dichiara Biden, “per fare progressi dobbiamo smettere di trattare i nostri avversari come nostri nemici. Non sono i nostri nemici, sono americani”. Il mandato è quello di una collaborazione bipartisan, insiste il dem, definendo la polarizzazione “una scelta” che può essere ribaltata. I cittadini “vogliono che collaboriamo nel loro interesse, e questa è la scelta che farò”, assicura Biden mettendo in cima all’agenda la lotta alla pandemia. Già lunedì nominerà il team di scienziati che guiderà la sua task force sul coronavirus. Intanto, secondo le anticipazioni del Washington Post, sta preparando una serie di ordini esecutivi da firmare all’indomani del suo insediamento – il 20 gennaio – per cancellare l’eredità del predecessore con il ritorno degli Usa negli accordi sul clima di Parigi e con lo stop all’uscita dall’Organizzazione mondiale della sanità altrimenti prevista il 6 luglio del 2021. Anche il bando sull’immigrazione negli Usa da paesi a maggioranza musulmana sarà revocato.

Priorità alla pandemia

“Il nostro lavoro inizia con il mettere la pandemia sotto controllo”, spiega Biden, “perché gli americani non potranno godersi i momenti che per loro contano di più fino a quando non sarà sotto controllo”. Il presidente eletto arriva sul palco di Wilmington correndo, preceduto dalla vice presidente eletta, Kamala Harris, che ha rotto il soffitto di cristallo come prima donna, prima donna di colore e prima donna di origine indiana in questo ruolo. Era vestita di bianco, il colore simbolo delle suffragette. “Sono la prima donna ma non sarò l’ultima. Perché ogni ragazzina che ci guarda questa sera vede l’America come un paese delle possibilità”, assicura l’ex senatrice della California. “Penso a mia madre – afferma – quando è arrivata qui (dall’India) all’età di 19 anni, forse non immaginava questo momento. Ma ha creduto fermamente in un’America dove questi momenti sono possibili”. Harris sottolinea come la sua elezione alla vice presidenza sia il risultato “della fatica” e “della determinazione” delle donne in America a partire dalla sua mamma Shyamala Gopalan. “Quindi penso a lei – insiste – e alle generazioni di donne, donne di colore, asiatiche, bianche, latine, native americane, che nella storia della nostra nazione hanno spianato la strada a questa sera. Donne che hanno combattuto e che hanno sacrificato così tanto per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia per tutti. Comprese le donne di colore che spesso, troppo spesso, vengono guardate dall’alto in basso ma che altrettanto spesso si dimostrano la spina dorsale della nostra democrazia”.

Formato drive-in

Per il suo discorso della vittoria, Biden ha scelto lo stesso formato dei suoi comizi elettorali, il drive-in che per l’occasione era particolarmente affollato e rumoroso: almeno 400 le auto parcheggiate, un tripudio di bandiere e clacson.
    “Quando la stessa democrazia è stata in ballo in questa elezione, con in gioco l’anima dell’America, voi avete fatto nascere un nuovo giorno”, dice Harris, “per quattro anni avete marciato e vi siate mobilizzati per equità e giustizia. Poi avete votato consegnando un chiaro messaggio. Avete scelto la speranza e l’unità, la decenza, la scienza e sì, la verità”.
 I leader del mondo hanno fatto le congratulazioni a Biden. Tra gli altri, il presidente Sergio Mattarella e il premier Giuseppe Conte, il primo ministro britannico Boris Johnson, il canadese Justin Trudeau, la cancelliera Angela Merkel, il giapponese Yoshihide Suga, l’indiano Narenda Modi. Solo il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador ha detto di voler aspettare l’esito dei ricorsi legali presentati dal team di Trump prima di congratularsi.

Trump non cede    

Il comandante in capo stava giocando a golf quando è arrivata la notizia ieri del successo di Biden, grazie alla Pennsylvania, lo Stato in cui è nato e dove ha lanciato e chiuso la sua campagna presidenziale. Trump ha immediatamente denunciato come “falsa e frettolosa” la vittoria di Biden: “Questa elezione è lontana dall’essere finita”. La gente si è riversata in strada dove ha festeggiato fino a tarda sera ma non ci sono state le temute violente proteste.

Il più anziano presidente di sempre

Biden, che compirà 78 anni il prossimo 20 novembre, quando si insedierà sarà il più anziano presidente della storia americana al primo mandato. Eredita una nazione lacerata dalle questioni razziali e dalla pandemia che ha ucciso 200.000 persone. Dieci milioni di americani hanno perso il lavoro durante il lockdown e gli aiuti federali sono scaduti. L’economia a stelle e strisce rimane tecnicamente in recessione mentre l’area più liberal del partito democratico spinge per un’agenda progressista. Pur avendo vinto, l’auspicata onda blu non c’è stata e Biden si ritroverà con tutta probabilità con un Congresso spaccato, con la Camera ai dem e il Senato sempre sotto il controllo dei repubblicani. A meno di compromessi con il Grand Old Pary (Gop), questo si traduce in un’agenda legislativa senza sbocco.

Il futuro del tycoon

Trump, quattro anni dopo, si ritrova ad essere il primo presidente che perde la rielezione dai tempi di George Bush senior nel 1992. Ma è difficile immagine che si ritiri a vita privata. Il suo ex capo di gabinetto Mick Mulvaney ha previsto che si ricandiderà nel 2024. C’e un solo precedente nella storia americana, quello di Grover Cleveland, l’unico presidente ad aver servito per due mandati non consecutivi. Venne rieletto nel 1892 dopo aver perso la carica 4 anni prima. C’è chi profila per il tycoon un nuovo reality show oppure una “Trump Tv”, magari per fare concorrenza al suo network prediletto: Fox News. La stoffa come uomo di spettacolo non gli manca. Una cosa è certa: ha perso le chiavi della Casa Bianca ma non il login su Twitter e la leadership dell’America rossa.

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Fonte: estero agi


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