Type to search

Biden in difesa sulla crisi dei migranti al confine con il Messico

Share

AGI – Joe Biden “ha attirato un’enorme quantità di immigrazione illegale nel nostro paese come non si era mai visto prima”. Neanche dieci minuti sul palco della Cpac di Orlando per il suo primo discorso da ex presidente, e Donald Trump affonda il coltello nella piaga della nuova crisi dei migranti al confine con il Messico.

Era stato il suo grido di battaglia (vincente) nel 2016, un po’ accantonato nel 2020 ma è tornato in cima all’agenda The Donald nella campagna per la riscossa repubblicana alle elezioni di metà mandato nel 2022.

La risposta della Casa Bianca

 “Non c’è crisi alla frontiera con il Messico”, si è affrettata a rispondere la Casa Bianca, nel giorno del bilaterale (virtuale) tra Joe Biden e il presidente messicano Andrès Manuel Lòpez Obrador.  La rassicurazione è stata affidata al segretario per Sicurezza nazionale, Alejandro Mayorkas (nato a Cuba e primo latino in questo ruolo) che ha promesso di “rimpiazzare la crudeltà” dell’era Trump con “un processo per l’immigrazione ordinato, umano e sicuro”.

Ai migranti chiede pazienza. “Non diciamo non venite, diciamo non venite adesso – dichiara il ministro – perché saremo in grado di garantire presto un processo ordinato per gli arrivi” dopo che Trump “ha completamente distrutto il sistema per l’immigrazione”.

Biden consentirà alle famiglie separate di restare

Biden ha firmato una serie di ordini esecutivi per cancellare l’eredità di Trump, dall’abolizione del ‘Travel Ban’ al ripristino delle tutele per i ‘dreamers’, dalla riunificazione delle famiglie separate alla frontiera alla revoca degli ordini sulla ‘tolleranza zero’, dalla cancellazione delle restrizioni sulle ‘green card’ alle riapertura dei porti ai richiedenti asilo.

Al netto dei ricorsi giudiziari, la riunificazione delle famiglie dei migranti langue mentre al governo si chiedono spiegazioni sui centri di detenzione per i clandestini minorenni che non sono stati smantellati ma anzi rinforzati. Da quando l’ex numero due di Barack Obama si è insediato a Pennsylvania Avenue, in migliaia hanno attraversato il confine con il Messico con picchi come non si vedevano dal 2018, dai tempi delle carovane dei migranti centro-americani.

La situazione è sotto controllo assicura Mayorkas: “Gli uomini e le donne del dipartimento della Sicurezza nazionale stanno lavorando giorno e notte per garantire che non vi sia una crisi alla frontiera e che la sfida, per quanto dura, sia gestibile”. I migranti “devono aspettare – insiste Mayorkas – se al confine arrivano famiglie o singoli adulti, siamo obbligati, per la salute pubblica, anche di chi arriva, a imporre restrizioni, a rimandarli in Messico come stiamo facendo”.

Ma non è solo dall’ex presidente e dall’opposizione repubblicana che piovono critiche. La progressista Alexandria Ocasio-Cortez denuncia addirittura “passi indietro” rispetto alle “disumane” politiche migratorie di Trump.

Gli agenti di frontiera (US Custom and Border Protection) segnalano una media di 3.000 arresti al giorno e già a inizio febbraio avevano lanciato l’allarme sul raggiungimento “della capienza massima di tenuta in sicurezza” delle strutture per i migranti, citando i protocolli delle autorità sanitarie per limitare i contagi di coronavirus.

I centri per i minori che hanno attraversato la frontiera da soli sono quasi pieni, tanto che il ministero della Sanità ha riconvertito a questo scopo una struttura usata dai lavoratori del petrolio a Carrizo Springs, in Texas, e che può ospitare fino a 700 adolescenti tra i 13 e i 15 anni. Si tratta di una struttura che era rimasta aperta per un solo mese con Trump alla Casa Bianca. “L’alternativa è rimandarli indietro”, si difende la portavoce di Biden, Jen Psaki.

La cittadinanza a 11 milioni di ‘dreamers’

Il presidente in carica ha promesso un percorso verso la cittadinanza per tutti gli 11 milioni di immigrati senza documenti negli Stati Uniti, se rispettano le leggi e si tengono lontani dai guai.

Trump ha perso le elezioni del 2020 ma ha guadagnato il 5% di consenso tra gli ispanici. “Non possiamo farci carico dei problemi del mondo. Ci piacerebbe ma non possiamo”, proclama The Donald sul palco della Cpac, dando la colpa al successore e alle sue “folli promesse” per la nuova invasione di migranti alla frontiera, “compresi alcuni tra i più diabolici del pianeta”. E la crisi potrebbe essere solo all’inizio perché con la bella stagione il flusso è destinato ad aumentare.

Houston abbiamo un problema, Biden chiede aiuto a Lòpez Obrador, populista di sinistra che andava d’accordo con Trump e che è stato tra gli ultimi capi di Stato a congratularsi con il nuovo inquilino della Casa Bianca per la vittoria. E’ il sottosopra di Biden: “Gli Usa e il Messico sono più forti se sono uniti, che sia nell’affrontare le sfide al confine o contro la pandemia”.

Source: agiestero


Tags:

You Might also Like