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Belpasso, alla “Nino Martoglio” un progetto per la disabilità made in New York

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di Livio Mario Cortese
Da New York alla Sicilia, un percorso formativo per giovani disabili, terapisti e docenti.

Un progetto fecondo ed ambizioso, volto alla formazione ed all’integrazione di giovani disabili, con una particolare attenzione ai soggetti autistici: si chiama “Yes, we can” l’idea lanciata dalla scuola media “Nino Martoglio” di Belpasso, con un occhio alla Sicilia ed uno all’altra sponda dell’Atlantico. Come ciò sia possibile, ce lo ha raccontato Anna Spampinato, dirigente scolastico.  “Tutto nasce da una progettualità già esistente a Monreale, sorta da un accordo tra l’arcidiocesi locale e quella di New York: lì esiste il ‘Center for Discovery ‘ nel quale si mettono a punto terapie e percorsi per disabili, fino all’inserimento in alcuni ambiti professionali”. Una caratteristica fondamentale: “Il sistema cresce attorno ad una dimensione agricola, con 1000 ettari di terreno coltivato. All’interno, tutto ciò che di più bello ed utile si possa sviluppare per far crescere sensi ed abilità, insieme a sofisticati servizi dedicati a salute e ricerca. Di base, si mira a rendere i ragazzi autonomi nel contesto sociale, aiutando a crescere le competenze di ognuno dall’età scolare fino a quella adulta”. Le circostanze, negli Stati Uniti, sembrano particolarmente favorevoli: lo stato di New York dedica alle diverse disabilità una parte consistente del reddito pubblico, incoraggiando la nascita di strutture simili e procedendo a sovvenzionarle: in questo caso il 70% delle spese è sostenuto dalla diocesi locale, il resto da soggetti privati. Il metodo di cura è stato poi introdotto in Italia da Giuseppe Rotolo, terapista specializzato nei casi di autismo. Si potrà portare anche in provincia di Catania qualcuno dei frutti di quest’esperienza, adattata alle diverse condizioni italiane? A Belpasso ci si crede con forza. “La nostra scuola ha già coinvolto la diocesi di Catania”, illustra la preside Spampinato, “e adesso vogliamo pubblicizzare l’iniziativa: se avremo un appoggio economico potremo dialogare con New York, questo interscambio ha permesso di introdurre a Monreale delle nuove terapie per la gestione dell’autismo”. Come tutto ciò si applicherà al contesto scolastico, fuori da strutture dedicate, dinanzi a differenti condizioni economiche? “Alla luce dei metodi introdotti dal dott. Rotolo, ci auguriamo si possano formare terapisti capaci di seguire i nostri docenti: non solo quelli di sostegno, ma proprio tutti, in modo da rinsaldare i legami con l’ambiente scolastico. Magari coinvolgere tutte le scuole desiderose di mettersi in gioco”. Una visita al Center for Discovery sarebbe pure necessaria: “Per quest’obiettivo a medio termine la scuola sta raccogliendo fondi con una lotteria interna: i premi sono stati offerti da varie attività commerciali di Belpasso. Il Comune ci ha messo a disposizione il teatro Martoglio col relativo service: il 20 Dicembre vi si terrà uno spettacolo di raccolta fondi”. Questi saranno destinati non al viaggio, ma alla formazione dei docenti, per la quale il terapista sembra essersi offerto a cifre irrisorie. Ma, chiediamo, non è un controsenso che un’iniziativa di tale valore debba essere finanziata in modo privato, praticamente auto-tassandosi, mentre sembra escluso un più ampio patrocinio istituzionale? “La scuola riceve ogni anno un fondo in rapporto tra gli alunni e l’organico dei docenti”, chiarisce la professoressa Spampinato, “e questo viene solitamente investito nella formazione in materia di sicurezza. Ma è un fondo esiguo, sono circa 2000 euro a fronte di 100 insegnanti”. La gestione della cifra raccolta in questi giorni avverrà secondo criteri rigorosi: “Sarà immediatamente versata sul conto corrente della scuola da un genitore membro del consiglio d’istituto. Se il progetto non dovesse procedere, questo denaro sarà comunque destinato a beneficio dei ragazzi: per l’acquisto di un defibrillatore o di un’idropulitrice per la palestra”. Nelle scuole catanesi, giusto in questi giorni, l’attenzione ai dispositivi di sicurezza è particolarmente accesa: il defibrillatore semiautomatico può rivelarsi determinante nelle emergenze. La “Nino Martoglio” sta stabilendo adeguati contatti con le istituzioni regionali, tali da offrire le migliori possibilità di crescita a quest’idea.

 


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