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"Basta fare guerra alla natura". L'ultimo allarme dell'Onu sull'ambiente

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AGI –  È tempo che l’umanità la smetta di “fare la guerra alla natura”. Ha usato parole forti il segretario dell’Onu in un intervento alla Columbia University, per sollecitare un impegno deciso dei Paesi a ridurre l’inquinamento. “Il nostro pianeta è rotto. Gli esseri umani stanno conducendo una guerra suicida contro la natura, ma lei reagisce sempre e lo fa con forza e furia. Dobbiamo dichiarare un cessate il fuoco permanente e riconciliarci con la natura”. Questo è l’appello di Antonio Guterres.

“La scienza parla chiaro. A meno che il mondo tagli la produzione di combustibili fossili del 6% ogni anno da qui al 2030, le cose peggioreranno e andranno sempre peggio“, ha insistito. Nel suo discorso, intitolato “Stato del Pianeta”, il numero 1 delle Nazioni Unite ha evidenziato che le politiche climatiche devono ancora raccogliere la sfida, aggiungendo che “senza un’azione concertata, potremmo essere diretti verso un catastrofico aumento della temperatura da 3 a 5 gradi in questo secolo”.

Del resto le conseguenze del riscaldamento globale si stanno già manifestando in modo evidente. “Incendi e alluvioni apocalittiche. Cicloni e uragani che sono la nuova normalità. Biodiversità al collasso. Deserti in espansione e oceani che stanno soffocando con i rifiuti di plastica” ha elencato Guterres.

Di conseguenza per il segretario Onu l’obiettivo centrale nel 2021 sarà la costruzione di una coalizione globale incentrata sulla necessità di ridurre le emissioni di gas a zero netto. Lo zero netto si riferisce al taglio massimo delle emissioni di gas serra e al bilanciamento di eventuali ulteriori emissioni rimuovendo una quantità equivalente dall’atmosfera.

Per Guterres il traguardo deve essere la riduzione delle emissioni globali del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010. Per giunta il segretario generale Onu ha chiesto sin da ora ad ogni Paese, ogni città, ogni azienda ed istituzione finanziaria il compimento di “un’azione radicale di cui abbiamo bisogno da subito” oltre all’adozione successiva di piani per una transizione a zero emissioni nette entro il 2050.

Sulla carta Unione europea, Stati Uniti, Cina, Giappone, Corea del Sud e oltre 110 altri Paesi si sono impegnati a diventare neutrali in termini di emissioni di carbonio entro la metà di questo secolo.

Tra le azioni da intraprendere, Guterres ha proposto di stabilire un prezzo al carbonio, eliminare gradualmente finanziamenti e sussidi ai combustibili fossili, spostare il carico fiscale dal reddito al carbonio e dai contribuenti agli inquinatori, ma ha anche suggerito di integrare l’obiettivo della neutralità del carbonio in tutte le politiche e decisioni economiche e fiscali, aiutare quanti stanno già affrontando i terribili impatti del cambiamento climatico e porre fine alla deforestazione dell’Amazzonia.

Guardando alle prossime scadenze, il segretario delle Nazioni Unite si aspetta impegni ambiziosi dai leader mondiali alla conferenza internazionale sul clima, che si terrà a Glasgow nel novembre 2021, organizzata da Gran Bretagna e Italia, slittata di un anno a causa della pandemia di Covid-19.

Tagli alle emissioni, riduzione dell’inquinamento e della distruzione della biodiversità sono alcune delle azioni congiunte da attuare subito, in quello che lui stesso ha definito “il momento di verità”, da trasformare pero’ in un movimento globale.

Guardando alla situazione in una prospettiva economico-finanziaria, ha evidenziato che “il business del carbone sta andando in fumo perché costa di più gestire la maggior parte delle centrali a carbone odierne che costruire nuove centrali rinnovabili da zero”. Per far fronte a queste sfide epocali, l’uomo puo’ contare sull’aiuto delle tecnologie, cruciale per “costruire insieme un cammino più sicuro, più sostenibile e più equo” ha concluso Guterres. 

Vedi: "Basta fare guerra alla natura". L'ultimo allarme dell'Onu sull'ambiente
Fonte: estero agi


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