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Bankitalia: Confedercontribuenti, i dati dell’istituto Centrale dimostrano il crollo di ristorazione e turismo e in generale dei servizi.

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Roma, 29 mar. – Serve dare certezza alle imprese dei servizi e della ristorazione di fronte al calo di lavoro e occupazione avvenuto in questi anni, bisogna farlo subito e non con le elemosine previste anche nell’ultimo decreto Draghi. Il tutto viene confermato dal rapporto Bankitalia che descrive come “Il numero di posizioni di lavoro nell’industria risultava a fine febbraio superiore di circa 70.000 unità rispetto a un anno prima: la crescita è quasi esclusivalmente imputabile al settore delle costruzioni, a fronte di un sostanziale ristagno nella manifattura (-6.000 posti) e negli altri comparti industriali (produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua)”. È quanto rileva l’analisi congiunta Bankitalia-ministero del Lavoro sul mercato del lavoro. È stato significativamente più ampio – si legge – il calo registrato nei servizi privati, pari a oltre 110.000 posti di lavoro in meno rispetto a un anno prima (-140.000 nel solo settore turistico).

Gli andamenti aggregati celano differenze significative tra i sotto-settori, che riverberano i propri effetti anche sulle economie locali, si legge nell’analisi. In particolare, nell’industria, a fronte di una tenuta complessiva del comparto, la domanda di lavoro nella produzione di abbigliamento e di articoli di pelletteria è calata (oltre 10.000 posti di lavoro in meno), riflettendo i cambiamenti nei consumi finali indotti dalle misure di contenimento della pandemia. Le difficoltà del settore hanno colpito in modo particolare vari distretti del Nord e del Centro. L’andamento positivo delle costruzioni ha interessato l’intero territorio nazionale, ma è stato più intenso nelle aree urbane più grandi e nel Mezzogiorno. Ne hanno tratto beneficio anche le imprese manifatturiere di materiali per l’edilizia. Anche il comparto della produzione alimentare ha registrato una crescita, favorendo la domanda di lavoro nelle province della Pianura Padana e nel Mezzogiorno. Nei servizi privati la maggiore presenza di lavoratori temporanei ha dato luogo a una più marcata risposta ciclica: molte attività che negli ultimi anni avevano sostenuto la crescita occupazionale hanno registrato significativi ridimensionamenti. Alle rilevanti flessioni all’interno del turismo (alloggio, ristorazione e altri servizi), particolarmente intense nelle aree montane e nelle città d’arte, si è associata anche una diminuzione della domanda di lavoro nel commercio non alimentare di tipo tradizionale (prevalentemente abbigliamento, pelletteria e calzature). Al contrario, il trasporto merci su strada (probabilmente trainato dall’aumento dell’e-commerce) ha creato nuova occupazione soprattutto nei centri urbani di maggiore dimensione.